lunedì 12 maggio 2008

Ecco le 16 protagoniste

Analisi introduttiva delle Nazionali che parteciperanno agli Europei 2008



A poco più di 25 giorni dal calcio d’inizio degli Europei di Austria e Svizzera, andiamo a dare una prima analisi alle potenzialità e alle quotazioni delle sedici nazionali che scenderanno in campo: chi succederà alla Grecia?

- LE FAVORITE:

La favorita d’obbligo non può che essere l’Italia, non fosse altro che la Nazionale di Roberto Donadoni è reduce dal trionfo ai Mondiali tedeschi e ha confermato gran parte del gruppo che due anni fa ha alzato la Coppa del Mondo. Gli Azzurri erano inseriti nel gruppo di qualificazione più duro, ma insieme alla Francia sono comunque riusciti a far rispettare la propria nobiltà: proprio le due “nemiche” si ritrovano di fronte anche nel girone della fase finale degli Europei, componendo di fatto il girone più duro anche in questa fase finale. Se la compattezza del gruppo può essere il punto di forza della squadra, vanno anche delineati alcuni punti deboli: ai Mondiali, infatti, il vero punto di forza rispetto alle altre Nazionali era il ct Marcello Lippi ma, nonostante il buon lavoro svolto in alcune fasi del biennio, non si può certo essere certi che Roberto Donadoni abbia le stesse qualità del predecessore, anzi proprio lui è il principale punto interrogativo. Certamente, l’Italia dovrà inventarsi qualcosa di nuovo rispetto agli ultimi Mondiali per avere successo, perché non può sempre accadere che giocatori come Materazzi o Grosso trovino l’estate perfetta, perché Cannavaro non sembra essere più quello di due anni fa a guardare le sue prestazioni al Real Madrid, perché Zambrotta sembra aver imboccato la fase calante della carriera e perché Buffon rischia di avere qualche acciacco fisico, anche se è sempre meglio un Buffon al 20% che qualsiasi sua possibile riserva al 100%. Le qualità per ripetersi ci sono, ma non si può certo chiedere la ripetizione degli eventi fortunati visti agli ultimi Mondiali.

In quest’ultimo biennio, la squadra che ha espresso il miglior calcio è sicuramente la Germania, che con Joachim Low sta proseguendo l’ottimo lavoro di Jurgen Klinsmann: va detto, però, che di fatto il nuovo allenatore del Bayern Monaco lavorava più sull’aspetto motivazionale e che già agli ultimi Mondiali ad occuparsi della struttura tattica della Nationalelf era proprio il vice Low. Se con Klinsmann la Germania ha saputo fare bene ai Mondiali di casa, dopo una serie di delusioni nelle grandi competizioni, con Low tutti si aspettano un salto di qualità che è possibile già in questi Europei, perché questa Nazionale ha il miglior gioco di squadra e questo può permettere di soccombere anche a qualche difetto strutturale, come può essere considerata l’assenza di un attaccante di livello internazionale: Klose e Gomez però possono fare bene e anche formare un’affiatata coppia d’attacco, soprattutto perché il primo si sta già adattando bene nel ruolo di seconda punta al Bayern Monaco. Il dubbio maggiore riguarda le condizioni fisiche di Metzelder, che ha giocato pochissimo in stagione con il Real Madrid e che potrebbe non dare grande affidabilità al centro della difesa al fianco di Mertesacker, mentre la Premier League sta regalando un Michael Ballack rivitalizzato e pronto a trascinare i suoi al successo. Tra le 16 squadre è probabilmente quella più “squadra” (cosa non facile da ottenere nel breve tempo in cui le Nazionali si trovano a lavorare) e forse per questo è anche la più temibile.

Arrivata in finale agli ultimi Mondiali con la rosa probabilmente meno attrezzata del suo ultimo decennio, la Francia arriva molto motivata agli Europei, soprattutto perché in questo biennio sono stati inseriti e ritrovati molti giocatori importanti e che questa Nazionale ha giocatori in grado di cambiare le partite da soli. Il punto debole può essere però al manico, visto che Raymond Domenech ha spesso delle convinzioni sbagliate che possono portare risultati negativi: una tra queste è probabilmente quella di continuare a puntare su Eric Abidal nel ruolo di terzino sinistro, nonostante la stagione del giocatore del Barcellona sia stata disastrosa e che la Premier League abbia proposto due terzini mancini di maggiore affidabilità come Evra e Clichy. Al centro della difesa potrebbe trovare spazio un altro giocatore in netto calo fisico come l’irriconoscibile Thuram e anche questo può portare molti brividi alla squadra. A centrocampo manca un vero e proprio regista (può farlo Vieira, ma alle sue spalle c’è il vuoto, con giocatori bravi più ad interdire che a creare), ma i Bleus hanno tanti fuoriclasse di livello, come quel Frank Ribery che in questi due anni è sicuramente cresciuto sul piano delle prestazioni e che si presenta agli Europei come protagonista preannunciato. Fortissimo anche l’attacco, dove Henry è reduce da una prestazione anonima col Barcellona ma ha grande voglia di rifarsi e dove è stato ripescato alla grande Nicolas Anelka, elemento che in Nazionale gioca con una voglia di sacrificarsi completamente nuova e che è diventato un elemento imprescindibile nel 4-3-1-2 (con Ribery mezzapunta) di Domenech.

Da tenere sott’occhio è anche il Portogallo, arrivato in finale agli ultimi Europei casalinghi e alle semifinali degli ultimi Mondiali: la squadra lusitana è storicamente piena di ottimi trequartisti ma scadente in attacco e in zona gol, ma in questo biennio qualcosa è cambiato. Non sono nati nuovi centravanti (siamo ai soliti Nuno Gomes, Helder Postiga e Hugo Almeida) ma è cresciuta una stella molto lucente: Cristiano Ronaldo, infatti, ormai raggiunti bottini realizzativi stellari e potrebbe risolvere il problema del gol della Selecçao. Il fuoriclasse del Manchester United è il giocatore più forte del mondo e ci terrà a confermarlo anche in Austria e Svizzera e può essere una chiave tattica in più per il ct Felipe Scolari, che infatti può anche utilizzarlo nel ruolo di centravanti. Tra i trequartisti, sembra in declino Deco, ma potrebbe esplodere definitivamente l’ottimo Joao Moutinho, mentre la difesa può contare su difensori centrali esperti come Pepe e Ricardo Carvalho e su un terzino in grande crescita come Bosingwa. Questa può essere l’ultima competizione con Felipe Scolari in panchina e il brasiliano vuole lasciare con un grande successo, dopo esser stato decisivo nella crescita della Nazionale portoghese.

Tra le squadre da inserire sempre nel lotto delle favorite c’è la Spagna, ma le Furie Rosse riescono sempre a deludere: la giustificazione degli ultimi fallimenti nelle grandi competizioni era stata data dall’assenza di un vero leader (visto anche un Raul non al massimo della forma), perché i tanti ottimi giocatori di questa Nazionale non erano abituati a prendersi grandi responsabilità nelle proprie squadre di club, lasciando questo onere ai giocatori stranieri che li affiancavano. Adesso molto è cambiato, non perché le squadre spagnole abbiano cresciuto veri e propri leader (a parte Raul, che è ormai un capitolo a parte: il capitano del Real Madrid è reduce dalla stagione migliore della carriera, ma Aragones sembra essere intenzionato a non convocarlo, con una decisione che sarebbe assurda), ma perché questo contributo potrebbero averlo dato le squadre straniere, Arsenal e Liverpool in particolare: Cesc Fabregas, infatti, è diventato il vero trascinatore dell’Arsenal e nonostante la sua giovanissima età potrebbe provare a ripetersi in Nazionale, mentre nel Liverpool è cresciuto moltissimo Fernando Torres, bravissimo a prendersi sulle spalle tutto l’attacco dei Reds e decisamente cresciuto sul piano realizzativo. La rosa è come sempre piena di giocatori di livello, ma il punto debole sembra essere anche qui il ct Luis Aragones: come Domenech, anche lui non è sempre perfetto nelle scelte (eufemismo) e il centrocampo pieno di palleggiatori per cui opterà anche agli Europei convince poco, perché finisce per rendere troppo lento e statico il gioco. Sarà questa la causa dell’ennesima delusione o questa volta la Spagna riuscirà a diventare davvero grande?

L’Olanda è il più grande punto interrogativo della competizione: la squadra di Marco Van Basten, infatti, sembra sempre promettere molto, ma fin qui sta mantenendo pochissimo e ci vuole un certo salto di qualità per essere protagonista ai prossimi Europei e anche soltanto per passare il primo girone, con Italia e Francia che sembrano meglio attrezzate. La situazione è descritta perfettamente dal girone di qualificazione: gli Orange erano inseriti in un gruppo facilissimo, ma non sono riusciti mai a brillare e sono finiti per essere fischiati dai tifosi dopo il risicato 1-0 inflitto al Lussemburgo. Van Basten, allora, si affida ai propri fuoriclasse, ma anche qui ci sono alcuni grandi punti interrogativi: Robin Van Persie, infatti, è sembrato l’uomo più importante in questo biennio degli Orange ma ormai sembra essere perennemente infortunato e non è certo che stia lontano dai problemi fisici durante gli Europei, mentre un lungo infortunio ha messo ko anche Ruud Van Nisterlooy, ma questo potrebbe anche rivelarsi un vantaggio perché qualora il centravanti del Real Madrid riuscisse a ritrovare in tempo la giusta condizione fisica, potrebbe addirittura essere più brillante di tutti gli altri, visto che ha giocato relativamente poco in stagione e potrebbe essere meno stanco. Le chiavi del centrocampo verranno affidate all’ottimo Rafael Van Der Vaart, ma la difesa non sembra essere di grande livello e la questione diventa più preoccupante a guardare la situazione dei portieri: alle spalle di Van der Sar, infatti, c’è il buio totale e Van Basten deve sperare che il portiere del Manchester United non si prenda nemmeno un raffreddore. In definitiva, gli Orange possono essere considerati tra i favoriti, ma con mille riserve.

- LE OUTSIDER:

Dopo il buon Mondiale 2006, si ci attendeva una crescita importante dei tanti giovani della Svizzera in vista degli Europei casalinghi, ma di fatto questa crescita è stata molto frenata e stentata e i Rossocrociati devono probabilmente riporre nel cassetto i sogni da grande espressi due anni fa: con l’Europeo da giocare in casa e un’età media così bassa, il ct Kobi Kuhn ha fatto un pensierino al possibile successo, specie se in questo biennio fosse riuscito a trovare un attaccante di qualità. Invece, lì davanti è rimasto il solo Alexander Frei a garantire un livello discreto e alle sue spalle non c’è molto, mentre la crescita dei giovani è rappresentata perfettamente da Philippe Senderos, con il difensore che in questo biennio ha subito una pesante involuzione e che non regala più quelle certezze di due anni fa. Il girone iniziale è superabile, ma probabilmente la Svizzera non andrà oltre, in attesa che sulla panchina di Khun si sieda nientemeno che Ottmar Hitzfeld e che venga provato un ennesimo rilancio.

Quattro anni fa ci fu l’estate perfetta e la Grecia riuscì nell’impresa di issarsi sul trono europeo, risultato inaspettato e probabilmente irraggiungibile. Attenzione però a sottovalutare questa Nazionale, perché in panchina è rimasta quella vecchia volpe di Otto Rehhagel e che in qualche modo i Campioni d’Europa sono riusciti a rinfrescare il gruppo. Dopo il successo in Portogallo, la Grecia ha deluso nelle qualificazioni dei Mondiali ed è stata eliminata, ma è tornata ad essere molto brillante nel girone di qualificazione per gli Europei, ottenendo ben 10 vittorie in 12 partite (un pareggio e una sconfitta gli altri due match) e arrivando in Austria e Svizzera con una coppia d’attacco abbastanza temibile, formata da due giocatori che molto bene stanno facendo in Germania come Ioannis Amanatidis e Theofanis Gekas, elementi sicuramente più solidi di quell’Angelos Charisteas che era stato decisivo quattro anni fa. Sarà molto complicato ripetere la vittoria di Portogallo 2004, ma questa squadra può ancora sorprendere.

La Croazia ha mostrato al mondo quello che sapeva fare in una notte di Novembre a Wembley quando, nonostante la qualificazione fosse già assicurata da tempo, la squadra di Slaven Bilic ha sorpreso l’Inghilterra, battendola nel suo tempio e estromettendola clamorosamente dagli Europei. La Croazia non è più quella squadra opaca e senz’anima vista agli ultimi Mondiali, ma è una squadra talentuosa, capace di tenere bene il campo contro qualunque avversario e piena di giocatori interessanti: si ci attende molto da Luka Modric, straordinario a Wembley e già acquistato dal Tottenham per la prossima stagione, con una cifra che supera i 20 milioni di pounds. Un altro elemento offensivo molto interessante è Niko Kranjcar, mentre il peso dell’attacco dovrebbe ricadere sulle spalle di Mladen Petric e Ivica Olic, a causa del brutto infortunio che ha impedito la presenza di Eduardo Da Silva, il vero bomber della campagna di qualificazione per la Croazia. Questa è una squadra che non ha ancora finito di sorprendere e che è sicuramente pericolosa per tutti.

Outsider d’obbligo è da considerare la Repubblica Ceca, ma per Karel Bruckner le cose non sembrano essersi messe bene: Tomas Rosicky, giocatore fondamentale negli equilibri di gioco, è già sicuro di saltare l’appuntamento con gli Europei per un problema al ginocchio e questo toglie gran parte del potenziale della squadra. Il fantasista dell’Arsenal, infatti, è uno dei pochi giocatori di qualità presenti nella Repubblica Ceca e adesso sarà difficile dare assist buoni per i centimetri di Jan Koller (che comunque è in declino fisico), mentre Milan Baros cerca un’altra estate perfetta dopo quella di 4 anni fa, ma non sembra quel giocatore di livello che prometteva di essere un lustro fa. I cechi dovranno giocarsi la qualificazione ai quarti di finale con i padroni di casa della Svizzera e punteranno sul loro vero punto forte, che è la solidità difensiva, mostrata già nel girone di qualificazione e supportata dalla presenza di un portiere di qualità come Petr Cech. La Repubblica Ceca, però, rischia di essere la bella incompiuta di questo decennio.

- LE ALTRE:

Ibrahimovic pensaci tu: è questo il principale pensiero di Lars Lagerback, ct di una Svezia arrivata tranquillamente agli Europei ma apparentemente non trascendentale nell’organico. Oltre al centravanti dell’Inter (le cui condizioni fisiche sono comunque da valutare dopo il brutto finale di stagione), sembra esserci poco da segnalare: Markus Rosenberg sta chiudendo bene la sua stagione con il Werder Brema e può essere insidioso come seconda punta, mentre a centrocampo è già evidente da tempo il calo fisico di Freddie Ljungberg e anche Christian Wilhelmsson è incespicato in stagioni mediocre, così l’uomo nuovo è Sebastian Larsson, uno dei pochi a salvarsi davvero nel retrocesso Birmingham City: lui potrebbe dare una mano al regista Kallstrom per dare qualità al gioco svedese.

Inserita nel girone di ferro, la Romania arriva agli Europei senza avere nulla da perdere ma anche con grande fiducia, soprattutto perché nel girone di qualificazione ha messo in riga anche l’Olanda, arrivando tre punti avanti a quella squadra che ritroverà nel girone di Giugno. La squadra di Victor Piturca sarà la mina vagante del gruppo C, con molti elementi che proveranno a farsi conoscere al pubblico internazionale affiancando la stella Mutu in un cammino complicato ma pieno di fascino.

Quella vecchia volpe di Guus Hiddink è riuscito nell’ennesimo miracolo della sua carriera e ha portato una Russia non eccezionale tecnicamente alla fase finale degli Europei, estromettendo addirittura l’Inghilterra dopo un finale di girone davvero incredibile. Il 3-5-2 del ct olandese difficilmente regalerà spettacolo e proverà a fare più strada possibile grazie alla solidità difensiva, dove la colonna vertebrale è formata dai due gemelli Vasili e Aleksei Berezutski.

Dopo il terzo posto ottenuto ai Mondiali del 2002, per la Turchia erano arrivate soltanto delle cocenti delusioni (alcune poco digerite, come l’eliminazione dai Mondiali del 2006 nello spareggio contro la Svizzera, con i rossocrociati che vennero letteralmente aggrediti dai turchi), prima che Fatih Terim riuscisse a trovare gli equilibri giusti e a portare la squadra alla fase finale degli Europei, alle spese della Norvegia. La stella dei Crescent-Stars è Nihat Kahveci, seconda punta di quel Villarreal che tanto bene sta facendo nella Liga spagnola, ma al suo fianco dovrebbe esserci spazio per Tuncay Sanli, autore di una stagione altalenante al Middlesbrough. Come nella Russia, anche per la Turchia è molto importante il supporto di due gemelli, ovvero in centrocampista Hamit Altintop (dello Schalke 04) e l’attaccante Halil Altintop, probabilmente il più interessante dei due e campione di Germania col Bayern Monaco.

La Polonia arriva agli Europei forse in sordina, ma grazie al lavoro di Leo Beenhakker sembra cominciare a stabilizzarsi ai massimi livelli, visto che nel 2006 si era qualificata anche per la fase finale dei Mondiali. Il nome nuovo è quello di Jelen, ma la formazione polacca si basa più un collettivo ben collaudato e non ha stelle particolari che spiccano: basterà per avere la meglio sulla Croazia e arrivare ai quarti di finale?

Chiudiamo la nostra rassegna con gli altri padroni di casa, ovvero l’Austria, non certo la squadra più consistente delle 16 arrivate alla fase finale. Il biennio della Nazionale austriaca è stato costellato da tante amichevoli (la qualificazione era assicurata come Nazione organizzatrice dell’evento), ma soprattutto da tanti risultati sconfortanti, che rendono quindi l’Austria una possibile sparring partner e poco più. Apparentemente, infatti, la squadra di Josef Hickersberger non ha particolari stelle da esprimere e l’unico reale punto di forza verrà rappresentato dal supporto del pubblico di casa: difficilmente, però, basterà per ottenere il passaggio del turno.

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