lunedì 16 giugno 2008

Hakan Yakin rende vincente la partita d’addio di Kobi Kuhn

Le seconde linee del Portogallo sono un po’ fumose (Quaresma in particolare) e la Svizzera riesce a vincere 2-0 giocando un buon secondo tempo



Dopo sette anni intensi e conditi da buoni risultati e un Europeo vissuto in modo molto particolare, Kobi Kuhn lascia la panchina della Svizzera con un’onorevole vittoria, la prima della Nazionale elvetica ad una fase finale degli Europei: il 64enne tecnico ha stabilizzato la Svizzera su buoni livelli, qualificandola agli Europei del 2004 e ai Mondali del 2006 (dove arrivò agli ottavi di finale per poi essere eliminata ai rigori dall’Ucraina), vivendo però l’Europeo del 2008 nel modo peggiore possibile, visto che proprio pochi giorni prima del match d’esordio la moglie è entrata in coma, uscendone solo qualche giorno fa. Allora è giusto ed anche bello che Kuhn lasci la sua Svizzera con una vittoria, che è ininfluente ai fini del passaggio del turno dopo le sconfitte subite nelle prime due partite, ma che permette al ct di dare l’addio con un sorriso per lasciare il posto ad Ottmar Hitzfeld, il quale avrà il compito di continuare la crescita di questa Nazionale. Quello di Basilea era un match ininfluente ai fini del girone, visto che anche il Portogallo conosceva in modo preciso il proprio destino, avendo già la certezza della vittoria del girone: i lusitani hanno dato spazio a molte riserve, creando diverse occasioni nel primo tempo ma dando la sensazione di essere una squadra troppo fumosa, quasi tornando agli storici luoghi comuni sul calcio portoghese. Il primo tempo ha visto la squadra di Felipe Scolari creare diverse occasioni sfruttando le corsie esterne, ma nella ripresa proprio uno dei due esterni ha finito per fare più danni che altro, ovvero Ricardo Quaresma, autore di un secondo tempo davvero sconcertante. D’altro canto, il primo tempo della Svizzera è apparso troppo simile ai 90 minuti giocati contro la Repubblica Ceca, con un gioco poco fluido e molto bloccato, mentre nelle ripresa gli elvetici hanno cambiato passo sulle fasce, sono apparsi più solidi a centrocampo e hanno mostrato un buon calcio, meritando tutto sommato la vittoria per aver cercato un gioco più concreto rispetto al Portogallo. A firmare la vittoria è Hakan Yakin, che conferma di essere in palla in fase realizzativa, dopo aver realizzato un buon numero di gol anche negli ultimi campionati svizzeri.

La Svizzera presenta la formazione migliore possibile in questo momento, a parte l’innesto del secondo portiere Zuberbuhler al posto del titolare Benaglio e con Vonlanthen preferito a Barnetta sulla sinistra. Come contro la Turchia, il modulo tattico è il 4-4-1-1, con Hakan Yakin a giocare alle spalle di Derdiyok. Fa ampia rotazione invece il Portogallo, con Scolari che conferma il 4-3-3 ma che dà spazio a riserve come Miguel, Fernando Meira, Miguel Veloso e Nani.

L’inizio di gara è lento e molto equilibrato, con la Svizzera che appare un po’ più continua nella manovra ma che non incide molto in avanti. Il Portogallo attende e riparte senza trovare gran ritmo se non con qualche fiammata dei due esterni, con Fernando Meira che come suo solito abbasso molto la sua posizione e protegge la difesa come uno stopper aggiunto, partecipando però pochissimo alla manovra offensiva. A tenere basso il ritmo ci pensa anche l’arbitro Plautz, che come suo solito fischia una caterva di falli e spezzetta troppo il gioco: in questo modo, l’austriaco si rende insopportabile anche in match che contano poco, con lo spettatore medio che spera quasi che quel fischietto che si sente quasi ogni secondo venga prima o poi ingoiato dall’arbitro, in modo da avere un gioco più fluido.

Che poi Plautz sia un arbitro che fischi a caso è confermato al 15’, quando Lichtsteiner interviene in ritardo su Nani in area di rigore e nei pressi della linea di fondo: l’esterno portoghese accentua un po’ il contatto, ma il rigore c’era sicuramente.

In questa fase aumenta il possesso palla del Portogallo, che al 18’ ha una grande occasione per passare in vantaggio: punizione da trequarti che Quaresma batte diretto verso la porta con traiettoria potente e bassa, in area di rigore arriva la deviazione di piatto destro di Pepe che sorprende un po’ Zuberbuhler, che si propone in un intervento non perfetto che non blocca la corsa della sfera ma la alza, mandandola in qualche modo sulla traversa.

Quaresma si rende utile nella battuta dei calci piazzati, dove almeno è meno difficile tentare le sue solite giocate lezione: al 20’ batte morbido una punizione da destra, Bruno Alves si stacca sul secondo palo e prova l’incornata, non colpendo in modo potente e permettendo a Zuberbuhler la presa.

Adesso la partita prende un po’ di ritmo, con le due squadre che cominciano a spingere bene sull’acceleratore e creare qualche buona chance, con il Portogallo che è più continuo e più pericoloso, in particolare con i due esterni. La Svizzera è invece più manovriera, ma fatica ad accendere Derdiyok, il quale si vede poco.

Al 23’ Inler cerca la botta da posizione centrale, con traiettoria insidiosa anche se poco angolata e Ricardo riesce a smanacciare in corner.

Un minuto dopo lo stesso Inler perde malamente palla e Nani parte in transizione sulla sinistra, entra in area di rigore e tocca d’esterno destro per Helder Postiga, il quale tenta il piatto destro e, con Zuberbuhler che appariva battuto, l’intervento di Senderos è provvidenziale a salvare la porta svizzera.

Al 32’ la Svizzera batte un corner da destra, sul secondo palo Yakin ha la meglio su Paulo Ferreira e gira bene di testa, ma Ricardo è pronto a rispondere.

Il Portogallo fa bene sulle fasce (in particolare con Nani) ma in mediana non appare molto brillante, con Miguel Veloso che non entusiasma, nonostante molte squadre (tra cui il Manchester United) sembrino pronte a svenarsi pur di acquistarlo.

Al 41’ Scolari decide di togliere Paulo Ferreira, il quale era già stato ammonito per un brutto fallo su Behrami: al suo posto entra Jorge Ribeiro.

La Svizzera parte un po’ meglio nella ripresa, soprattutto per la buona spinta data sulle fasce dal continuo Behrami e da Vonlanthen, il quale è più estemporaneo nella sua azione. Il Portogallo però tiene bene il campo, soprattutto perché Fernando Meira compie un discreto lavoro d’interdizione.

Nonostante gli elvetici sembrino più in palla in questa ripresa, a creare le prime due occasioni del secondo tempo è il Portogallo: al 53’ il lancio a cambiare gioco di Miguel Veloso apre un contropiede interessante perché Lichtsteiner non riesce ad intercettare il pallone in scivolata, lasciando spazio sulla sinistra a Nani che va a tu per tu con Zuberbuhler e poi calcia verso l’angolino più vicino, spiazzando il portiere ma trovando il palo a negare il gol.

Al 58’ poi ci pensa il solito Senderos a perdere un pallone terribile in palleggio al limite della propria area, Quaresma conquista palla e tenta da fuori una conclusione con buon effetto, ma Zuberbuhler respinge bene.

La Svizzera è un po’ confusionaria nel gioco ma al 65’ riesce a rendersi molto pericolosa con un’azione insistita che vede vari tiri ribattuti, finché il pallone non arriva ad Inler che scarica una sassata di collo pieno che lascia immobile Ricardo ma che colpisce il palo esterno e termina fuori.

La partita si apre e la Svizzere insiste bene nei suoi attacchi e si fa preferire al Portogallo perché riesce ad essere veloce nel proprio gioco e ad accelerare con notevole intensità sulla sinistra, dove Magnin e Barnetta (subentrato al posto di Vonlanthen) fanno impazzire Miguel, il quale soffre anche per le mancate coperture dell’anarchico Quaresma, che in tutto questo secondo tempo dimostra perché al massimo può essere un giocatore circense e non un vero campione: il giocatore del Porto è sempre troppo individuale e lezioso e a tratti finisce per essere irritante per i suoi atteggiamenti. Anche per merito suo, il Portogallo appare troppo fumoso e soffre gli avversari.

Al 71’ Muller avanza a centrocampo e verticalizza in avanti, Derdiyok va incontro al pallone e appoggia benissimo di prima per Yakin, che in questo modo si libera solo davanti al portiere ed è freddo a batterlo con una precisa conclusione, che vale la rete dell’1-0. In questo match, Derdiyok s’è visto davvero poco ma in questo caso dimostra di avere qualità importanti, visto che il suo assist di prima è stato delizioso, anche se sul gol c’è qualche colpa di Bruno Alves che è stato assente in copertura.

Contro un centrocampo del Portogallo che non appare perfetto, Inler appare un giocatore decisamente più solido rispetto a quello che s’era visto nei primi due match, in particolare in quello contro la Repubblica Ceca in cui il quasi 24enne non sembrava neanche un giocatore di calcio. Al suo fianco, invece, Gelson Fernandes conferma il suo anonimato, visto che raramente lo si vede fare cose importanti (non solo agli Europei ma anche in Premier League con il Manchester City) e ogni tanto ha ingenuità pazzesche, come al 77’ quando perde un brutto pallone a centrocampo e libera in contropiede in superiorità numerica: per sua fortuna, quel contropiede è stato portato avanti da Quaresma che poi lo conclude in modo terribile e ancora una volta incredibilmente lezioso, confermando il suo secondo tempo raccapricciante.

E’ buono invece il secondo tempo di Barnetta, che all’83’ prende il tempo a Fernando Meira e viene toccato in area di rigore: l’arbitro concede il penalty che Yakin batte perfettamente sulla sinistra, il pararigori Ricardo indovina l’angolo ma non può proprio arrivarci e non riesce ad impedire la rete del 2-0. Per Yakin poi ci sarà la giusta ovazione, visto che in questo Europeo ha saputo mettere a segno tre reti, pur non partendo da titolare nel primo match contro la Repubblica Ceca.

Finisce con un buon match un Europeo abbastanza deludente per i padroni di casa della Svizzera, che erano attesi a fare qualcosa di più ma che hanno finito per pagare qualche limite strutturale a centrocampo e anche qualche crescita non del tutto riuscita di un paio di elementi giovani.

Il Portogallo chiude con una sconfitta il girone ma di fatto cambia poco, anche se Scolari avrebbe richiesto una prestazione migliore da qualche riserva, come Miguel Veloso e Helder Postiga. I lusitani torneranno in campo giovedì prossimo per il primo dei quarti di finale in cui affronteranno una tra Germania (sicuramente l’avversario più probabile, in quello che sarebbe un grande match), Austria e Polonia.


Svizzera-Portogallo 2-0

Svizzera (4-4-1-1): Zuberbuhler 6 – Lichtsteiner 6 (85’ Grichting sv) Muller 6,5 Senderos 5,5 Magnin 6,5 – Behrami 7 Gelson 5 Inler 6,5 Vonlanthen 6 (61’ Barnetta 7) – Yakin 7,5 (86’ Cabanas) – Derdiyok 6

In panchina: Benaglio, Jakupovic, Djourou, Huggel, Gygax, Spycher, Degen
Commissario tecnico: Jakob Kuhn 6,5

Portogallo (4-3-3): Ricardo 6 – Miguel 4,5 Pepe 6 Bruno Alves 5 Paulo Ferreira 5,5 (41’ Jorge Ribeiro 6) – Raul Meireles 6 Fernando Meira 6 Miguel Veloso 5 (70’ Joao Moutinho 5,5) – Quaresma 3 Helder Postiga 4 (74’ Hugo Almeida sv) Nani 6,5

In panchina: Nuno, Rui Patricio, Bosingwa, Cristiano Ronaldo, Petit, Simao, Ricardo Carvalho, Deco, Nuno Gomes
Commissario tecnico: Luiz Felipe Scolari 5,5

Arbitro: Konrad Plautz (Austria) 4,5

Gol: 71’ Yakin, 83’ rigore Yakin
Ammoniti: Gelson, Vonlanthen, Yakin, Barnetta (S), Miguel, Paulo Ferreira, Fernando Meira, Jorge Ribeiro (P)


Classifica Girone A:

Portogallo 6 (+2)
Turchia 6 (=)
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Repubblica Ceca 3 (-2)
Svizzera 3 (=)

Portogallo vince il Girone A
Turchia qualificata ai quarti di finale

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