venerdì 13 giugno 2008

Maturità e talento portano la Croazia ai quarti di finale

La squadra di Slaven Bilic non smette di sorprende e gioca una grande partita per battere 2-1 la Germania



Si comincia a delineare il tabellone dei quarti di finale e per la Croazia l’abbinamento potrebbe essere particolarmente interessante, perché la squadra di Slaven Bilic s’è assicurata la vittoria del Girone B battendo la Germania (anche grazie al rigore che al 93’ ha dato il pareggio all’Austria contro la Polonia visto che, se quest’ultimi avessero vinto, i croati avrebbero dovuto giocarsi ancora la qualificazione) e al prossimo turno affronterà la seconda qualificata del Gruppo A, ovvero la vincente del match-spareggio tra Repubblica Ceca e Turchia: per la prestazione mostrata contro la Germania dalla squadra croata, questo è un abbinamento che può essere assolutamente alla portata, anche perché la squadra di Bilic non soltanto ha mostrato un talento importante, ma ha soprattutto mostrato un carattere ed una maturità da grande squadra. La Croazia ha infatti fatto la propria partita per tutti i 90 minuti, imponendo il proprio gioco quando possibile e difendendosi con tranquillità nei momenti di supremazia della Mannschaft, per poi far scorrere con esperienza e malizia i minuti una volta che la Germania aveva accorciato le distanze, non permettendo alla squadra di Joachim Low di poter soltanto sperare al pareggio. E’ una Croazia che ha convinto in pieno, dopo l’esordio molto stentato contro l’Austria, tornando a quei livelli di gioco che avevano permesso ai rossocrociati di espugnare Wembley, nel match in cui l’Inghilterra cercava un pareggio per accedere ad Euro 2008: quella croata è una squadra che si sta abituando agli scalpi importanti e che ora più che mai rimpiange l’aver partecipato a questa competizione con un’ottima rosa ma senza il bomber principale, ovvero quell’Eduardo Da Silva che è andato in doppia cifra per gol realizzati nelle qualificazioni ma che (com’è noto) è stato messo ko da una brutta frattura alla gambe e che avrebbe sicuramente aumentato lo spessore della Croazia. Non c’è Eduardo, ma un talento che riesce a far stropicciare gli occhi a tutti gli appassionati Bilic lo dispone lo stesso e il suo nome è Luka Modric, eccellente interno di centrocampo di qualità e dinamismo, altro elemento di assoluta personalità che già fa sognare i tifosi del Tottenham, squadra che lo ha acquistato per la prossima stagione per una cifra superiore ai 16 milioni di pounds. Il 22enne ha nettamente dominato il duello a centrocampo contro Michael Ballack, al contrario simbolo di una Germania assolutamente spenta, incapace di creare reali pericoli alla difesa avversaria e poco viva in tutti i 90 minuti. Alla fine, la Nazionale tedesca è riuscita a trovare in qualche modo il gol della speranza per riaprire la partita grazie al solito carattere che rientra nel proprio dna, ma l’undici di Low qualche dubbio lo comincia a sollevare, soprattutto considerando che anche contro la Polonia la Germania non aveva certo giocato una partita entusiasmante, sfruttando di fatto gli erroracci della difesa avversaria. L’impressione avuta domenica scorsa era quella di una squadra dalla condizione fisica non eccellente per affrontare forte la fase decisiva del torneo, ma questa condizione non sembra essere migliorata in questi giorni e giocando in questo modo appare difficile andare lontano: chiaramente, la qualificazione ai quarti è tutta nelle mani della Mannschaft e poi lì dovrebbe esserci una squadra nel pieno della condizione fisica, ma in questo modo la squadra di Low s’è decisamente complicata il cammino, perché il primo posto è già volato via e la Germania non potrà andare oltre al secondo posto, affrontando così subito una squadra pericolosissima come il Portogallo nell’eventuale quarto di finale.

Dopo la non convincente prestazione contro l’Austria, la Croazia presenta un solo cambio di formazione, cambio che però modifica il modulo in un 4-4-1-1: non c’è infatti la punta Petric per l’ingresso di Rakitic, il quale va a fare l’esterno sinistro, permettendo a Kranjcar di avanzare alle spalle dell’unica punta Olic. La Germania invece conferma lo stesso undici che ha battuto la Polonia, confermando Schweinsteiger in panchina e Klose-Gomez come coppia d’attacco.

La partita ha un ritmo molto lento inizialmente e ad imporre maggiormente il proprio gioco è la Croazia, sicuramente più dinamica a centrocampo e più in forma fisicamente: a centrocampo è ottimo il movimento di Modric, che sembra mettere in difficoltà i due mediani avversari quasi da solo, mentre in questa posizione da trequartista Niko Kranjcar appare più vivo rispetto a quanto lo era stato nel match contro l’Austria, riuscendo ad imporre la propria tecnica nella manovra offensiva della propria squadra. La manovra della Croazia è sicuramente più intensa di quella della Germania, con la squadra di Bilic che lavora sicuramente bene nel tenere il campo e nell’attaccare, ma dà anche la sensazione che per rendersi pericolosa negli ultimi metri la presenza di Ivica Olic come unica punta sia insufficiente, a meno di quale eccezionale giocata: questo perché il giocatore dell’Amburgo ha nel suo dna i movimenti da seconda punta, puntando ad allargare la difesa avversaria, ma raramente è presente centralmente per concludere il gioco dei suoi compagni. Ancora meno convincente è la situazione nella Germania, che fatica tantissimo a dare continuità alla manovra, soprattutto con i due mediani: in questo modo, Klose deve arretrare troppo per ricevere palloni giocabili e Mario Gomez rimane isolatissimo in avanti, andando anche in difficoltà nei movimenti, come confermato dalle due volte in cui il centravanti dello Stoccarda è stato pescato in fuorigioco in appena 20 minuti, entrambi i casi su lanci lunghi dei compagni, dimostrazione di una Germania che non trova profondità.

Il primo tempo non regala vere occasioni fino al 24’, quando la Croazia trova la grande manovra sulla sinistra sull’asse Pranjic-Rakitic: Olic poi riceve palla, va incontro al pallone e appoggia all’indietro ancora per Pranjic che ha tutto lo spazio per andare al cross calibrato, sul primo palo Mertesacker decide clamorosamente di non intervenire sul cross e lascia scorrere il pallone con una scelta imperdonabile, perché sorprende anche Jansen che non riesce nella difficile spaccata per salvare il pericolo e viene anticipato da Srna, il quale al volo da posizione ravvicinata trova il tocco vincente a battere Lehmann, per la rete dell’1-0. E’ un vantaggio che la Croazia merita per una certa superiorità mostrata a centrocampo, anche se fino a quel momento le occasioni erano davvero mancate.

La Germania reagisce più di nervi che di gioco e al 26’ Jansen prova a rifarsi andando al cross dalla sinistra, in mezzo all’area Gomez è ben marcato e non riesce a schiacciare il colpo di testa, mandando alto il proprio tentativo.

La Croazia convince per la pulizia delle proprie azioni, come al 30’ quando tutto parte dal lancio di Rakitic: Olic taglia sulla sinistra dell’area di rigore e fa la sponda di testa verso il centro, dove la difesa s’era aperta per seguire il suo movimento, ma Kranjcar non trova la giusta coordinazione per sfruttare la propria libertà e manda alta la sua conclusione.

Nel finale di tempo, la Germania prova ad aumentare la propria pressione per cercare più continuità di gioco nella trequarti avversaria, ma a mancare è quella qualità necessaria per aprire la difesa avversaria: Ballack soffre in maniera eccessiva la pressione di Niko Kovac e di fatto è l’uomo in meno della Mannschaft e per questo motivo Klose finisce ormai stabilmente a giocare sulla stessa linea del giocatore del Chelsea, in una posizione che lo tiene sempre troppo lontano dalla porta e mai pericoloso. Sulla sinistra è invece sufficiente la prova di Podolski, che qualche volta riesce a stringere bene al centro per dare quelle rare accelerazioni al gioco della sua squadra.

I tedeschi faticano e vanno al tiro soltanto su corner di Frings al 40’, con Metzelder che al centro dell’area stacca meglio di tutti e colpisce di testa, mandando alto con Pletikosa che era sulla traiettoria.

Ben più insidiosi sono i contropiede della Croazia che al 42’ sfonda sulla destra con una bella azione personale di Corluka, il quale riesce addirittura a saltare in velocità Jansen (nonostante il suo non sia proprio un passo molto rapido) e poi tocca in orizzontale cercando Kranjcar, trovando però l’ottimo salvataggio di Frings. L’azione non è finita perché dall’altra parte dell’area ci sono due croati liberi e Olic anticipa la possibile conclusione di Rakitic per poi toccare verso il centro, dove Kranjcar tenta la girata ma non trova un tiro angolatissimo, permettendo a Lehmann di salvarsi con un buon riflesso.

Low prova a dare la scossa alla sua squadra togliendo Jansen per inserire un giocatore rapido come Odonkor, il quale va a fare l’esterno destro con Fritz tornato nella sua posizione di terzino fluidificante sulla destra, mentre Lahm passa sulla corsia mancina.

La prima occasione arriva però da un errore del portiere avversario, con Lahm che al 49’ va al cross da sinistra, Pletikosa esce in mezzo all’area ma respinge male e centralmente e Ballack dal limite dell’area manda alto il tentativo di pallonetto provato per sorprendere il portiere.

La Germania attacca a pieno organico ma anche con poco ritmo, perché l’ingresso di Odonkor non ha dato quella scossa che Low si aspettava, anzi l’esterno del Betis di fatto non riesce mai a rendersi utile con qualcuna delle sue accelerazioni. Gomez continua a faticare tantissimo e a non entrare mai in partita, chiuso sempre molto bene dai due centrali croati, Robert Kovac e Josip Simunic. La Croazia chiude bene gli spazi e contrattacca quando possibile per non farsi schiacciare troppo all’indietro e per togliere continuità alla pressione tedesca: in tal senso è sempre eccelso il lavoro di Luka Modric, davvero instancabile in mezzo al campo. La Croazia così riesce a tenere il campo in modo confortevole.

Questa tranquillità porta i croati a trovare anche la rete del raddoppio al 62’, sfruttando una carambola fortunosa: Rakitic cerca un cross da destra ma trova la deviazione di Klose che manda il pallone verso la porta tedesca, Lehmann era già avanzato per l’uscita ma si addormenta e arriva troppo in ritardo nel tentativo di tuffo sul pallone che va a colpire il palo, sul rimbalzo si avventa Olic prima di tutti e a quel punto deve soltanto segnare a porta vuota la rete del 2-0. Per la Croazia la partita si mette in discesa.

Al 65’ la Germania decide di far uscire un pessimo Mario Gomez, uno dei più attardati fisicamente: al suo posto entra Schweinsteiger che va a fare l’esterno a sinistro, con Podolski come seconda punta. I tedeschi giocano con un 4-4-2 che prevede due esterni altissimi.

Al 73’ la Mannschaft prova a scuotersi con un’azione in velocità con Ballack che trova una delle sue rare aperture brillanti pescando sulla sinistra Schweinsteiger, il quale punta l’uomo e da distanza defilata cerca la porta, con Pletikosa che devia in corner con un piede.

La Croazia sembra viaggiare a mille per chiudere gli spazi e una Germania poco qualitativa ha bisogno di un rimpallo fortunato per pescare il gol che riapre il match al 79’: cross da sinistra di Lahm, Ballack tenta la sponda e la palla va a sbattere casualmente sulla testa di Robert Kovac, finendo poi nei pressi di Podolski che scarica una gran botta che brucia l’incolpevole Pletikosa e che vale la rete del 2-1.

La Croazia però non perde la calma e all’82’ trova il modo di rendersi pericolosa: Kranjcar al limite protegge palla, si gira e calcia di sinistro, trovando un buon salvataggio in tuffo di Lehmann.

La Germania non trova un vero e proprio forcing finale e la Croazia riesce a difendersi intelligentemente, tenendo anche la palla in avanti per far respirare la difesa, dimostrando in questo modo grande maturità, perché i croati non si sono impauriti dopo il gol di Podolski ma hanno continuato a fare il loro gioco, evitandosi di gettarsi completamente in difesa ma facendo scorrere tranquillamente i minuti.

I croati finiscono addirittura in superiorità numerica perché al 91’ il nervoso Schweinsteiger dà una spinta a Leko a palla lontana e l’arbitro estrae un rosso troppo pesante, visto che il gesto era veniale.

Ma la sostanza della partita con cambia, perché la Croazia avrebbe contenuto comunque bene gli assalti avversari, ottenendo una vittoria contro una squadra importante ma che soprattutto garantisce il passaggio del turno come vincente del girone, rendendo così inutile l’ultimo match contro la Polonia.

La Germania invece si complica un po’ la vita perché al massimo passerà il turno come seconda del girone, passaggio che arriverebbe qualora l’undici di Low riuscisse almeno a pareggiare nell’ultimo match contro l'Austria.


Croazia-Germania 2-1

Croazia (4-4-1-1): Pletikosa 6 – Corluka 7 Robert Kovac 6,5 Simunic 6,5 Pranjic 6,5 – Srna 6,5 (80’ Leko sv) Niko Kovac 7 Modric 7,5 Rakitic 6,5 – Kranjcar 6,5 (85’ Knezevic sv) – Olic 6,5 (72’ Petric 5,5)

In panchina: Galinovic, Runje, Simic, Vejic, Vukojevic, Kalinic, Pokrivac, Klasnic, Budan
Commissario tecnico: Slaven Bilic 7,5

Germania (4-4-2): Lehmann 5 – Lahm 6 Mertesacker 5 Metzelder 6 Jansen 5,5 (46’ Odonkor 4) – Fritz 5,5 (82’ Kuranyi sv) Frings 5,5 Ballack 4 Podolski 6 – Gomez 4 (65’ Schweinsteiger 5) Klose 6

In panchina: Enke, Adler, Friedrich, Westermann, Rolfes, Neuville, Trochowski, Hitzlesperger, Borowski
Commissario tecnico: Joachim Low 5

Arbitro: Frank De Bleeckere (Belgio) 5

Gol: 24’ Srna (C), 62’ Olic (C), 78’ Podolski (G)
Ammoniti: Simunic, Srna, Leko, Modric (C), Lehmann, Ballack (G)
Espulso: 91’ Schweinsteiger (G)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio Silvio!

Comunque ho aggiunto tra i Link anche il tuo Blog sugli Europei e qui ti rinnovo i miei complimenti per l'impegno, la conoscenza e la passione che metti nel fare i tuoi articoli. Davvero sempre interessanti e completi. Svolgi una mole di lavoro straordinaria!

Continua così ;)

A presto,

Federico