giovedì 19 giugno 2008

La Spagna chiude in bellezza il proprio girone

La Grecia abdica dal trono di Campione d’Europa terminando il girone a zero punti, subendo un 2-1 firmato dalle reti di De La Red e Guiza



La Spagna chiude in bellezza il girone battendo la Grecia in una sfida senza una reale posta in palio, visto che le Furie Rosse avevano già passato il turno vincendo il Gruppo D, mentre gli ellenici erano già sicuri dell’eliminazione: il vero motivo d’interesse era dato dal abdicazione della Nazionale di Otto Rehhagel, che giocava l’ultima partita da Campione d’Europa e che vedeva diversi elementi al logico passo d’addio per raggiunti limiti d’età, tra cui un Nikopolidis davvero disastroso in questo Europeo. Di fatto, la partita vista in quel di Salisburgo ha avuto poco senso, visto che la Grecia era visibilmente demotivata e non aveva neppure bisogno di addormentare la partita, visto che il possesso palla spagnolo andava quasi sempre in orizzontale, tranne per qualche bella verticalizzazione di Cesc Fabregas. La Spagna chiude così il proprio girone a punteggio pieno, proprio come era già successo due anni fa ai Mondiali, sempre con Luis Aragones in panchina: in Germania, però, le Furie Rosse si sciolsero proprio sul più bello, nelle partite da dentro o fuori, facendosi eliminare dalla Francia e confermando i soliti problemi caratteriali. Adesso è da capire se con due anni di esperienza in più di buona parte del gruppo questi limiti continueranno ad imporsi rispetto alle possibili qualità di questa squadra che sicuramente ha bisogno di un risultato importante per lanciarsi e prendere fiducia: forse per questo l’avversario migliore da affrontare ai quarti di finale è l’Italia molle e piena di problemi vista fin qui, soprattutto perché ha una difesa che potrebbe soffrire molto le incursioni di Fernando Torres e David Villa e le verticalizzazioni centrali degli spagnoli, un po’ come successo contro la Russia (fatte le debite proporzioni). Nel match contro la Russia hanno avuto modo di mettersi in mostra elementi che chiedono un posto da titolare come Xabi Alonso e Cesc Fabregas, con quest’ultimo che sembra convincere tutti sulla sua migliore affidabilità rispetto a Xavi, soprattutto perché il centrocampista dell’Arsenal riesce a verticalizzare con più continuità una manovra che diventerebbe troppo orizzontale e poco pericolosa. Un altro elemento che s’è fatto ben valere è Ruben De La Red, il quale ha anche realizzato il gol del momentaneo pareggio, in una rimonta completata da un Daniel Guiza non totalmente convincente. La Spagna può prendere comunque fiducia anche da questa vittoria, ma adesso Aragones deve lavorare con i suoi soprattutto sul piano mentale per non ricadere per l’ennesima volta in una delusione al primo ostacolo vero da affrontare.

La Grecia scende in campo con il 4-3-3 con Charisteas che viene utilizzato come punta centrale, dopo aver giocato largo a destra nelle altre due partite: al suo fianco svariano due elementi di grande movimento come Salpingidis e Amanatidis. La Spagna si schiera invece con il 4-1-4-1 con Xabi Alonso perno arretrato e Fabregas e De La Red a fare gli interni di centrocampo. L’unico titolare schierato da Aragones è Andres Iniesta, mandato in campo soprattutto per le condizioni fisiche non perfette di Santi Cazorla.

La Spagna fa girare palla lentamente ma con sicurezza, tenendo bassi i ritmi e ogni tanto proponendosi nella verticalizzazione per attaccare la lentezza dei difensori centrali della Grecia, anche se alla fin fine le Furie Rosse non tendono mai a forzare i tempi. Già dall’inizio è molto attivo Cesc Fabregas come regista offensivo, proponendosi nel dare verticalità al gioco offensivo della Spagna, ciò che non sempre riesce a fare Xavi: il centrocampista dell’Arsenal si muove liberamente per tutto il campo e questo gli permette di essere sempre nel vivo della manovra e di toccare un gran numero di palloni. La Grecia non si fa schiacciare all’indietro ma ha sempre poca qualità nella manovra: le due squadre giocano quindi molto sul possesso di palla ma arrivano raramente al tiro, soprattutto gli ellenici perché non hanno gli spunti che di tanto in tanto ha la Spagna.

Ad accendere gli animi in zona tiro è sempre Xabi Alonso, che al 23’ sfiora una rete fantastica: il centrocampista del Liverpool (chissà per quanto tempo però, visto che è dato in uscita da Anfield) vede Nikopolidis fuori dai pali e va alla conclusione dalla propria metà campo, il portiere tenta di rientrare in tempo sul pallonetto preciso dell’avversario ma va a sbattere con il corpo contro il palo, mentre il pallone sfiora la traversa e termina alto davvero di poco. Xabi Alonso non è certo nuovo a queste imprese, visto che in carriera ha già segnato dalla propria metà campo contro il Luton Town (con il portiere che però si era lanciato in attacco per tentare il pareggio nei minuti di recupero del match) e contro il Newcastle.

Gli attaccanti faticano parecchio ad entrare in partita: nella Spagna, Guiza appare troppo statico, mentre nella Grecia Charisteas appare troppo isolato al centro dell’attacco, con Amanatidis troppo impegnato a rincorrere gli avversari e Salpingidis che corre molto ma non incide mai.

Ad andare al tiro è sempre Xabi Alonso: al 30’ Fabregas si fa vedere in appoggio e tocca per il suo compagno, che va al destro da fuori area ma manda largo.

Il ritmo è sempre bassissimo, con la Spagna che in quest’ultimo quarto d’ora del primo tempo ha un’evidente supremazia a centrocampo, ma le Furie Rosse a volte sono troppo leziose nel loro gioco, anche perché il match non conta granché sul piano del risultato e possono permettere anche qualche ricamo in più.

Al 38’ la Spagna dispone di una punizione da posizione centrale che Fabregas batte in orizzontale per sorprendere gli avversari e lasciare lo spazio per il tiro di Xabi Alonso, il quale naturalmente non si lascia pregare e calcia subito basso con il piatto destro, con il pallone che va sul fondo dopo aver sfiorato il palo.

A sorpresa, però, ad andare in vantaggio all’intervallo è la Grecia, grazie al gol arrivato al 42’: punizione leggermente defilata sulla sinistra battuta morbida da Karagounis, al centro dell’area Charisteas riesce a liberarsi troppo facilmente da una marcatura e incorna bene battendo Reina, per realizzare la rete dell’1-0. Il match winner della finale di quattro anni fa riesce perlomeno a sbloccare il proprio bottino (e quello della propria squadra) prima dell’addio alla competizione.

In avvio di ripresa la Spagna torna ad avere il possesso del centrocampo e a manovrare lentamente in avanti: non convince molto la prestazione di Sergio Garcia, che non riesce ad essere dinamico come suo solito, nonostante questa sia la sua caratteristica migliore. Col passare dei minuti migliora invece l’impatto di Ruben De La Red, che in questa ripresa riesce ad alternarsi a Fabregas nella regia offensiva, dopo un primo tempo un po’ troppo impreciso per il giocatore del Getafe.

Nella Spagna però tira sempre lo stesso uomo, ovvero Xabi Alonso, e sempre con una grande pericolosità: al 54’ il centrocampista del Liverpool trova spazio davanti a sé e cerca la cannonata da 25 metri, trovando un gran tiro che non entra in rete solo per l’opposizione del palo.

Il pareggio arriva comunque al 61’ grazie al primo tiro spagnolo di una certa insidiosità non arrivato dai piedi di Xabi Alonso: lancio dalla trequarti di Fabregas, sponda arretrata di testa di Guiza e gran botta da appena dentro l’area da parte di De La Red, che batte un poco reattivo Nikopolidis, il quale tocca il pallone con il braccio soltanto per deviarlo nella parte bassa della traversa e poi in rete, per l’1-1. E’ la prima rete di Ruben De La Red con la maglia delle Furie Rosse, alla sua terza presenza.

Al 64’ si fa vedere anche la Grecia con un’azione manovrata, portata avanti da Amanatidis che vede lo spazio nella difesa spagnola e verticalizza benissimo per Charisteas, il quale taglia sul versante sinistro dell’area di rigore, aggira l’uscita di Reina e da posizione defilata cerca la conclusione in porta, ma trova il palo esterno a negarli il gol del nuovo vantaggio. E’ l’unico bello spunto di tutta la partita di Amanatidis.

Adesso la Grecia sembra più distratta in difesa e lascia più spazi, rendendo di conseguenza migliore il rendimento di Guiza, giocatore molto bravo nell’attaccare la difesa avversaria a spazi aperti.

Al 73’ Santi Cazorla (subentrato nella ripresa al posto di un Iniesta svogliato e con la testa ai quarti di finale) cerca l’apertura sulla sinistra ma il contrasto con Basinas finisce per accendere Guiza in area di rigore e defilato sulla destra: il Pichichi dell’ultima Liga cerca il tiro ad incrociare ma manda largo, anche se non di molto.

Nel finale di gara, la Spagna ha grandi spazi in zona offensiva, ma Guiza e Sergio Garcia sprecano diverse occasioni calciando molto male e lontano dalla porta. Nel finale sembra di assistere ad un powerplay hockeistico, tanto la Spagna fa girare il pallone senza che la Grecia riesca ad opporsi.

Alla fine, Dani Guiza riesce a riscattarsi dopo parecchi errori e firma la rete della vittoria all’88’: dalla destra Sergio Garcia decide di portarsi il pallone sul mancino e crossare a giro, Dellas scivola e lascia liberissimo Guiza sul secondo palo, con l’attaccante del Maiorca che incorna con buona potenza da distanza ravvicinata e batte un Nikopolidis stavolta incolpevole. E’ la rete dell’1-2 e anche per Guiza questo è il primo centro in Nazionale, con cui ha raccolto 5 caps.

Finisce allora con la terza vittoria su tre match il girone della Spagna, già però concentrata ai quarti di finale e alla sfida contro l’Italia: stavolta le Furie Rosse non possono sbagliare per deludere i propri tifosi per l’ennesima volta, sempre nel momento che conta. La rivincita sulla Grecia dopo l’eliminazione nel girone di quattro anni fa (come è stata descritta questa vittoria da qualche giornale spagnolo) di fatto lascia il tempo che trova e soprattutto non fa vincere nessuno trofeo.

Per la Grecia, l’Europeo finisce addirittura a zero punti, l’unica squadra dei quattro gironi a perdere tutte e tre le partite: il miracolo di quattro anni fa era irripetibile e adesso Rehhagel deve essere bravo a rinnovare per bene la propria squadra e presentarla tirata a lucido per le qualificazioni ai Mondiali 2010.


Grecia-Spagna 1-2

Grecia (4-3-3): Nikopolidis 5 – Vintra 6 Kyrgiakos 6,5 (63’ Antzas 5,5) Dellas 5,5 Spiropoulos 6,5 – Basinas 6 Katsouranis 5 Karagounis 6 (74’ Tziolis sv) – Salpingidis 4 (86’ Giannakopoulos sv) Charisteas 6,5 Amanatidis 5

In panchina: Chalkias, Tzorvas, Samaras, Goumas, Liberopoulos
Commissario tecnico: Otto Rehhagel 5,5

Spagna (4-1-4-1): Reina 6 – Arbeloa 6 Raul Albiol 6,5 Juanito 6,5 Fernando Navarro 6,5 – Xabi Alonso 7 – Sergio Garcia 5 Fabregas 7 De La Red 6,5 Iniesta 5,5 (59’ Santi Cazorla 6) – Guiza 6

In panchina: Casillas, Palop, Marchena, Puyol, David Villa, Xavi, Fernando Torres, Capdevila, Sergio Ramos, Marcos Senna, David Silva
Commissario tecnico: Luis Aragones 6

Arbitro: Howard Webb (Inghilterra) 6

Gol: 42’ Charisteas (G), 61’ De La Red (S), 88’ Guiza (S)
Ammoniti: Vintra, Basinas, Karagounis (G), Arbeloa, Guiza (S)


Classifica Gruppo D:

Spagna 9 (+5)
Russia 6 (=)
----------------------------------------
Svezia 3 (-1)
Grecia 0 (-4)

Spagna vince il Girone D
Russia qualificata ai quarti di finale


Questo è il programma dei quarti di finale:

Giovedì 19 Giugno:

ore 20.45
Portogallo-Germania (Sankt Jacob Park, Basilea)

Venerdì 20 Giugno:

ore 20.45
Croazia-Turchia (Ernst Happel Stadion, Vienna)

Sabato 21 Giugno:

ore 20.45
Olanda-Russia (Sankt Jacob Park, Basilea)

Domenica 22 Giugno:

ore 20.45
Spagna-Italia (Ernst Happel Stadion, Vienna)

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