domenica 15 giugno 2008

La Grecia abdica già alla seconda partita affossata dal proprio portiere Nikopolidis

Guus Hiddink cerca l’ennesimo miracolo della sua carriera e con la sua Russia si giocherà l’accesso ai quarti di finale contro la Svezia



Ripetere l’impresa di quattro anni fa era francamente impossibile e impensabile, ma dalla Grecia di Otto Rehhagel era lecito attendersi molto di più in questo Euro 2008 in cui partiva da campione in carica, anche perché la squadra ellenica pareva discretamente rinnovata nei propri giocatori: alla fine, però, Rehhagel ha puntato un po’ troppo sui “senatori” che avevano vinto quattro anni fa e la squadra non ha avuto la verve necessaria per reggere il passo con le altre, uscendo già dopo due partite e rischiando (qualora non si segnasse neppure nell’ultimo match) di finire l’Europeo senza neppure realizzare un gol. Dopo l’ottimo girone di qualificazione, si ci aspettava perlomeno una squadra competitiva per passare il primo turno ma per Rehhagel è già stato molto essere arrivato a questi Europei e ora vuole lottare per potare la Grecia anche ai Mondiali del 2010, dopo l’ultima (e unica) partecipazione che è datata 1994. Il gioco poco spettacolare stavolta non ha pagato, in un Europeo che, al contrario, si sta dimostrando abbastanza divertente e allora sarà curioso capire come Rehhagel saprà rinnovarsi, considerando che lui ha sempre attuato questo tipo di gioco nella sua carriera, anche quando allenava Werder Brema (squadra che adesso è famosa proprio per l’opposto, ovvero per il gioco notevolmente sbilanciato in avanti) e Kaiserslautern, arrivando alla conquista di ben tre Bundesliga. A condannare la Grecia è proprio uno dei grandi vecchi, ovvero Antonios Nikopolidis, davvero pessimo nell’uscita che ha regalato il gol decisivo alla Russia di un altro ct di grande successo, ovvero Guus Hiddink: secondo molti, la Nazionale russa è la squadra meno attrezzata tra le 14 qualificate agli Europei (davanti soltanto all’Austria ospitante), ma in qualche modo (con grande fortuna, visto il gol realizzato in questo match) all’ultima giornata sarà lì a giocarsi la qualificazione nello scontro diretto, con la vecchia volpe olandese che proverà a conquistarsi i quarti di finale proprio per andare a scontrare la sua Olanda, in un derby tutto particolare. La vera speranza di Hiddink è affidata all'elemento di maggior spessore che gli è mancato in queste prime due partite, ovvero il talentuoso fantasista Andrei Arshavin (squalificato per un’espulsione subita addirittura nella trasferta ad Andorra, una sciocchezza davvero clamorosa). Il suo rientro sarà fondamentale, perché innalza il tasso tecnico di una squadra forse troppo schematica nel proprio gioco, senza grandi sussulti né di ritmo né di qualità. E allora un Arshavin decisamente più solido e vivace di Torbinskiy sarà fondamentale per poter sperare in uno sgambetto alla Svezia, considerando anche che quest’ultima è una squadra non trascendentale, ma il grosso rammarico di Hiddink è quello di non poter disporre del bomber Pavel Pogrebnyak, elemento capace di pungere maggiormente di Pavlyuchenko (giocatore che comunque è stato positivo in questa partita) e di dare maggiore pericolosità offensiva. Il match visto a Salisburgo non è stato certo trascendentale, anzi a tratti è stato abbastanza noiosa, dimostrazione di due squadre poco efficaci in attacco.

Dopo la brutta partita giocata contro la Svezia, la Grecia cambia modulo e torna al 4-3-3 visto nelle qualificazioni, con Amanatidis a fare l’ala sinistra e Nikos Liberopoulos (capocannoniere dell’ultimo campionato greco con la maglia dell’AEK Atene) in posizione di centravanti. Cambi importanti anche a centrocampo, dove viene inserito Patsatzoglou come interno destro, mentre Basinas fa l’interno sinistro e Katsouranis il mediano. Anche la Russia è reduce da una prova incolore e cambia il proprio modulo in un 4-4-1-1, che vede Torbinskiy partire alle spalle dell’unica punta Pavlyuchenko. In difesa viene inserito Ignashevich al posto di un Shirokov disastroso contro la Spagna.

Come ampiamente prevedibile, il ritmo di gioco è molto basso, con la Russia che ogni tanto prova qualche fiamma in zona offensiva e fa più possesso di palla, faticando però a trovare profondità. La Grecia rimane dietro e cerca di spingere con lanci lunghi, non andando mai ad organizzare una vera manovra offensiva: perlomeno, però, gli ellenici ci risparmiano l’insopportabile melina difensiva vista per quasi tutto il match contro la Svezia.

La prima occasione del match arriva all’11’, con Bilyaletdinov che parte defilato sulla destra e poi tenta il mancino da fuori area, non trovando precisione e mandando alto il pallone.

E’ proprio la squadra di Hiddink a provare ad essere più pungente: al 14’ Semshov recupera un buon pallone su Basinas sulla trequarti offensiva e fa partire la transizione con Bilyaletdinov che apre sul versante sinistro dell’area di rigore, laddove appostato c’è Pavlyuchenko che rientra sul destro e prova a piazzare la propria conclusione con il piatto a cercare l’angolo più lontano, Nikopolidis però è attento e balza per alzare in corner.

Il corner è battuto lungo e arriva fino al limite dell’area, dove Zhirkov prova la botta al volo colpendo di esterno sinistro, ma il suo tiro termina largo.

In questa fase di gara le due squadre sembrano più concentrate a chiedere calci di rigore a gogò, ma è soprattutto la Russia ad accendere il ritmo di tanto in tanto: la squadra di Hiddink sfrutta molto le due corsie, soprattutto quella sinistra dove Zhirkov sale con grande costanza, approfittando dei movimenti di Bilyaletdinov che stringe sempre verso il centro. La Grecia prova ad uscire ma fatica moltissimo a guadagnare metri per arrivare in zona pericolosa.

L’unico spiraglio per gli ellenici sono i calci piazzati, come al 20’: punizione battuta dalla trequarti sinistra da Basinas direttamente verso l’area di rigore, Charisteas si stacca dal mucchio e rimane isolato al centro dell’area ma sfiora appena il colpo di testa, la palla prosegue la sua traiettoria e sembra diretta verso la porta ma Semshov riesce in qualche modo a salvare, colpendo prima col piede destro e poi addirittura col volto con un auto-carambola che manda il pallone in corner.

La partita è chiusissima e ha una fase centrale in cui le squadre non trovano spazi, ma ad aprirla ci pensa un colpo di “genio” di Antonios Nikopolidis al 33’: cross da sinistra di Bilyaletdinov che va via lunghissimo oltre il secondo palo ma non supera la linea di fondo, Nikopolidis a questo punto decise di uscire in modo assurdo dai pali e Semak si rende conto che quel pallone vagante può essere prezioso e improvvisa un cross in rovesciata che riesce a superare un Nikopolidis piazzato in modo folle e trova al centro dell’area Zyrianov, che a quel punto deve soltanto appoggiare all’interno della porta sguarnita, realizzando nel modo più incredibile la rete dello 0-1. Davvero folle l’uscita di Nikopolidis, che già contro la Svezia aveva espresso delle “perle” di bravura in tal senso, ma la cosa più divertente la si vede nel replay visto che Pavlyuchenko dopo il cross sbagliato da Bilyaletdinov va a girarsi e a lamentarsi con i compagni per qualche movimento sbagliato, senza accorgersi della follia che stava succedendo alle sue spalle.

Dopo il gol, la Russia prende coraggio e si inserisce sugli spazi offensivi con maggiore pericolosità, a mettere in difficoltà una Grecia davvero appesantita.

Al 40’ i Campioni d’Europa perdono pure il terzino Seitaridis per un infortunio all’inguine ed entra Karagounis, il quale va a fare l’interno sinistro a centrocampo, con Basinas a fare l’interno destro e Patsatzoglou va nel ruolo di terzino destro.

Nella ripresa la Russia crea diverse occasioni in contropiede, come al 47’ quando Pavlyuchenko si porta palla sul sinistro e dal limite tenta la conclusione bassa, con Nikopolidis che stavolta si comporta da portiere e blocca in tuffo.

Con maggiori spazi a disposizione, Pavlyuchenko si fa vedere maggiormente e diventa molto pericoloso, come al 53’ quando controlla palla sulla sinistra, salta netto Kyrgiakos e punta l’area di rigore per poi cercare il primo palo con un tiro radente, ma trova soltanto l’esterno della rete.

Sull’azione successiva la Grecia prova a scuotersi con una botta rabbiosa da fuori di Karagounis, ma Akinfeev non perde mai la calma e respinge bene di pugno.

La partita ha una fase con ritmi buoni, perché la Grecia si lancia all’attacco con tutta la foga possibile e lascia spazi ai veloci contropiede russi, portati avanti da un Pavlyuchenko che nel secondo tempo diventa una vera spina nel fianco della difesa greca, visto che la punta dello Spartak Mosca trova sempre la posizione giusta anche sui lanci sparati a casaccio dai suoi difensori e attacca sempre in velocità.

Il 26enne si dimostra molto bravo anche in appoggio al 57’, quando Zhirkov tocca in diagonale in area di rigore per Pavlyuchenko che di tacco serve subito Bilyaletdinov liberandogli benissimo lo spazio per il tiro: l’esterno del Lokomotiv Mosca tenta il diagonale potente ma manda largo. La Russia però comincia a sprecare troppi contropiede e non chiude il match, lasciando semiviva una Grecia quasi spacciata.

Il ritmo torna bassissimo perché la Grecia perde quella foga agonistica con cui aveva iniziato la ripresa e torna ad essere lentissima nei suoi attacchi, con le punte che (nonostante l’ingresso di Gekas al posto del pessimo Liberopoulos) che continuano a latitare: Charisteas prova a fare del lavoro di sacrificio ma non incide, così come Amanatidis che si vede davvero pochissimo. Oltretutto, le incursioni di Pavlyuchenko mandano in affanno una difesa che può contare sulla sicurezza radente allo zero che Nikopolidis gli regala, visto che il portiere rischia diverse volte il bis del gol, sbagliando altre uscite. La squadra di Rehhagel non riesce a trovare un modo valido per attaccare la difesa della Russia e l’unico a provarci è Karagounis con dei tiri da fuori.

L’unico appiglio sembrano essere le palle ferme, ma al 68’ il colpo di testa di Charisteas dopo un corner va a finire troppo centralmente ed è facile per la presa di Akinfeev. Questa è anche l’ultima occasione della Grecia.

Un minuto dopo Hiddink toglie il discreto Bilyaletdinov e inserisce Ivan Saenko, il quale è un attaccante di movimento ma viene utilizzato largo a destra, con Zyrianov che passa a fare il trequartista e lo spento Torbinskiy ad andare largo sulla sinistra.

Nel finale le ultime occasioni le ha soltanto la Russia: al 73’ bella giocata di Saenko sulla sua metà campo, con la punta del Norimberga (compagno di squadra di Charisteas nella squadra neoretrocessa in Zweite Liga, la seconda serie tedesca) che salta Basinas con un sombrero e taglia sulla sinistra con un pallone basso in diagonale che arriva a Pavlyuchenko anche per la lentezza di Dellas a rientrare. L’attaccante russo controlla e cerca il gran tiro da fuori con effetto esterno che termina largo ma non di molto.

Con la Grecia ormai disperata all’attacco, la Russia spreca ancora grosse chance, come al 92’: grande spazio per l’inserimento centrale di Semak che poi entra in area e tocca sulla sua destra per il liberissimo Pavlyuchenko, il quale manda largo da ottima posizione. In questo secondo tempo Pavlyuchenko ha dimostrato le sue qualità da attaccante di movimento ma ha anche mostrato come veda pochissimo la porta, lui che nelle qualificazioni ali Europei è riuscito pure a segnare una doppietta contro l’Inghilterra.

Nonostante abbia mancato più volte il raddoppio, la Russia riesce ad ottenere questa vittoria e Hiddink sogna un passaggio del turno che avrebbe del clamoroso, soprattutto perché questa Nazionale continua a non convincere molto: nell’ultima partita i russi affronteranno la Svezia e non hanno alternative alla vittoria se vogliono passare il turno.

Turno che non potrà essere passato più dalla Grecia, eliminata dopo due partite e che dovrà per forza di cose rinnovare la rosa e magari anche lo stile di gioco. L’ultimo match da Campioni d’Europa gli ellenici lo giocheranno contro la Spagna, in una sfida in cui in ballo c’è soltanto l’onore.


Grecia-Russia 0-1

Grecia (4-3-3): Nikopolidis 1 – Seitaridis 6 (40’ Karagounis 5,5) Dellas 6 Kyrgiakos 6,5 Torosidis 5,5 – Patsatzoglou 5 Katsouranis 4 Basinas 5,5 – Charisteas 5 Liberopoulos 3 (60’ Gekas 4,5) Amanatidis 4 (79’ Giannakopoulos sv)

In panchina: Chalkias, Tzorvas, Spiropoulos, Samaras, Vintra, Salpingidis, Goumas, Antzas, Tziolis
Commissario tecnico: Otto Rehhagel 4,5

Russia (4-4-1-1): Akinfeev 6,5 – Anyukov 6,5 Ignashevich 6,5 Kolodin 6,5 Zhirkov 7 (87’ Vasili Berezutski sv) – Zyrianov 6,5 Semak 6 Semshov 5,5 Bilyaletdinov 6,5 (69’ Saenko 6,5) – Torbinskiy 4 – Pavlyuchenko 6,5

In panchina: Gabulov, Malafeev, Yanbaev, Aleksei Berezutski, Adamov, Ivanov, Shirokov, Sychev, Bystrov
Commissario tecnico: Guus Hiddink 6

Arbitro: Roberto Rosetti (Italia) 4

Gol: 33’ Zyrianov
Ammoniti: Liberopoulos, Karagounis (G), Torbinskiy, Saenko (R)


Classifica Gruppo D:

Spagna 6 (+4)
Svezia 3 (+1)
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Russia 3 (-2)
Grecia 0 (-3)

Spagna qualificata agli ottavi come vincente del girone

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