giovedì 26 giugno 2008

La Germania soffre tantissimo ma Lahm la porta in finale

Brutta partita della Mannschaft che però approfitta degli errori di una Turchia scriteriata e vince 3-2 dopo un finale da thrilling



Nel mentre le immagini video della regia internazionale facevano le bizze (danke ZDF per aver trovato una via alternativa per proporre il finale di gara, nel mentre la Rai rimaneva con le mani in mano a proporre gli episodi alla moviola: cercare un metodo alternativo alla Rai per seguire un evento non è mai sbagliato), al St Jakob Park di Basilea andava in scena una semifinale davvero illogica, dominata nel primo tempo dal grande dinamismo della Turchia, nella ripresa dalla paura e dagli errori dei portieri, per poi essere decisa proprio al 90’ dalla giocata di quello che era vicino per diventare il peggiore in campo, ovvero Philipp Lahm che passa dall’esser dominato da Sabri Sarioglu (e da Colin Kazim-Richards nel primo tempo) all’essere l’uomo della provvidenza, quello che apre le porte della finale alla Germania. Vittoria forse non meritatissima per la squadra di Joachim Low, che nel primo tempo è stata schiacciata e aggredita dalla forte pressione turca, ma che soprattutto ha deluso molto nella ripresa, quando cioè gli avversari hanno perso freschezza e brillantezza fisica e la Mannschaft doveva comandare le operazioni e imporre il proprio gioco, cosa che non è certo successa. E allora, in un match deciso dagli episodi non poteva che vincere la squadra che storicamente riesce meglio di tutti a far girare dalla propria parte questi episodi, trovando l’eroe del giorno in Lahm in una serata in cui Jens Lehmann l’aveva davvero combinata grossa nel regalare il gol del momentaneo 2-2 alla Turchia e in cui Michael Ballack non è mai entrato in partita, non riuscendo né a rendersi pericoloso in avanti né a dare qualità al gioco della sua squadra. Nonostante tutto, alla fine ad andare in finale (e molto probabilmente da favoriti per la vittoria) è sempre la Germania, che mancava quest’appuntamento agli Europei dal 1996, casualmente l’ultimo anno in cui riuscì a superare la sempre ostica fase a gironi (è evidente che un girone di un Europeo concentra mediamente una qualità maggiore a quello di un Mondiale), involandosi anche lì senza grande brillantezza ma con splendido cinismo alla finale, vinta poi con ulteriore sofferenza contro la Repubblica Ceca. A dir la verità, in questo Euro 2008 una partita davvero convincente la Germania l’aveva mostrata ai quarti contro il Portogallo e non è detto che non riesca a ripetersi anche nel match dell’Ernst Happel di Vienna. Esce dopo aver dato più del massimo una Turchia completamente incerottata (gli elementi disponibili ormai erano davvero pochi a furia di infortuni e squalifiche) e a tratti tanto bella quanto scriteriata nel proprio atteggiamento: la squadra di Fatih Terim ha infatti speso tantissimo nella pressione effettuata nel primo tempo, in cui la Turchia ha ben evidenziato le lacune difensive della Germania ma in cui ha anche rischiato più volte di lasciare grandi spazi in contropiede ai tedeschi, per poi risultare piuttosto affaticati fisicamente nel corso della ripresa, in cui elementi chiave della prima frazione come Colin Kazim-Richards sono decisamente spariti. E’ vero che forse quello era l’unico modo per mettere in difficoltà la Germania, ma accentuare il dinamismo nel primo tempo ha finito per essere deleterio per tutta la ripresa, quando poi Terim non aveva neppure tante alternative in panchina per cambiare la situazione. Proprio per questo motivo, esteticamente la squadra turca s’è fatta decisamente preferire, ma nella sconfitta subita la colpa sta anche nella tattica adottata e sarebbe stato curioso vedere la reazione atletica dei turchi in caso di prolungamento ai tempi supplementari. Di certo, Terim non poteva estrarre molto di più da questa squadra e il cammino della Turchia è già da applausi, considerando anche il modo incredibile in cui le partite precedenti erano state raddrizzate dei finali di gara: anche in questa semifinale il gol del pareggio era arrivato all’86’ e quindi negli ultimi minuti, ma stavolta qualcosa è andata storta e al 90’ la difesa s’è aperta troppo facilmente per consentire alla Germania la rete del definitivo 3-2.

La Germania conferma lo stesso undici che ha vinto brillantemente contro il Portogallo, lasciando in panchina anche l’ormai recuperato Torsten Frings, sostituito nuovamente dalla coppia centrale Rolfes-Hitzlsperger, mediani nel 4-2-3-1 voluto da Joachim Low. La Turchia invece deve forzatamente cambiare il proprio undici titolare, soprattutto a causa della squalifica del talentino Arda Turan e dell’infortunio della punta titolare Nihat Kahveci: il modulo rimane il 4-1-4-1 visto contro la Croazia, ma sulla fascia sinistra gioca Ugur Boral, mentre il centravanti è Semih Senturk. Non c’è posto in avanti per Tolga Zengin, il 24enne portiere del Trabzonspor che Terim aveva provato in allenamento come punta centrale, con quella che molto probabilmente era soltanto una provocazione e nulla di più.

La partita inizia molto lentamente, con la Turchia che dà l’impressione di volersi difendere con quasi tutti gli uomini dietro la linea della palla per poi provare delle ripartenze, ma mai impressione fu più errata perché di fatto gli uomini di Terim vogliono soltanto prendere le misure agli avversari.

In questa fase bloccata, la Turchia riesce comunque a creare due buone chance: la prima arriva al 7’ minuto, con Kazim-Richards che recupera palla a centrocampo e guarda sulla propria destra l’arrivo della sovrapposizione di Sabri Sarioglu per poi provare a far tutto fa solo e cercare la conclusione personale da fuori, con traiettoria però centrale che viene bloccata facilmente da Lehmann.

Un minuto dopo Lahm combina un pasticcio e perde palla in zona molto pericolosa, a riconquistarla è Hamit Altintop che però trova subito l’uscita di Lehmann, pronto a chiudere con il piede sulla conclusione dell’avversario.

La Germania prova ancora a fare manovra ma soffre tantissimo la densità di uomini della Turchia nella metà campo offensiva e non riesce ad essere brillante e ad incunearsi in questa selva di maglie. La Turchia, invece, prende sempre più coraggio e aumenta nell’intensità degli inserimenti offensivi e dei contrattacchi, approfittando dell’eccessiva lentezza dei tedeschi nel far girare il pallone e aggredendo gli avversari con grande tenacia.

I tedeschi faticano tantissimo in difesa: al 13’ Ayhan riprende con troppa facilità una palla vagante all’interno dell’area di rigore e sul fondo alla destra della porta, la difesa tarda a rientrare e il centrocampista turco può appoggiare facilmente all’indietro per Kazim-Richards, il quale calcia subito potente da distanza ravvicinata e colpendo benissimo il pallone, bruciando il possibile tentativo di Lehmann ma colpendo in pieno la traversa. Grossa occasione per la Turchia, con il giocatore del Fenerbahce che era stato bravissimo nella conclusione ma che è sfortunato nel non trovare il gol.

La Turchia ora è in piena pressione e in pieno possesso del gioco, riversandosi nella metà campo avversaria e giocando con grandissimo dinamismo, cercando di attaccare gli avversari con continui inserimenti dei centrocampisti.

In questo modo, la difesa tedesca è smascherata in tutti i suoi limiti e al 22’ si fa trovare ancora una volta troppo ferma, permettendo a Sabri Sarioglu di scambiare con Ayhan dopo una rimessa laterale: il cross di prima del terzino del Galatasaray trova in area di rigore una deviazione beffarda di Kazim-Richards, che colpendo in scivolata crea un involontario e stranissimo pallonetto che scavalca e sorprende nettamente Lehmann ma che finisce sulla traversa. La respinta finisce sui piedi di Ugur Boral che calcia immediatamente, prendendo in controtempo un Lehmann che provava a ripiazzarsi tra i pali e che non trova la coordinazione per respingere il pallone prima che questo varchi la linea di porta, facendoselo passare anche goffamente tra le gambe: è la rete dello 0-1, con la Turchia che passa meritatamente in vantaggio anche se trova il gol in modo fortunoso.

Al primo attacco vero, però, la Germania pareggia: al 26’ Klose è molto bravo nel tenere palla a centrocampo e far risalire la squadra appoggiando per Hitzlsperger, il quale apre sulla sinistra e dà il là alla ripartenza di Podolski, che avanza fino ad arrivare all’altezza dell’area di rigore, punta in uno contro uno Sabri Sarioglu e crossa basso al centro per Schweinsteiger. L’esterno del Bayern Monaco è bravissimo ad andare incontro al pallone prendendo il tempo a Mehmet Topal ma è ancora più bravo nella deviazione di esterno destro che sorprende Rustu e che infila il pallone nell’angolo più lontano, per la bellissima rete dell’1-1.

La partita adesso diventa molto bella perché la Turchia insiste nella spinta offensiva ma rischia di creare una spaccatura tra la propria difesa e il proprio centrocampo, in cui il buon lavoro in sponda e in appoggio di Klose finisce per dare un respiro leggermente diverso agli attacchi tedeschi, che comunque continuano a non essere continui. Terim chiede a Kazim-Richards di giocare più vicino all’unica punta Semih Senturk e di dare più incisività in avanti, visto che sulla destra ci pensa Sabri Sarioglu a dare velocità all’azione e a spingere come un forsennato.

In questo modo, però, il giocatore del Galatasaray lascia delle praterie in difesa, coma accade al 34’: Hitzlsperger lancia ancora una volta la ripartenza di Podolski, che parte da centrocampo e può attaccare a campo aperto ma, arrivato in area, l’attaccante del Bayern Monaco non è freddo nella conclusione perché potrebbe anche piazzare con semplicità il tiro ma decide di alzare la sua traiettoria e manda il pallone a sfiorare la traversa. E’ una grandissima occasione per la Germania, che ha ampi spazi sulla corsia sinistra perché su quella fascia la Turchia appare troppo sbilanciata in avanti.

E’ comunque ottimo il primo tempo di Kazim-Richards, che salta sempre il proprio avversario diretto grazie ad una grande esplosività che così gli permette di crearsi delle buone opportunità e di fare letteralmente impazzire Lahm. La Turchia riesce a giocare con una determinazione pazzesca e ad aprire la macchinosa difesa tedesca anche con gli scambi stretti, anche perché Semih Senturk gioca quasi esclusivamente in fase di appoggio per i compagni, un lavoro che riesce a fare molto bene: la squadra di Terim, così, riesce ad avere continuamente in mano il pallino del gioco.

Al 41’ la Turchia attacca per una volta con un’azione lenta e Kazim-Richards sulla destra va in appoggio per Sabri Sarioglu, il quale dal vertice destro dell’area ha poca pressione e calcia direttamente in porta, mandando il pallone alto di poco.

All’intervallo la Germania opta per una sostituzione forzata, visto che nel primo tempo Rolfes si era fatto malo in uno scontro testa contro testa con Ayhan ed è costretto ad uscire, per l’ingresso di Frings.

Come successo in avvio di primo tempo, anche nella ripresa la Germania inizia a manovrare, ma questa volta riuscirà a tenere il pallino del gioco con più continuità, anche perché la Turchia appare meno esplosiva fisicamente. Nella Mannschaft è sempre buono il lavoro in regia di Thomas Hitzlsperger, mentre Michael Ballack continua a non brillare e a non essere mai incisivo. Sono poco continui invece i movimenti di Bastian Schweinsteiger, il quale tende a stringere verso il centro e non punta mai sulla propria fascia, dove Hakan Balta finisce per non essere mai attaccato seriamente in tutti i 90 minuti.

Le migliori azioni partono dai piedi di Hitzlsperger, che al 51’ apre ancora una volta bene sulla sinistra, dove Lahm sfonda e all’altezza della linea dell’area di rigore viene letteralmente travolto da un intervento in ritardo di Sabri Sarioglu: incredibilmente, l’arbitro Busacca non vede il fallo e non assegna un rigore abbastanza evidente. L’unico dubbio riguarda la posizione di Lahm, che forse al momento del contatto era fuori area, ma il non assegnare questo fallo solare è da perfetti incompetenti: la categoria arbitrale europea è davvero in piena rovina se i Busacca, i Rosetti o i Michel sono i fischietti migliori.

Il ritmo di gara è adesso molto basso, con la qualità di gioco che appare anche decisamente scadente: la Turchia continua a tenere bene il campo e ritorna a manovrare, ma appare decisamente meno incisiva in avanti perché molto stanca dopo il dispendioso primo tempo e perché Kazim-Richards si eclissa totalmente dalla partita e non ripete l’ottima impressione data nei primi 45 minuti, risultando a tratti disastroso in questa ripresa. E’ eccellente invece la prestazione in mediana di Mehmet Aurelio, il quale annulla Ballack e recupera un gran numero di palloni. Adesso che la Turchia è stanchissima dovrebbe essere la Germania a comandare il gioco e ad imporsi, ma la Mannschaft delude decisamente in questa fase perché fa una fatica immensa a fare due passaggi di seguito e ad avanzare con una manovra brillante: secondo logica, i tedeschi avrebbero dovuto approfittare dell’affanno fisico degli avversari per travolgerli sul piano del gioco, ma questo non succede assolutamente.

Il migliore della Germania è sempre Hitzlsperger, che al 73’ scaglia una botta mancina delle sue che diventa devastante nonostante la pressione di Hamit Altintop, con il pallone che va largo di poco, anche se c’è da dire che Rustu era volato bene in tuffo.

Rustu fa molto peggio al 79’: dopo una manovra lentissima e prevedibile, Lahm forza un cross molto lento dalla trequarti, il portiere turco decide di uscire in maniera folle fino all’altezza del dischetto dell’area di rigore e si fa anticipare dallo stacco di Klose, che di testa non ha difficoltà ad insaccare nella porta vuota e nel realizzare il gol del 2-1. Davvero terribile l’errore di Rustu, che bissa la papera con cui aveva regalato a Klasnic il gol quasi decisivo nel quarto di finale contro la Croazia, quando però Semih Senturk riuscì nel miracolo di trovare comunque il pareggio e di portare la partita ai rigori: ancora una volta, l’attaccante del Fenerbahce di rivelerà il suo angelo custode.

La Turchia infatti tenta il tutto per tutto e all’86’ trova l’ennesimo gol nel finale di gara del suo Europeo: Lahm si fa ridicolizzare nello stretto da Sabri Sarioglu, che aggira l’avversario con troppa semplicità e arriva sul fondo per poi cerca il cross basso, la traiettoria finisce per essere troppo stretta ma Lehmann si addormenta e non si accorge che Semih Senturk s’era inserito per anticiparlo nettamente e per toccare alle sue spalle da posizione defilata, realizzando la rete del 2-2. Anche qui c’è un grosso errore del portiere, ma la Turchia sembra aver trovato l’ennesimo miracolo.

Però la squadra di Terim non ha fatto i conti con la voglia di riscatto di Philipp Lahm che al 90’ cancella totalmente una partita che fino a quel momento era stata pessima: il terzino del Bayern Monaco parte da lontano sulla sinistra e riesce ad accentrarsi grazie anche ad uno scivolone maldestro di Kazim-Richards (il quale addirittura si fa male in questa caduta) che gli apre un grande spazio, chiude un bel triangolo di prima con Hitzlsperger e va via incuneandosi benissimo in area per poi battere con freddezza l’uscita di Rustu, mandando il pallone sul sette con il piatto destro e realizzando alla grande il gol del 3-2.

E’ anche la rete che decide la semifinale e che porta la Germania a giocarsi il titolo nella finale di domenica 29: dopo una prova così brutta, la Mannschaft dovrà fare di meglio nella partita di Vienna, dove affronterà una tra Spagna e Russia. Paradossalmente, la squadra più pericolosa potrebbe essere quella di Hiddink, perché concentra il proprio gioco su quegli inserimenti continui dei centrocampisti che in questo match hanno fatto letteralmente impazzire la difesa tedesca, un trend che potrebbe ripetersi qualora fossero i russi ad approdare in finale. In caso di vittoria della Spagna, Mertesacker e Metzelder dovranno stare attentissimi alle accelerazioni di Fernando Torres e David Villa, ma la squadra di Aragones dovrebbe accelerare nettamente il proprio gioco per non rischiare di far uscire fuori la superiore fisicità della Germania.

Finisce qui l’incredibile avventura della Turchia, squadra dimostratasi folle anche in questa semifinale: la squadra di Terim ha sovvertito tutti i pronostici e ha dimostrato che in questi tornei brevi la combattività e la capacità di non mollare mai può essere un’arma fondamentale e vincente.


Germania-Turchia 3-2

Germania (4-4-2): Lehmann 5 – Friedrich 6 Mertesacker 5 Metzelder 5,5 Lahm 6 – Rolfes 5 (46’ Frings 5,5) Hitzlsperger 7 – Schweinsteiger 6 Ballack 4 Podolski 6 – Klose 6,5 (92’ Jansen sv)

In panchina: Enke, Adler, Fritz, Westermann, Gomez, Neuville, Trochowski, Borowski, Odonkor, Kuranyi
Commissario tecnico: Joachim Low 5

Turchia (4-1-4-1): Rustu 4 – Sabri Sarioglu 6,5 Mehmet Topal 5,5 Gokhan Zan 6 Hakan Balta 6 – Mehmet Aurelio 7 – Kazim-Richards 6 (92’ Tumer Metin sv) Hamit Altintop 6 Ayhan 6 (81’ Erding sv) Ugur Boral 6 (84’ Gokdeniz sv) – Semih Senturk 6,5

In panchina: Tolga, Servet Cetin, Emre Belozoglu, Emre Gungor
Commissario tecnico: Fatih Terim 6,5

Arbitro: Massimo Busacca (Svizzera) 4

Gol: 22’ Ugur Boral (T), 27’ Schweinsteiger (G), 79’ Klose (G), 86’ Semih Senturk (T), 90’ Lahm (G)
Ammonito: Semih Senturk, Sabri Sarioglu (T)

1 commento:

Anonimo ha detto...

grande germania! ha ribaltato il mito delle rimonte turche degli europei. Concordo su Lehmann, pessimo anche se rustu ha fatto molto peggio. L'importante è che terim e i turchi se ne siano tornati a casa, senno chi li reggeva piu?
gule gule turchia!