martedì 10 giugno 2008

Donadoni subisce una vera lezione di calcio dall’Olanda

Orange bellissimi per un tempo, Italia pessima per 90 minuti e travolta sotto i colpi di Van Nisterlooy, Sneijder e Van Bronckhorst



Sembrava essere partito con i peggiori presupposti il match d’esordio per l’Olanda, visto l’infortunio che ha tenuto fuori Ryan Babel per l’intero torneo, l’infortunio muscolare di Arjen Robben, Robin Van Persie a mezzo servizio (ma questa non è certo una novità) e gli acciacchi di Wesley Sneijder che sembravano presupporre una serata non facile per gli Orange. Invece Marco Van Basten ha sfoderato il suo capolavoro, con un’Olanda ha semplicemente abbattuto l’Italia, giocando un calcio strepitoso nei primi 45 minuti e ottenendo un 3-0 largo, che sarebbe potuto diventare ancora più pesante qualora ad indossare i guantoni nell’Italia non fosse stato Gianluigi Buffon, bravo a limitare i danni anche con uscite sulle trequarti difensiva a spezzare pericolosi contrattacchi Orange. Negli ultimi anni raramente (forse mai) si era vista una Nazionale giocare così bene, con queste trame e con questa incisività offensiva e l’Olanda, arrivata a questi Europei sotto un po’ di scetticismo (gli Orange erano pure stati fischiati nel corso del girone di qualificazione), si impone come una delle squadre più temibili della manifestazione. Partita perfetta degli olandesi? Lo si potrebbe pensare ma non è così, perché nella ripresa si sono visti diversi difetti difensivi, con un’Italia assolutamente dilaniata nel primo tempo e ancora scossa psicologicamente che riusciva comunque a creare più di un’occasione. Decisamente positiva, però, la prestazione del resto della squadra, con il 4-2-3-1 di Van Basten che sembra essere ottimo per liberare l’estro e la creatività di giocatori importanti come Van der Vaart o lo straordinario Sneijder, ma il migliore di tutti è stato l’uomo che nessuno si aspettava, ovvero Giovanni Van Bronckhorst, che non ha fatto toccare palla a Camoranesi, ha spinto come un forsennato e ha portato avanti una serie di contropiedi micidiali, andando persino a segno a legittimare una superiorità inattesa degli olandesi. Per Roberto Donadoni è una vera e propria lezione di calcio e per questo ct non serve stare sempre a rimpiangere o a piangere su qualcosa: gli episodi andati “storti” a Berna sono gli stessi episodi che hanno portato l’Italia a vincere il Mondiale e anche nel calcio la ruota va girando, mentre sul piano degli infortuni va ricordato che l’Olanda (come detto in precedenza) era anche messa peggio degli italiani. L’unica cosa che dovrebbe fare Donadoni è un umile mea culpa, cosa che invece ha fatto nelle dichiarazioni (volendo anche troppo pesanti) il portiere Gianluigi Buffon: guardando la partita, però, le colpe non le può avere un portiere che compie un paio di strepitose parate e che ha qualche piccola colpa soltanto nel primo gol (episodio comunque contestato e insolito), ma le dovrebbe avere un ct che schiera in campo un 4-3-2-1 che finisce per non essere né carne né pesce, le dovrebbe avere un ct che opta per un trio di centrocampo formato soltanto da giocatori del Milan, squadra che quest’anno ha faticato anche nel campionato italiano, figuratevi contro le incursioni frementi di Van der Vaart, le dovrebbe avere un ct che ha un potenziale enorme in attacco (ovvero Luca Toni) ma che isola completamente il centravanti tra i difensori avversari. I meriti dell’Olanda sono enormi, ma sono enormi anche i demeriti dell’Italia, soprattutto quelli del ct Donadoni (uno che in passato era stato capace di “mangiarsi” una semifinale ai Mondiali pur di non servire mai Schillaci solo davanti alla porta, perché l’attaccante faceva parte di un “clan” diverso, quello degli juventini contro quello dei milanisti: fa sorridere pensare che ora quest’uomo sia commissario tecnico, ma le cose in Italia funzionano così). Detto delle imperfezioni difensive olandesi, vanno anche ricordati gli scempi della terza linea italiano, con Marco Materazzi in particolare umiliato letteralmente da tutti e che sembrava un treno italiano per quanto fosse sempre in ritardo negli interventi.

Una volta accantonato quasi definitivamente il 4-3-3, Van Basten si presenta con il 4-2-3-1 che permette a Van der Vaart di esprimere il proprio estro con maggiore libertà, mentre sulla destra gioca Dirk Kuyt, che come succede nel Liverpool è impegnato anche a rincorrere gli avversari per dare equilibrio tattico. Una novità importante c’è in difesa, dove Boulahrouz ottiene una maglia da titolare dopo esser stato richiamato all’ultimo momento per l’infortunio di Babel e fa il terzino destro, con Andre Ooijer spostato al centro della difesa. L’Italia invece gioca con in solito 4-3-2-1 che vede Camoranesi e Di Natale a metà strada tra centrocampo e Luca Toni, non facendo né gli esterni di centrocampo, né le ali d’attacco, né i trequartisti. In assenza di Cannavaro è Barzagli a giocare al centro della difesa, mentre a centrocampo subentra Ambrosini al posto di De Rossi per formare un centrocampo a 3 formato solo da giocatori del Milan.

L’Olanda parte in maniera particolarmente aggressiva, attaccando l’Italia sia col possesso di palla sia in fase di recupero: nel primo caso, infatti, gli Orange cercano subito la profondità spingendo forte sull’acceleratore, mentre senza palla la squadra di Van Basten interviene sempre in modo duro per recuperare subito la sfera, sfoderando tackle a volte troppo robusti. L’Olanda gioca bene e mostra diversi saggi di pura tecnica, sia collettivamente (con scambi stretti molto belli) che individualmente (con azioni personali). L’Italia fatica molto, in particolare nei disimpegni difensivi che sembrano sempre troppo complicati per la pressione avversaria.

La prima occasione arriva all’11’ con Ooijer che rimane in avanti dopo un calcio di punizione olandese e chiude il triangolo con Van der Vaart, il quale tenta il sinistro rasoterra da fuori, con una conclusione che non è molto angolata e che Buffon blocca bene.

L’Italia capisce di soffrire molto le trame difensive avversarie e Donadoni decide di ammucchiare in difesa la squadra, rendendo così più macchinosa la manovra olandese ma non proponendo alcuna alternativa, permettendo così all’Olanda di trovare le contromisure offensive dopo aver faticato per qualche minuto.

Un’alternativa al 19’ è il lancio lungo da centrocampo, Van der Vaart viene anticipato ma Panucci di fatto fa la sponda per Sneijder, il quale tenta la volèe dal limite dell’area ma manda alto.

L’Olanda passa meritatamente in vantaggio al 26’ con un gol strano e controverso: punizione dal vertice destro dell’area battuta da Van der Vaart lunga verso il secondo palo, Panucci va a staccare con Kuyt ma combina un pasticcio enorme perché di fatto va a contrastare l’uscita di Buffon, finendo anche fuori dal campo dopo lo scontro aereo. L’azione continua e Mathijsen riprende in area ma non trova il varco per calciare subito in porta e tocca dietro per il diagonale rasoterra di Sneijder, la conclusione sarebbe diretta larghissima ma da pochi passi arriva la zampata e la deviazione vincente di Van Nisterlooy, con Buffon che era rientrato bene in porta ma che non poteva proprio nulla per evitare la rete dell’1-0. L’Italia contesta il gol perché Van Nisterlooy è un paio di metri avanti la linea difensiva italiana, ma di fatto rimane in gioco perché c’è Panucci fuori dal campo oltre la linea di fondo che va considerato in campo: il difensore, infatti, è da considerare come se fosse sulla linea di fondo e allora il gol è regolare. Situazione decisamente controversa è strana, ma effettivamente la chiamata del guardalinee sembra logica, perché altrimenti diventerebbe una “tattica” quella di uscire dal campo volontariamente (chiaramente non era questo il caso) per provare a mandare in fuorigioco un avversario, una cosa che sarebbe insensata.

L’Italia prova a reagire e al 31’ ha subito l’occasione per pareggiare: corner da destra battuta da Pirlo, sul primo palo devia di testa Van Nisterlooy ma la palla si dirige verso la porta e sul secondo palo salva provvidenzialmente Van Bronckhorst sulla linea. L’ex Barcellona e Arsenal poi è straordinario perché corre via come un prima base di baseball che tenta di arrivare in casa base e parte via in contropiede, riceve palla sulla sinistra e attacca in velocità lo spazio ampio per poi cambiare gioco sulla destra una volta arrivato nei pressi dell’area, dall’altra parte Kuyt è intelligente nella sponda di testa verso il centro dove Sneijder è solo e può girare, battendo l’uscita disperata di Buffon per la rete del 2-0. Gol davvero straordinario e qui tutti i complimenti vanno fatti a Van Basten, perché negli ultimi anni (con il calcio moderno che ha dato sempre meno spazio alle Nazionali) davvero raramente si era vista una Nazionale così organizzata anche in questi piccoli tratti di gioco: lavorando in fretta, infatti, un ct è costretto sempre ad organizzare settori di gioco più “ovvi” e più ricorrenti nel corso dei 90 minuti.

L’Italia è sotto shock per l’uno-due subito ma soprattutto per la netta supremazia olandese e prova a rispondere al 33’ quando Camoranesi tenta il cross da posizione abbastanza centrale, Di Natale rimane abbastanza libero in area e prova il tiro al volo, la palla passa tra le gambe di Boulahrouz piazzato proprio davanti a Van der Sar ma il portiere ha il riflesso per riprendere il pallone in due tempo.

Prima dell’Europeo era tanto sotto esame la difesa dell’Olanda ma questo match evidenzia tutti i guai di quella italiana, con in particolare Materazzi completamente inguardabile e imbarazzante: non sempre le estati fortunate trasformano un mediocre giocatore in campione e questa ne è la dimostrazione perfetta. Adesso è l’Olanda a rinculare all’indietro per non concedere spazio, ma la squadra di Van Basten è abilissima a ripartire in contropiede con la velocità dei trequartisti, con Van der Vaart e Sneijder davvero incontenibili. Van Nisterlooy gioca un grande primo tempo e sembra quasi tirato a lucido fisicamente, ma di fatto scomparirà nel corso della ripresa perché stanco. Sicuramente diversa la situazione della prima punta italiana, con Luca Toni che si muove anche discretamente e impegna sempre la difesa dell’Olanda ma che viene sempre servito male e non può fare molto.

Al 43’ l’Olanda ha la grandissima occasione per chiudere il match già nel primo tempo: grande spazio e palla filtrante di Van der Vaart che però è corta per Van Nisterlooy, Materazzi è terribilmente imbarazzante perché è in vantaggio sul pallone ma è anche lentissimo e lo lascia scorrere, lasciando un’autostrada a Van Nisterlooy che aspetta il tuffo di Buffon e poi tira centralmente ma il portiere italiano ha un prodigioso riflesso con il piede per alzare il pallone in corner e salvare la propria squadra. Grande parata, però da Van Nisterlooy si ci attende un tiro più efficace in una situazione così ghiotta.

Nella ripresa l’Italia entra con maggiore aggressività ma di fatto questa diventa solamente cattiveria negli interventi, come dimostrato da una brutta gomitata del solito scorretto Panucci su Sneijder, che l’arbitro addirittura non sanziona neppure con un calcio di punizione.

Al 55’ esce un Materazzi autore di una prova vergognosa ed entra Fabio Grosso, il quale passa a fare il terzino sinistro con Zambrotta a destra e Panucci al centro della difesa.

Nella prima metà di ripresa l’Olanda sembra essersi addormentata sugli allori, perché rimane indietro ma non riparte più in contropiede e appare anche leziosa in alcuni disimpegni.

Donadoni cerca di salvare il salvabile cambiando ancora modulo al 64’, con l’uscita di Di Natale per l’ingresso di Del Piero, che fa la punta nel 4-3-1-2 che vede Camoranesi sulla trequarti.

L’Italia gioca molto male ma qualche spiraglio brillante lo dà Grosso sulla sinistra, con il giocatore del Lione che spinge come un forsennato e costringe Kuyt a rinculare sempre in difesa, anche perché su quella corsia gioca molto male Boulahrouz, mai presente nelle coperture sulle incursioni di Grosso, il quale diventa con Buffon l’uomo più positivo in questa ingloriosa Italia.

Al 70’ è proprio Boulahrouz ad addormentarsi in area di rigore su passaggio per Del Piero, il quale calcia a giro e sbaglia una grande chance mandando il pallone molto largo: segnare nel campionato italiano non è la stessa cosa di segnare in un campionato europeo.

Dopo l’occasione di Del Piero si apre una decina di minuti in cui l’Italia crea diverse occasioni ed evidenzia le lacune difensive dell’Olanda, come succede al 76’: la terza linea olandese rimane fermissima su lancio di Cassano (entrato da un minuto per Camoranesi) per Toni, che da solo in area non controlla il pallone e poi cerca un pallonetto fuori equilibrio che manda il pallone alto. Dopo una partita molto frustrante, stavolta Toni aveva sui piedi il pallone giusto e lo sbaglia malamente.

Van Basten toglie Boulahrouz ma sulla corsia destra olandese ci sono ancora autostrade e Grosso al 78’ fa una buona azione partendo dal fondo e rientrando verso l’area di rigore, dove però perde tempo perché non tira con il destro e poi il suo sinistro viene respinto da un attentissimo Van der Sar.

Se il gol del 2-0 dell’Olanda era arrivato in contropiede dopo una grande occasione da calcio piazzato per l’Italia, la stessa cosa accade pure al 79’: punizione molto dubbia dal limite dell’area battuta benissimo da Pirlo a scavalcare la barriera ma Van der Sar è strepitoso nel volo, nel distendere tutti i suoi centimetri e nel respingere la conclusione. L’Olanda riprende palla ed è ancora devastante in contropiede con Van Bronckhorst che ancora una volta parte ad attaccare lo spazio e arrivato nei pressi dell’area è intelligentissimo a toccare per Kuyt rimasto libero, il giocatore del Liverpool sbaglia leggermente il controllo e sul tiro di ritrova davanti Buffon, uscito ancora benissimo a togliergli lo spazio. Non c’è nessuno però dell’Italia e Kuyt può riprendere il pallone sulla destra e ha sui piedi un altro ghiotto possesso che sfrutta bene con un cross morbido verso il centro dove lo stesso Van Bronckhorst è libero e di testa schiaccia da posizione ravvicinata, Zambrotta manca il miracoloso salvataggio e non può che deviare il pallone in rete, per il pesantissimo 3-0 che corona una eccezionale prestazione di Giovanni Van Bronckhorst, mai visto così in palla nell’ultimo lustro.

Nel finale l’Olanda affonda come vuole e sfiora ripetutamente il quarto gol, soprattutto all’82’ quando Afellay (subentrato da poco per Kuyt) al suo primo pallone del match mostra un numero di prestigio sulla destra e poi va al tiro da posizione defilata con una traiettoria irreale che sarebbe imparabile anche per Buffon ma che tocca la traversa e termina alta.

Il finale di gara assume i toni dell’umiliazione per una brutta Italia: due anni fa il ct era Lippi, quest’anno è Donadoni e qualche differenza c’è. Obiettivamente, però, è chiaro che molti giocatori che hanno giocato al di sopra del proprio livello a Germania 2006 siano tornati sulla Terra e sui loro standard prestazionali (vedi Materazzi) o stiano attraversando un momento cupo. Adesso, l’Italia deve assolutamente rifarsi perché la qualificazione è sempre lì vicina e una vittoria con la Romania potrebbe creare un nuovo accesissimo duello con la Francia.

L’Olanda adesso ha solo il compito di continuare con questi standard prestazionali: la squadra di Van Basten ha giocato su livelli inattesi e adesso non può nascondersi, perché giocando così per tutto il mese di Giugno la conquista della coppa diventa più che possibile. Ma, appunto, l’Olanda deve sapersi ripetere, a cominciare dal prossimo match contro una Francia già con l’acqua alla gola nella lotta per la qualificazione ai quarti.


Olanda-Italia 3-0

Olanda (4-2-3-1): Van der Sar 7 – Boulahrouz 5 (77’ Heitinga sv) Ooijer 6,5 Mathijsen 6 Van Bronckhorst 9 – De Jong 6,5 Engelaar 7,5 – Kuyt 6,5 (81’ Afellay sv) Van der Vaart 7,5 Sneijder 8,5 – Van Nisterlooy 6,5 (70’ Van Persie 6,5)

In panchina: Timmer, Stekelenburg, De Zeeuw, Robben, Melchiot, Bouma, De Cler, Huntelaar, Vennegoor Of Hesselink
Commissario tecnico: Marco Van Basten 7,5

Italia (4-3-2-1): Buffon 7 – Panucci 3 Barzagli 5 Materazzi 1 (55’ Grosso 6,5) Zambrotta 6 – Gattuso 4,5 Pirlo 4,5 Ambrosini 5 – Camoranesi 3,5 (75’ Cassano sv) Di Natale 5 (64’ Del Piero 5) – Toni 5,5

In panchina: Amelia, De Sanctis, Chiellini, Gamberini, De Rossi, Borriello, Quagliarella, Perrotta, Aquilani
Commissario tecnico: Roberto Donadoni 3

Arbitro: Peter Frojdfeldt (Svezia) 6

Gol: 26’ Van Nisterlooy, 31’ Sneijder, 80’ Van Bronckhorst
Ammoniti: De Jong (O), Zambrotta, Gattuso, Toni (I)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Donadoni ha sbagliato formazione!!
pero' questa non è una colpa, le formazioni si possono anche sbagliare ma un bravo Allenatore lo capisce subito e rimedia!!
Donanodi non ha avuto la forza di reagire!!
Adesso si fa dura.
pero siamo ancora in corsa
Biagio