giovedì 12 giugno 2008

Arda Turan spegne i sogni della Svizzera

Partita accesissima e a tratti condizionata dalla pioggia, con la Turchia che ottiene la vittoria all’ultimo sussulto, prendendosi una grande rivincita



Ormai la situazione era lampante già prima del calcio di inizio degli Europei, ma adesso il fallimento del biennio della Svizzera è diventato ufficiale e abbastanza clamoroso, soprattutto considerando la bella impressione che la squadra di Kobi Kuhn aveva lasciato nei Mondiali di due anni fa: in Germania, infatti, la Svizzera si era imposta addirittura nel girone della futura finalista dei Mondiali, ovvero la Francia, mostrando un buon calcio e una grande solidità difensiva, iniziando un processo di crescita che il biennio successivo avrebbe dovuto completare, proprio perché la Nazionale elvetica si trovava ad ospitare gli Europei successivi e perché la squadra era composta da tanti giovani che in quei due anni avrebbero dovuto completare il percorso di maturazione e presentarsi agli Europei casalinghi pronti a sorprendere, considerando che gran parte di quel gruppo era stato capace di vincere gli Europei Under 17 nel 2002. Invece, in questi due anni la crescita di gran parte di questi giocatori è stata molto più lenta rispetto alle attese, con qualcuno che ha avuto anche un percorso di evoluzione: l’esempio lampante è Philippe Senderos che solo due anni fa aveva impressionato molti ai Mondiali per la sua forza fisica e Wenger all’Arsenal considerava addirittura l’erede di Sol Campbell (a cui era stato anche preferito nella finale di FA Cup del 2005), ma che in questi due anni non è riuscito a fare il salto di qualità, finendo anzi per evidenziare sempre di più i propri difetti tecnici e di concentrazione, incappando in partite assolutamente disastrose come quella che quest’anno costò all’Arsenal l’eliminazione dalla Champions League a favore del Liverpool. Senderos è il simbolo di una Svizzera che s’era presentata agli Europei senza quell’alone di promesse lanciate soltanto due anni fa e che puntualmente ha fallito la competizione casalinga anche in modo clamoroso, essendo già fuori dai giochi al quinto giorno della manifestazione: certo, la squadra di Kuhn non ha avuto neppure un percorso fortunato, con l’infortunio di Frei, le decisioni assurde di Rosetti che hanno condizionato il match contro la Repubblica Ceca o gli errori difensivi che sono costati la sconfitta contro la Turchia, ma nel calcio la sfortuna non può nascondere da sola l’evidenza di una squadra che ha deluso molto. Ad estromettere la Svizzera definitivamente dagli Europei è un gol beffardo realizzato al 92’ da Arda Turan, che permette alla Turchia di prendersi la più incredibile delle rivincite, dopo gli avvenimenti di fine 2005 quando elvetici e turchi si affrontarono nel playoff che regalava un posto ai Mondiali del 2006, con la squadra di Kobi Kuhn che ebbe la meglio in un match di ritorno davvero infuocato, finito in una megarissa in cui gli svizzeri furono aggrediti barbaramente da giocatori e polizia turca. Per fortuna, episodi del genere non si sono ripetuti, ma in campo è apparso evidente che tra le due squadre non scorrere buon sangue (anche se di sangue se n’è pure visto nel mezzo della battaglia, con Hakan Balta ed Emre Asik che si sono ritrovato feriti, ma per fortuna soltanto in scontri di gioco e non volontari), in quella che è stata una vera e propria battaglia, condizionata anche dal terreno di gioco che nel primo tempo era totalmente allagato d’acqua e ha reso i primi 45 minuti una sorta di lotta nel fango, in cui la tecnica è stata messa completamente da parte ma in cui è uscito tutto l’agonismo delle due Nazionali. E allora, rivincita è stata, perché gli uomini di Fatih Terim si sono presi la soddisfazione di estromettere gli svizzeri dalla manifestazione casalinga, una soddisfazione doppia se aggiunta a quella di una vittoria che consentirà alla Turchia di giocarsi un vero e proprio spareggio nell’ultimo turno del girone contro la Repubblica Ceca per l’accesso ai quarti di finale.

La Svizzera scende in campo con due cambi di formazione, entrambi in attacco ed entrambi forzati: oltre a Frei, infatti, anche Streller è costretto a rinunciare al match per problemi all’inguine e Kobi Kuhn si trova quasi obbligato ad optare sulla coppia Hakan Yakin-Derdiyok, con il primo che parte qualche metro indietro in posizione di trequartista. C’è aria di rivoluzione anche in casa Turchia, soprattutto a centrocampo dove Terim opta per tre cambi, schierando in campo un 4-1-4-1 con Mehmet Aurelio davanti alla difesa, Gokdeniz e Arda Turan sulle due corsie e Tuncay e Tumer Metin interni alle spalle dell’unica punta Nihat.

La partita inizia con il campo in condizioni normali e proprio su questo tipo di terreno di gioco il primo quarto d’ora delude molto sul piano spettacolare: la Svizzera è sempre troppo macchinosa in manovra e fatica ad arrivare negli ultimi metri per servire le due punte, cosa che invece riesce a fare con maggiore rapidità la Turchia, che tiene per un tempo minore ma che inizialmente è più insidiosa. I quattro uomini alle spalle di Nihat si muovono costantemente e provano a non lasciare punti di riferimento alla retroguardia svizzera, in un match che però è troppo lento in queste fasi iniziali.

Il primo tiro arriva addirittura al 19’ e lo prova Inler di sinistro da 30 metri, con la palla che scivola sul terreno bagnato e il portiere Volkan quasi manca la presa.

Proprio il terreno di gioco comincia ad influire la partita e a cambiare decisamente le carte in tavola: su Basilea, infatti, piove a dirotto e si nota una delle prime pecche organizzative in questi Europei, perché il campo cede un po’ troppo facilmente alla pioggia e il terreno si rallenta subito, creando via via delle enormi difficoltà al gioco delle due squadre, che già prima sul campo asciutto non era certo eccelso. La Svizzera riesce poco a servire le due punte, nonostante il solito massimo impegno di Behrami sulla fascia, mentre nella Turchia si vede con buona continuità Arda Turan, al contrario di Gokdeniz che sulla destra è assolutamente fuori dal gioco.

Il campo cede sempre più col passare dei minuti e in quasi tutto il terreno di gioco si creano delle pozze d’acqua che rallentano il pallone in modo imprevedibile nei passaggi rasoterra, con grandi difficoltà anche per chi cerca di andarsene in solitaria palla al piede ma che spesso si ritrova nella corsa davanti al pallone, perché la sfera non riesce a scivolare sull’erba del St Jakob Park: le due squadre lottano in modo incredibile su ogni pallone con grande agonismo, ma c’è grossa difficoltà a fare gioco.

La Svizzera prova ad infiammare il match nella metà della prima frazione: al 24’ gli elvetici muovono bene palla verso la sinistra e dal limite Yakin prova la botta verso il primo palo, ma Volkan è pronto a deviare in corner.

Un minuto dopo la Svizzera guadagna una punizione dal limite e leggermente defilata sulla sinistra, Barnetta calcia basso cercando il palo del portiere Volkan che deve impegnarsi su una palla accelerata dal terreno di gioco e devia in corner con grande difficoltà.

Se Volkan in qualche modo riesce sempre ad evitare l’errore, dall’altra parte c’è un portiere decisamente incerto: al 29’, infatti, la Turchia si guadagna una punizione sul fondo della fascia sinistra per quello che è un vero e proprio corner corto, la batte Nihat con un cross stretto, Benaglio va malissimo all’intervento con la mano aperta e respinga addosso al corpo di Arda Turan piazzato nell’area piccola, creando un rimpallo che fa finire il pallone sul palo e poi sul fondo.

Il tono da battaglia rischia di far accendere gli animi in qualche fase di gioco, come al 31’ quando Tuncay si rende protagonista di un bruttissimo intervento a forbice su Inler, con l’arbitro che estrae soltanto un cartellino giallo su un fallo che meritava anche il rosso diretto.

La Svizzera protesta ma se ne dimentica subito, perché un minuto dopo riesce ad approfittare di un’azione incredibilmente condizionata dal terreno di gioco per passare in vantaggio: lancio lungo di Senderos in verticale che trova Derdiyok in posizione regolare, Servet Cetin si perde malamente la sua marcatura e l’attaccante rincorre il pallone che toccando terra accelera imprevedibilmente e mette in difficoltà il portiere Volkan che era uscito quasi al limite della sua area per chiudere lo spazio all’avversario ma che in questo modo si trova facilmente saltato da Derdiyok, visto che il rimbalzo strano del pallone rende sbagliata la sua posizione. L’attaccante del Basilea ne approfitta e a porta vuota da posizione defilata guarda al centro e tocca il orizzontale per un Hakan Yakin solissimo dall’altra parte, il passaggio è buono ma quasi quasi viene reso vano dal terreno di gioco visto che il pallone si impana su una pozzanghera al centro dell’area piccola e si rallenta, ma Hakan Yakin è talmente solo che non ha difficoltà a trovare il tempo giusto per appoggiare comunque il pallone nella porta vuota e trovare l’1-0 con uno dei gol più strani possibili nel calcio.

Il più in difficoltà di tutti sul terreno di gioco è Valon Behrami, che non riesce a partire palla al piede senza che il pallone vada da tutt’altra parte, ma al 34’ l’esterno della Lazio riesce comunque a mettere dentro un grande cross dalla fascia destra che manda in totale difficoltà sulla destra e pesca Yakin sul secondo palo da posizione ravvicinatissima, ma il 31enne trequartista solissimo in area piccola si mangia un gol incredibile mandando largo con il sinistro. La Svizzera avrebbe potuto già chiudere la partita e l’erroraccio di Yakin sarà pesantissimo nel proseguimento del match.

Più passano i minuti nel primo tempo e più lo sport a cui le due squadre sono costrette a giocare è sempre più lontano dall’amato calcio: si gioca in una piscina e il pallone a terra è sempre rallentato. E allora vanno fatti i complimenti più vivi alla Uefa che fa le campagne per aumentare lo spettacolo, optando anche per palloni che hanno traiettorie alla Holly e Benji per quanto abbattono le leggi della fisica e rendendo la vita del portiere più difficile di quella di un super-ricercato da tutte le autorità internazionali, ma poi la stessa federazione permette lo svolgimento di un match in un campo del genere, quanto di più antispettacolare possa essersi: soprattutto, però, è eticamente ingiusto che due squadre debbano giocarsi la qualificazione in un Europeo di calcio giocando a pallanuoto.

Per fortuna, nell’intervallo la pioggia cessa di scendere e il campo viene riportato in condizioni più decenti e si può tornare a giocare a calcio, nonostante comunque le due squadre paghino lo stesso lo sforzo della battaglia del primo tempo e siano molto meno lucide nella ripresa. Terim presenta subito una doppia sostituzione in questa ripresa, togliendo Tumer Metin e Gokdeniz per inserire Mehmet Topal e Semih Senturk, passando al 4-4-2 che vede l’attaccante del Fenerbahce affiancare Nihat e Tuncay spostarsi largo sulla destra, ricoprendo l’ennesimo ruolo diverso di questi Europei.

La partita rimane una vera e propria battaglia con agonismo alle stelle e la Turchia prova a riversarsi in attacco, mentre la Svizzera si copra in massa e cerca il contropiede con le ripartenze di Derdiyok.

Al 57’ Mehmet Topal avanza sulla sinistra ma sembra perdere l’inerzia dell’azione rallentando troppo, toccando poi per Nihat che dalla linea laterale va subito al cross a rientrare che pesca perfettamente la testa di Semih Senturk al centro dell’area, Senderos e Magnin si addormentano in modo imbarazzante e lasciano libero di colpire l’attaccante turco che di testa trova una buona traiettoria ma che non è angolatissima, Benaglio va sul pallone a mani aperta ma pasticcia e non riesce a respingerlo all’esterno della porta, facendosi bucare le mani e deviando il pallone nel proprio angolino, concedendo in questo modo la rete dell’1-1. Bravo Semih Senturk a colpire ma davvero clamoroso l’errore del portiere.

Il ritmo allora diventa infernale, con i giocatori che continuano a darsele di santa ragione e lottare al massimo, caricate anche da un pubblico che crea un’atmosfera fantastica tra le tribune con continui incitamenti alle due squadre.

Al 60’ la Svizzera batte un corner da sinistra ma la difesa respinge, Magnin riprende e controlla al limite per poi cercare il sinistro, non trovando al giusta traiettoria e mandando largo.

Tecnicamente la partita è scadente ma questo secondo tempo è reso interessantissimo dal tono da battaglia mostrato dalle due squadre, che lottano fisicamente su ogni pallone. Lottando in questo modo così acceso, per giunta su un campo che nel primo tempo era impossibile, le due squadra finiscono per essere stanche col passare dei minuti e soprattutto meno lucide nella giocata, fattore che rende basso il numero di reali occasioni da rete nonostante il ritmo di gioco sia abbastanza elevato.

All’84’ la Svizzera ha la grandissima occasione per trovare il gol della vittoria che riaprirebbe le speranze di qualificazione: la Turchia si fa infilare in contropiede e gli elvetici dispongono di un 4 contro due portato avanti da Derdiyok, il quale taglia in diagonale servendo Vonlanthen, che tocca subito di prima per il tentativo di sinistro di Yakin, che a campo aperto dal limite dell’area non dà grande angolo alla sua conclusione, permettendo a Volkan. Il portiere però respinge centralmente e troppo corto e deve nuovamente impegnarsi anche sul tentativo di tap-in di Cabanas, mantenendo vive le speranze della Turchia. Volkan non è mai esteticamente convincente nei propri interventi, ma in questo match riesce in qualche modo ad essere sempre efficace, risultando decisivo per la sua squadra.

Sembra la Svizzera a provarci di più ma i padroni di casa subiscono la beffa al 92’: la Turchia ha spazio per il contropiede e Tuncay apre benissimo sulla sinistra per l’avanzata di Arda Turan, il quale corre fino al limite dell’area, decide di accentrarsi e tenta il destro, trovando la deviazione di Patrick Muller che alza il pallone e rende impossibile l’intervento di Benaglio, con il pallone che entra in rete per l’1-2 che sancisce l’eliminazione della Svizzera.

Per i padroni di casa, infatti, ormai c’è poco da fare e l’Europeo si chiude in modo anche beffardo, visto che comunque la Svizzera nelle sue due partite ha cercato con volontà la vittoria ma è stata decisamente condannata dagli episodi, che hanno reso ancora più pesanti i difetti strutturali di questa Nazionale. Il gol di Arda Turan rende così inutile il match finale contro il Portogallo, in cui la squadra di Kobi Kuhn giocherà giusto per salvare l’onore e non concludere l’Europeo casalingo a quota zero punti.

La Turchia si prende la più beffarda delle rivincite e adesso si proietta alla sfida contro la Repubblica Ceca, in quello che è diventato un vero e proprio spareggio per i quarti di finale visto che le due squadre arrivano alla terza giornata totalmente alla pari anche per differenza reti e gol segnati: chi vince passa ai quarti di finale, mentre in caso di pareggio ci saranno addirittura i calci di rigore, che sarebbero una vera e propria novità in partite di girone.


Svizzera-Turchia 1-2

Svizzera (4-4-1-1): Benaglio 4 – Lichtsteiner 6 Muller 6 Senderos 4,5 Magnin 5 – Behrami 6,5 Gelson 5 (76’ Cabanas sv) Inler 6 Barnetta 5 (66’ Vonlanthen 5,5) – Yakin 5 (85’ Gygax sv) – Derdiyok 5,5

In panchina: Zuberbuhler, Jakupovic, Djourou, Huggel, Grichting, Spycher, Degen
Commissario tecnico: Jakob Kuhn 6

Turchia (4-1-4-1): Volkan 6,5 – Hamit Altintop 6 Emre Asik 6 Servet Cetin 5 Hakan Balta 5,5 – Mehmet Aurelio 6 – Gokdeniz 4 (46’ Semih Senturk 6,5) Tuncay 6 Tumer Metin 5 (46’ Mehmet Topal 6) Arda Turan 6,5 – Nihat 6 (85’ Kazim-Richards sv)

In panchina: Rustu, Tolga, Gokhan Zan, Emre Belozoglu, Emre Gungor, Ugur Boral, Ayhan, Sabri Sarioglu, Erding
Commissario tecnico: Fatih Terim 6

Arbitro: Lubos Michel (Slovacchia) 5

Gol: 32’ Yakin (S), 57’ Semih Senturk (T), 92’ Arda Turan (T)
Ammoniti: Derdiyok (S), Hakan Balta, Mehmet Aurelio, Tuncay (T)


Classifica Gruppo A:

Portogallo 6 (+4)
Repubblica Ceca 3 (-1)
---------------------------------------------
Turchia 3 (-1)
Svizzera 0 (-2)

Portogallo già qualificato come vincente del girone

Nessun commento: