martedì 17 giugno 2008

Ballack regala i quarti di finale ad una Germania poco brillante

L’Austria gioca con il giusto atteggiamento ma regge soltanto un tempo e poi il gol di Ballack spegne i padroni di casa



Era impensabile che la Germania si facesse eliminare da una orgogliosa Austria e alla fine la Mannschaft ha passato il turno in maniera discretamente agevole, ma non convincendo gli osservatori. La condizione fisica della squadra di Joachim Low non appare ancora all’altezza delle squadre migliori ed è obbligatorio recuperarla in tempo per i quarti di finale, visto che il Portogallo non è una squadra morbida da affrontare come lo è stata la Polonia e come in parte lo è stata anche l’Austria, soprattutto sul piano tecnico. Dopo un biennio molto positivo sul piano del gioco, i tedeschi si sono abbastanza nascosti in questi match del girone, proponendo un calcio molto lontano da quello proposto fin qui ma, conoscendo anche la storia di questa Nazionale, non bisogna sottovalutare la capacità della Germania di ritrovarsi nei momenti che contano e non è escluso che il gioco possa essere ritrovato proprio giovedì prossimo. La Mannschaft vista contro l’Austria ha mostrato un po’ di problemi in ogni reparto, con Mertesacker che ancora una volta è incomprensibile in un paio di decisioni prese in attacchi avversari, Frings e Ballack che appaiono soffrire sul piano fisico e Gomez che proprio non riesce a rendere bene in questi Europei, anche quando ha occasioni da gol facili facili. Dopo un primo tempo anche molto sofferto, ci vuole un calcio piazzato battuto perfettamente da Ballack per sbloccare la partita e mandarla in discesa e mandare la Germania a sfidare il Portogallo, ma l’Austria ha giocato una partita di grande orgoglio e con il giusto atteggiamento: la squadra di Josef Hickersberger sapeva di non avere nulla da perdere e che la logica avrebbe voluto che i tedeschi avessero vinto facilmente, ma ha provato lo stesso a giocarsi le carte, con un modulo molto offensivo che ha messo in difficoltà gli avversari in un paio di occasioni. Vista la scarsa qualità della rosa austriaca, era difficile fare di più e probabilmente la squadra ha reso anche oltre le proprie possibilità e per questo va comunque applaudita, anche perché l’eliminazione al primo turno era francamente scontata già prima dell’inizio degli Europei. La differenza tra i valori in questo match era talmente ampio che un’Austria che lotta molto ma perde raccoglie i favori e le simpatie del pubblico neutrale, mentre una Germania che vince limitandosi al compitino non lascia una sensazione del tutto positiva, come se a questa Nazionale stesse mancando ancora qualcosina: Felipe Scolari e il suo Portogallo, però, faranno bene a non illudersi, perché ai quarti di finale si potrebbe vedere una Mannschaft completamente diversa da questa.

L’Austria scende in campo con il terzo modulo diverso in queste tre partite degli Europei: dopo il 3-5-2 visto contro la Croazia e il 4-4-2 mostrato contro la Polonia, ecco il coraggiosissimo 3-4-3 scelto ha Hickersberger che avanza Umit Korkmaz nella linea d’attacco, formando un vero tridente con Harnik e Hoffer, quest’ultimo all’esordio agli Europei e preferito a Linz. La Germania cambia poco e opta per un’unica novità rispetto alla formazione che era stata sconfitta dalla Croazia, con l’innesto di Friedrich sulla corsia destra di difesa, con Lahm a passare sulla sinistra e Jansen a scivolare in panchina.

I padroni di casa interpretano la partita con coraggio ma in questo modo rischiano grosso in difesa e al 5’ la Germania ha un’occasione colossale per passare subito in vantaggio e mandare la partita in discesa (ricordando che anche un pareggio garantirebbe la qualificazione alla squadra di Low): Klose riesce a penetrare bene sul versante destro dell’area di rigore, protegge palla e poi appoggia dentro regalando un pallone d’oro a Gomez, il quale deve soltanto appoggiare il pallone da due passi nella porta vuota ma tocca malissimo, mancando l’impatto con la sfera e alzando un campanile davvero inguardabile e all’attaccante dello Stoccarda non serve nulla provare a contendere il pallone a Garics, il quale di testa riesce a salvare sulla linea. Errore clamoroso di un attaccante che appare davvero la brutta copia di quello ammirato in Bundesliga e che ha attirato l’attenzione di tante squadre anche all’estero: Gomez sembra pagare in maniera eccessiva il peso di questi Europei e finora s’è proposto in tre prestazioni davvero molto brutte.

L’Austria vuole attaccare in velocità la difesa della Germania e vuole giocarsi al massimo tutte le proprie carte: sapendo di non aver nulla da perdere, Hickersberger non ha voluto creare delle barricate in difesa, rischiando anche di subire un’imbarcata ma giocandosela per quanto possibile. In fase d’attacco, il modulo austriaco è un 3-4-3 che punta molto sulla spinta sulle fasce, ma in fase difensiva diventa un 5-4-1 perché gli esterni scalano in difesa. La Germania sembra trovare comunque buoni spazi in profondità, perché anche quando è schierata con 10 uomini dietro la linea della palla l’Austria non mostra eccessiva solidità, in quanto ci sono degli errori individuali in fase di chiusura che possono creare spazi interessanti agli avversari: nonostante ciò, va detto che Hickersberger ha davvero studiato bene la partita, dando alla propria squadra un atteggiamento decisamente positivo. Anche la Germania ha i suoi buoni problemi difensivi, in particolare con Mertesacker che al 18’ si ripropone in un altro non-intervento molto pericoloso che rischia di bissare quello del primo gol concesso alla Croazia, mentre un paio di minuti dopo la linea difensiva si alza male tentando il fuorigioco con Lahm che resta fuori posizione e crea una buonissima chance per l’Austria, con soltanto una bella uscita di Lehmann che riesce a salvare il pericolo.

Nella fase centrale di tempo l’Austria gioca pure bene e al 21’ Aufhauser trova lo spazio per il tiro da fuori con una conclusione bassa e angolata su cui Lehmann deve impegnarsi per deviare in corner.

Un paio di minuti dopo la Germania risponde con una buona azione manovrata che permette a Podolski di tentare la gran conclusione da fuori, con traiettoria bassa e potente che costringe Macho a deviare in corner con un intervento di grande reattività.

La Germania fa tanta fatica e ha poca fluidità nel creare gioco, con Ballack che combina poco anche quando non deve subire la pressione e il dinamismo di un giocatore come Modric, che nello scorso match lo aveva fatto soffrire molto: il centrocampista del Chelsea non mostra una grande condizione e non riesce a dare qualità alla propria squadra. Come successo già con Linz (mai visto un centravanti che in due partite non prova un tiro nemmeno per sbaglio), anche Hoffer non riesce ad arrivare alla conclusione nel primo tempo, ma i movimenti del 21enne sono decisamente migliori di quelli del compagno d’attacco, ma molte volte i tentativi austriaci sono strozzati dal fischio dell’arbitro Mejuto Gonzalez, troppo protezionista nei confronti della Germania e soprattutto con i difensori tedeschi, considerato che fischia punizione per la Mannschaft ogni qual volta questi vengono messi in difficoltà dal pressing austriaco.

L’atteggiamento dell’arbitro forse fa innervosire i due ct che al 40’ si rendono protagonisti di una scena abbastanza curiosa, litigando in modo abbastanza acceso a bordocampo, con il quarto uomo incapace di riportare la calma, fin quando Mejuto Gonzalez non decide di espellerli entrambi e di mandarli in tribuna: all’intervallo, però, è bella la scena pescata dalle telecamere tedesche in cui si vedono i due ct Hickersberger e Low arrivare quasi a ridersela tra di loro ripensando alla figuraccia fatta sotto gli occhi di una platea così vasta e l’incidente sembra risolto, con i due ct che però vengono confinati in tribuna a guardare il match.

La partita è più difficile rispetto alle attese per la Germania, che però al 49’ riesce a trovare il per sbloccarla e per mandarla in discesa: punizione potente battuta da Ballack in posizione centrale dopo il tocco di due compagni, con la palla che va dritta per dritta fino all’incrocio dei pali più lontano, con Macho che non può davvero nulla per frenare la staffilata del tedesco, per la rete dello 0-1. Di fatto, la vara opposizione dell’Austria finisce qui.

Al 54’ la Germania cerca il raddoppio con il tiro da fuori e radente di Podolski, ma la conclusione ad incrociare termina larga anche se non di molto.

Un minuto dopo l’Austria si sbilancia ulteriormente in avanti, togliendo il difensore centrale Hiden e inserendo Leitgeb, che va in mediana a comporre un 4-2-1-3 tipico di qualche squadra tedesca (lo utilizzava spesso lo Schalke 04 quando aveva il trequartista Lincoln), abbassando i due esterni Garics e Fuchs fino alla linea dei terzini e avanzando Ivanschitz in posizione di trequartista.

L’Austria prova a reagire ma non trova più velocità nella propria manovra e la Germania riesce a chiudere facilmente tutti gli spazi: soltanto Umit Korkmaz riesce di tanto in tanto ad accelerare, mentre Hoffer in questa ripresa appare in netta sofferenza in mezzo alla difesa tedesca e non riesce più a farsi vedere molto. Chi si fa vedere con continuità è invece Garics, che corre come un matto sulla corsia di destra per tutti i 90 minuti ed è davvero tra i migliori in campo.

Al 60’ è la Germania a fare una sostituzione, togliendo Gomez e inserendo Hitzlesperger, il quale fa l’esterno sinistro con Podolski seconda punta: Gomez va a sedersi in panchina e appare davvero sconfortato per la sua prova ma è evidente come in questi Europei non riesca ad essere sé stesso. A questo punto, Low deve decidere se provare a puntare su di lui anche nei quarti di finale, o provare a puntare su Klose in posizione di prima punta, visto che con questo modulo l’attaccante del Bayern Monaco deve partire troppo lontano dalla porta ed è poco presente in fase di conclusione, ma considerato che Gomez non sta incidendo per nulla sotto porta è forse più logico riportare Klose in un ruolo di punta centrale e impiegarlo maggiormente in fase di finalizzazione.

Di fatto nel secondo tempo c’è da segnalare solo la trottola di sostituzioni e di cambi di modulo, con l’Austria che al 67’ fa uscire un Harnik calato moltissimo alla distanza per inserire Kienast: adesso, nel tridente d’attacco nessuno occupa stabilmente la posizione di esterno destro, con Hoffer che si allarga di tanto in tanto.

La partita ha ritmi molto lenti, con l’Austria che non ha grande qualità e fa troppa confusione nel suo gioco: la volontà non basta per creare pericoli ad una difesa tedesca che adesso è molto coperta dall’intera squadra, considerando che la Germania abbassa notevolmente il proprio baricentro e sembra intenzionata a non sprecare particolari energie in questo finale di gara. Di tanto in tanto, la Mannschaft si fa vedere in contropiede, considerando anche che l’Austria si sbilancia molto nella ricerca del pareggio.

L’unica occasione del secondo tempo dell’Austria arriva all’84’ con un tiro strozzato di Ivanschitz dal limite che accende Hoffer in area di rigore, il quale controlla e riesce a girarsi molto bene per calciare potente di sinistro, mandando il pallone fuori di poco. Sfortunato il giovane attaccante del Rapid Vienna ma davvero molto bravo a trovare questa soluzione.

Negli ultimissimi minuti la Germania sfiora più volte il raddoppio, in particolare al 94’ quando Lehmann fa ripartire un contropiede a campo aperto in tre contro uno che viene portato avanti da Neuville (subentrato al posto di Podolski), il quale vuole fare tutto da solo e in qualche modo riesce a crearsi lo spazio per il tiro ma con l’esterno destro lo manda a sfiorare il palo, con un errore non da lui.

Finisce senza grandi preoccupazioni per la Germania, che però dovrà cambiare volto in vista del quarto di finale di giovedì prossimo contro il Portogallo, perché la Mannschaft vista in queste tre partite difficilmente potrebbe avere la meglio contro l’undici di Scolari.

Esce con onore l’Austria: si sapeva che la squadra di Hickersberger era la meno qualitativa sul piano tecnico delle sedici Nazionali presenti ad Euro 2008, ma gli austriaci si sono fatti apprezzare per l’orgoglio e la voglia che hanno messo in campo e hanno tenuto ben alta la propria bandiera.


Austria-Germania 0-1

Austria (3-4-3): Macho 6,5 – Stranzl 6,5 Hiden 6,5 (55’ Leitgeb 5) Pogatetz 6 – Garics 7 Aufhauser 6 (63’ Saumel 5,5) Ivanschitz 6 Fuchs 6 – Harnik 6 (67’ Kienast 5) Hoffer 6 Umit Korkmaz 6,5

In panchina: Manninger, Ozcan, Standfest, Vastic, Linz, Gercaliu, Katzer, Patocka
Commissario tecnico: Josef Hickersberger 6,5

Germania (4-4-2): Lehmann 6,5 – Friedrich 5,5 Mertesacker 5,5 Metzelder 6,5 Lahm 6 – Fritz 5 (93’ Borowski sv) Frings 5,5 Ballack 6 Podolski 6 (83’ Neuville sv) – Gomez 3 (60’ Hitzlesperger 5,5) Klose 6

In panchina: Enke, Adler, Jansen, Westermann, Rolfes, Trochowski, Odonkor, Kuranyi
Commissario tecnico: Joachim Low 6

Arbitro: Manuel Mejuto Gonzalez (Spagna) 5,5

Gol: 49’ Ballack
Ammoniti: Stranzl, Ivanschitz, Hoffer (A)

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