lunedì 16 giugno 2008

Nihat completa la rimonta vincente di una folle Turchia

La squadra di Terim rimonta dallo 0-2 negli ultimi 15 minuti e ottiene la qualificazione ai quarti, sfruttando anche l’erroraccio di Petr Cech



Sulla carta il match tra Turchia e Repubblica Ceca aveva tutto per essere tra i più avvincenti della terza giornata dei gironi di Euro 2008 perché di fatto era un vero e proprio spareggio per il passaggio del turno, un vero ottavo di finale visto anche il possibile approdo ai calci di rigore in caso di parità dopo il 90’ minuto, visto che le due squadre si prevalevano sia come punti che come differenza reti e gol segnati. Ebbene, il match visto a Ginevra è stato anche più emozionante delle attese, vista la grande alternanza di risultato e di stati d’animo. A poco più di 15 minuti dalla fine sembrava tutto scritto, con la Repubblica Ceca in vantaggio per 2-0 e molto pungente in contropiede, sfiorando il colpo del ko varie volte, colpendo pure un palo clamoroso con Jan Polak. Di fronte all’undici di Karel Bruckner però c’era la squadra più folle del torneo, quella Turchia che già contro la Svizzera era riuscita a ribaltare il risultato nella ripresa e vincere a recupero inoltrato, che rientrava in partita e regalava un finale di fuoco. E il finale è stato davvero elettrizzante, visto che a 3 minuti dalla fine Petr Cech commette uno di quegli errori che non avrebbe commesso mai e poi mai prima dell’incidente con Stephen Hunt del Reading e concede il gol del pareggio, ma i turchi non si accontentano e con Nihat trovano in bello stile la rete della vittoria e dell’accesso ai quarti di finale. Questo non prima di rischiare a sua volta di subire il gol del 3-3 e di finire il match in 10 uomini e con Tuncay in porta, dopo l’espulsione del portiere Volkan. Dire che è successo di tutto in questo finale potrebbe suonare riduttivo con la Turchia che ottiene la qualificazione nel modo più drammatico possibile, confermando quel luogo comune calcistico che vuole i turchi capaci di non mollare mai fino all’ultimo istante: proprio il carattere è servito per ribaltare una situazione notevolmente compromessa, con la squadra di Fatih Terim che si conferma ancora una volta in difficoltà psicologica quando il suo ct la imposta con un atteggiamento molto coperto, mentre diventa decisamente più brillante e pericolosa quando c’è da pungere e da attaccare furiosamente in attacco. Contro la Croazia ai quarti di finale sarà fondamentale capire con qualche atteggiamento la Turchia comincerà la partita, perché iniziare nuovamente nel modo sbagliato il match questa volta potrebbe costare caro ai turchi, visto che di fronte si troveranno una formazione molto ben organizzata. E’ incredibile invece la delusione subita dalla Repubblica Ceca, quasi sicura ormai dell’accesso ai quarti di finale visto che sul 2-0 sembrava incunearsi con grande disinvoltura nella difesa della Turchia, ma che non è riuscita a reggere in difesa quando la Turchia l’ha messa alle corde e ha mostrato diversi errori individuali, soprattutto da parte di Marek Jankulovski, completamente abbattuto dalle folate offensive sulla sua corsia e colpevole di due dei tre gol. Il gol del 2-2, infatti, è un caso a parte e porta il volto del dramma sportivo di Petr Cech, uno che ha perso la finale di Champions League per lo scivolone del proprio capitano nel rigore decisivo e che poco meno di un mese dopo esce dagli Europei per aver sbagliato una presa del tutto banale e in totale solitudine.

Dopo la vittoria ottenuta contro la Svizzera, la Turchia rivoluzione nuovamente il proprio undici titolare, schierando stavolta un più classico 4-4-2 con Nihat che trova la spalla in Semih Senturk, mentre Tuncay parte sulla destra con Arda Turan sulla fascia sinistra. Novità anche al centro della difesa, dove Servet Cetin ha la terza spalla diversa in tre partita: dopo aver giocato con Gokhan Zan contro il Portogallo e con Emre Asik contro la Svizzera, stavolta al fianco del difensore di origini azere c’è Emre Gungor. Sicuramente meno sorprendente l’undici schierato dalla Repubblica Ceca, che gioca con il solito 4-1-4-1 e presenta soltanto un cambio di formazione rispetto all’ultimo match, riproponendo cioè Jan Koller al centro dell’attacco al posto di Milan Baros.

Inizialmente non convince molto l’atteggiamento della Turchia, che sembra pensare più a coprirsi che ad altro, con Fatih Terim che continua a proporre una sua personale imitazione della Grecia che Otto Rehhagel ha portato sul tetto Europeo quattro anni fa, ma di fatto questo tipo di tattica non premia per nulla la Turchia ma la limita completamente, rendendola quasi inoffensiva nella metà campo avversaria: oltretutto, la squadra di Fatih Terim commette un gran numero di falli nei primissimi minuti e già al 10’ si ritrova con due ammoniti, i due mediani Mehmet Topal e Mehmet Aurelio. La Repubblica Ceca inizia a premere maggiormente provando a giocare con velocità, mettendo in difficoltà la difesa turca soprattutto sul centro-sinistra difensivo, con Hakan Balta e Servet Cetin che soffrono tantissimo la rapidità e gli inserimenti di Libor Sionko e faticano molto per limitarlo.

I cechi però faticano a creare delle limpide palle gol e si affidano ai calci piazzati: all’11 Jankulovski batte una punizione dalla trequarti con traiettoria morbida, al centro Jan Koller va a colpire di testa ma manda alto il suo tentativo.

Il ritmo di gioco è basso perché nel primi 25 minuti la partita è troppo spezzettata dalla squadra turca, con la Repubblica Ceca che attacca sempre con più continuità e di fatto il match di svolge soltanto in una metà campo, quella offensiva dei cechi. Nonostante le difficoltà della difesa della Turchia, la Repubblica Ceca sembra avere grosse difficoltà a trovare la profondità, perché centralmente Koller può imporre il suo gran fisico nelle palle alte ma è poco reattivo, mentre i centrocampisti non s’inseriscono mai con troppa convinzione sugli spazi che il gigante del Norimberga lascia aperti. L’unico quindi ad attaccare con convinzione gli spazi e a dare la profondità è il solito Sionko, sicuramente uno degli elementi più positivi nell’Europeo della Repubblica Ceca. Nella Turchia, Nihat è poco supportato e riceve raramente palloni giocabili, mentre il gioiellino Arda Turan si vede poco perché troppo sacrificato in compiti di copertura per la tattica adoperata da Terim in questo primo tempo.

Il primo tentativo turco arriva al 17’ con Tuncay che da 30 metri rallenta l’azione e poi tenta il destro, mandando largo con Cech che controllava.

Decisamente più pericolosa dall’alta parte la Repubblica Ceca sul ribaltamento di fronte con Matejovsky che tenta la bella conclusione da fuori approfittando di un pallone a spiovere alzato da Koller, ma il tiro del centrocampista del Reading non è angolatissimo e Volkan riesce a bloccare.

Matejovsky è assolutamente uno dei più attivi e dei più positivi tra i 22 calciatori in campo e al 25’ allarga a destra dopo aver ricevuto una sponda di Koller, Sionko è accerchiato da tre avversari al limite dell’area ma ancora una volta si rivela elemento indigesto per la difesa turca, visto che riesce ad accentrarsi e a caricare un sinistro velenoso con palla a giro verso l’angolo più lontano, mandando alto il suo tentativo per non più di un metro.

Secondo la statistica, la Turchia ha il 58% di possesso palla ma è un possesso quanto mai sterile, con in particolare i due mediani turchi che non vanno mai al passaggio in avanti, manco stessero giocando a rugby: a deludere è soprattutto Mehmet Topal, lui che ha maggiori compiti di regia ma che si limita ad un comportamento molto difensivo.

La Repubblica Ceca trova un buono spazio per inserirsi al 34’ e lo sfrutta Matejovsky che avanza e poi tocca sulla destra per Grygera, il quale crossa con precisione al centro: Emre Gungor prova a trattenere in tutti i modi Koller ma i centimetri dell’attaccante ceco hanno la meglio e il suo colpo di testa e molto calibrato, Volkan riesce a toccare il pallone ma non può far meglio che deviarlo sulla parte bassa della traversa, con la sfera che poi rimbalza dentro la rete per lo 0-1. Jan Koller non è certamente il giocatore dei bei tempi all’Anderlecht o al Borussia Dortmund, ma è sempre un elemento difficilmente marcabile sulle palle alte per la sua statura e la sua stazza fisica.

La partita sembra mettersi bene per la Repubblica Ceca ma al 39’ arriva la brutta notizia dell’infortunio abbastanza incredibile di Matejovsky: Sionko infatti subisce fallo a centrocampo e nella caduta va a sbattere sulla caviglia del compagno con tutto il corpo e lo mette ko. Sfortunatissima la Repubblica Ceca, anche perché il centrocampista stava giocando molto bene, mentre il neo entrato Jarolim non avrà lo stesso impatto negli equilibri di gioco.

All’intervallo Terim sprona la sua squadra e libera i suoi da compiti difensivi, proponendo anche una sostituzione con l’uscita dal campo dell’anonimo Semih Senturk e l’inserimento di Sabri Sarioglu, che va a fare l’esterno destro a centrocampo con Tuncay in attacco.

Il secondo tempo ha subito ritmi molto più infuocati con la Turchia che mette subito in difficoltà la difesa ceca e in particolare Jankulovski, che al 47’ respinge male un pallone alto: prova ad approfittarne Nihat che sul pallone alto in area di rigore prova a colpire con inedito esterno destro volante, ma l’imprevedibile gesto atletico non ha l’effetto voluto perché il pallone termina alto.

La Turchia è ripartita subito con il piede sull’acceleratore e adesso sembra un’altra squadra visto che con due esterni veri a centrocampo mette dentro tanti palloni insidiosi, sia con Sabri Sarioglu a destra che, soprattutto, con Arda Turan sulla sinistra, il quale nella ripresa ha sicuramente più libertà offensive e gioca anche in una posizione più avanzata: proprio il 21enne centrocampista del Galatasaray (ma che ha attirato l’interesse di un paio di club di Premier League) guida la reazione turca, con la Repubblica Ceca che sembra andare in grossa difficoltà contro l’aggressività e il dinamismo degli avversari.

Al 57’ la Turchia diventa ancora più offensiva, perché esce Mehmet Topal (davvero molto deludente) ed entra Colin Kazim-Richards (o Kazim-Kazim secondo la sua “nuova” denominazione turca), il quale va a destra con Sabri Sarioglu che stringe in posizione più interna, anche se il giocatore del Galatasaray ha sempre la tendenza ad allargarsi per creare superiorità numerica sul lato di uno Jankulovski in netta difficoltà.

La Turchia però concede spazi in difesa e lo fa ancor di più perché è costretta a rimanere in 10 uomini per qualche minuto, perché Emre Gungor si fa male e rimane fuori dal campo. La Repubblica Ceca ne approfitta e al 61’ è pericolosissima: Galasek sulla propria trequarti protegge palla e trova il tocco in verticale per Koller che scatta dalla linea di centrocampo e va via, con la difesa turca che non riesce a far scattare il fuorigioco. L’attaccante probabilmente arriva in panne all’ingresso dell’area di rigore e il suo sinistro termina largo.

Un minuto dopo Emre Gungor è ancora fuori dal campo sembra esser stato sostituito e la Repubblica Ceca ha ancora praterie offensive, con Sionko che è ancora molto bravo nell’azione sulla destra e mette dentro il cross, dall’altra parte Plasil anticipa Sabri Sarioglu e colpisce in scivolata verso la porta, con Volkan che ancora una volta tocca il pallone ma non riesce a respingerlo fuori dalla porta, questa volta in modo più colpevole rispetto al primo gol. E’ la rete dello 0-2 che sembra chiudere il match e Fatih Terim si infuria con il quarto uomo perché, a suo modo di dire, la sostituzione di Emre Gungor andava effettuata in precedenza e la Turchia in questo modo ha subito un gol pesante in inferiorità numerica: va detto, però, che i turchi potevano sistemarsi meglio in difesa per questo paio di minuti in 10 uomini invece di concedere due occasioni ghiottissime agli avversari.

La Turchia sembra sotto shock e disunita in mezzo al campo, concedendo grazi spazi in contropiede agli avversari anche in parità numerica per l’ingresso di Emre Asik.

Al 70’ è ancora Sionko ad infuocare la fascia destra con un’azione personale che gli permette di mettere dentro un pallone basso, al centro dell’area Servet Cetin è troppo lento e si fa anticipare netto da Polak che calcia a colpo sicuro con il piatto destro ma la conclusione potente termina sul palo: sarebbe stato il colpo del ko definitivo, ma la Repubblica Ceca protesta perché sulla respinta Polak si lancia per tentare il tap-in di testa con il portiere a terra ma viene colpito proprio sulla testa dalla gamba altissima di Emre Asik, che gli provoca anche un discreto taglio alla fronte. Appurato che il contatto c’era effettivamente stato (visto il segno sulla fronte di Polak), l’intervento pericoloso doveva essere punito con il calcio di rigore: sono davvero tanti gli errori arbitrali in questi Europei.

La Turchia rimane in piedi e al 75’ riapre a sorpresa la partita: azione parte sulla destra dove Hamit Altintop appoggia a Sabri Sarioglu e scatta prontamente in avanti per ricevere in area di rigore la verticalizzazione del compagno e per mettere in area di rigore un cross arretrato che trova troppo schiacciata la difesa ceca, dall’altra parte infatti arriva a rimorchio Arda Turan che calcia basso e con grande precisione, mandando il pallone a sfiorare il palo interno e battendo Cech per la rete dell’1-2. Dopo il gol che ha eliminato la Svizzera nel turno precedente, il talentino turco concede il bis rimettendo in partita la sua squadra e confermandosi un elemento di grande prospettiva.

Terim si gioca il tutto per tutto e lancia la propria squadra in avanti, spostando anche l’ottimo Arda Turan per qualche minuto sulla fascia destra per attaccare il punto debole della difesa ceca in tutti i modi: questo punto debole ha il nome di Marek Jankulovski, davvero in bambola sotto la pressione di Sabri Sarioglu e Hamit Altintop.

La grande chance per il pareggio sembra arrivare all’82’, quando dopo un corner Hamit Altintop crossa dalla mediana, la difesa ceca è ancora piazzata male e Servet Cetin stacca da posizione ravvicinatissima: il difensore centrale può incornare da pochi metri ma non colpisce il pallone con la fronte piena e lo sfiora appena, mandando larga una grandissima occasione.

Il finale è elettrizzante e la difesa della Repubblica Ceca sembra aver perso tutti i meccanismi: Bruckner prova a coprire la falla della corsia mancina inserendo Kadlec in costante aiuto a Jankulovski e questo sembra togliere un po’ di ritmo al forcing turco, con Arda Turan che torna più stabilmente sulla sinistra. La Turchia cerca disperatamente il gol.

All’87’ arriva l’impensabile patatrac: cross da destra di Hamit Altintop con traiettoria troppo stretta sul portiere e prevedibile, Cech esce con grande libertà e senza nessuno che lo contrasti ma sbaglia clamorosamente la presa a mani aperte, lasciando lì il pallone con Nihat che deve soltanto appoggiarlo in rete trovando la rete del 2-2. Davvero incredibile l’errore di Cech, non il primo in questa disgraziata stagione: dopo l’incidente di Reading, infatti, il portiere ceco non è più stato realmente sé stesso e ha commesso anche in Premier League diverse ingenuità clamorose e, a vedere quest’azione, non può che balzare all’occhio l’errore commesso all’Emirates Stadium nel big match tra Arsenal e Chelsea dello scorso Dicembre, quando sbagliò un’uscita in modo identico e senza pressioni particolari da avversari, permettendo a William Gallas di trovare il gol decisivo. E’ triste dirlo ma sembra davvero evidente che prima dell’incidente Cech non commettesse questi errori così grave.

La partita non è ancora finita e passano due minuti che la Turchia trova il modo di completare la rimonta, riuscendo ad evitare anche i calci di rigore: su lancio lungo Ujfalusi interviene malissimo con la coscia e lascia il pallone sulla trequarti e un buco in difesa, il pallone è ripreso da Hamit Altintop che avanza e serve filtrante sulla sua sinistra a Nihat, tenuto in gioco dal pessimo piazzamento ancora di Jankulovski, che rimane un paio di metri dietro la propria linea difensiva. L’attaccante del Villarreal ha un grande spazio, si ferma a caricare il tiro e trova una traiettoria perfetta con il destro verso l’angolo lontano, mandando il pallone sulla traversa interna e poi in rete per far scattare il delirio turco: rimonta completata in meno di un quarto d’ora e 3-2 che proietta la squadra di Terim ai quarti di finale.

Ma le emozioni in questo finale pazzesco di gara non sono finite perché al 92’ Volkan esce malissimo su un lancio lungo e profondo, andando a sbattere su Servet e lasciando lì il pallone anche contrastato (e impaurito) da Koller, Vlcek colpisce di testa il pallone vagante ma non ha né precisione né forza nel tentativo e Sabri Sarioglu lascia il pallone sul fondo. L’azione è conclusa e Volkan si alza e va a spingere Koller, il quale accentua notevolmente la caduta: il gigante ceco non è l’unico ad esagerare, perché si ci mette anche l’arbitro Frojdfeldt che va addirittura ad espellere il portiere. Decisione molto discutibile (per spingere via in quel modo uno dalla stazza fisica di Koller ci vorrebbe una forza disumana e pare difficile che Volkan ce ne abbia messa così tanta) che potrebbe essere pesante, visto che la Turchia ha finito le sostituzioni e deve inserire in porta Tuncay Sanli a difendere la porta per tutto il recupero, mentre la Repubblica Ceca spera nel pareggio per poi trovarsi ai calci di rigore con gli avversari senza un vero portiere.

Ma la Turchia riesce a stringere i denti e a proteggersi fino al fischio finale, accedendo ai quarti di finale dopo una vera battaglia e dopo un match dall’enorme tasso emotivo. A vincere è la squadra più determinata e adesso la Turchia si prepara ad affrontare la Croazia nei quarti di finale, provando a mettere a segno un altro miracolo sportivo.

Si chiude invece l’Europeo della Repubblica Ceca e lo fa in modo amaro: se quattro anni fa il match s’esordio degli Europei aveva visto in campo le stesse de squadre che poi si sarebbero giocate la finale (Grecia e Portogallo), quest’anno le cose sono andate in modo diverso perché sia Svizzera che Repubblica Ceca vengono eliminate al primo turno, con i cechi condannati sicuramente dagli episodi in quest’ultimo match, ma condannati anche da una difesa che lascia delle falle paurose quando è attaccata con determinazione. Di certo, stupisce come il match winner del match d’esordio Vaclav Sverkos non sia più stato utilizzato dal ct Bruckner nemmeno per un minuto, né in questo match né contro il Portogallo, così come altri due elementi interessanti come il talento Fenin e l’esterno dalla buonissima tecnica Skacel non abbiano avuto modo di vedere il campo nemmeno per un minuto, quando invece avrebbero potuto far comodo più di elementi che invece hanno visto il campo e hanno reso poco.


Turchia-Repubblica Ceca 3-2

Turchia (4-4-2): Volkan 5,5 – Hamit Altintop 7 Emre Gungor 5 (65’ Emre Asik 6) Servet Cetin 4 Hakan Balta 5 – Tuncay 6 Mehmet Topal 4 (57’ Kazim-Richards 5,5) Mehmet Aurelio 6 Arda Turan 7,5 – Semih Senturk 3,5 (46’ Sabri Sarioglu 7) Nihat 7,5

In panchina: Rustu, Tolga, Gokhan Zan, Emre Belozoglu, Gokdeniz, Tumer Metin, Ugur Boral, Ayhan, Erding
Commissario tecnico: Fatih Terim 6

Repubblica Ceca (4-1-4-1): Cech 4 – Grygera 6 Ujfalusi 4,5 Rozehnal 5 Jankulovski 3 – Galasek 5 – Sionko 7 (84’ Vlcek sv) Matejovsky 7 (39’ Jarolim 5) Polak 5,5 Plasil 6,5 (80’ Kadlec sv) – Koller 6,5

In panchina: Blazek, Zitka, Kovac, Fenin, Sverkos, Pospech, Baros, Sivok, Skacel
Commissario tecnico: Karl Bruckner 6

Arbitro: Peter Frojdfeldt (Svezia) 4

Gol: 34’ Koller (RC), 62’ Plasil (RC), 75’ Arda Turan (T), 87’ Nihat (T), 89’ Nihat (T)
Ammoniti: Mehmet Topal, Mehmet Aurelio, Emre Asik (T), Ujfalusi, Galasek (RC)
Espulso: 92’ Volkan (T)

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