domenica 8 giugno 2008

Svizzera sfortunata e poco creativa, la Repubblica Ceca ne approfitta col minimo sforzo

Vaclav Sverkos infligge un duro colpo alle speranze di qualificazione dei padroni di casa, che mancano di qualità in mediana ma che hanno anche la sfortuna di incappare in Rosetti



Quando l’uomo che tocca più palloni non è un mediano o un regista ma è uno dai piedi quadrati come Philippe Senderos si capiscono molte cose e si capisce soprattutto perché la Svizzera fatichi così tanto nella manovra per aprire una ostica Repubblica Ceca, squadra che crea un gran mucchio a centrocampo e che punta a concedere il meno possibile agli avversari: è questa la chiave tattica del match di esordio degli Europei, competizione che come quattro anni fa si apre con la sconfitta dei padroni di casa, nel 2004 il Portogallo, in questo 2008 la Svizzera che ospita la competizione insieme all’Austria. Se però quattro anni fa i lusitani ebbero modo di recuperare quella pesante sconfitta contro la Grecia fino ad andare in finale per poi perdere proprio contro gli ellenici, questo ko potrebbe avere effetti devastanti per il cammino della Svizzera, anche perché i Rossocrociati hanno anche perso l’unico elemento d’attacco che abbinava qualità ed esperienza, ovvero Alexander Frei che è stato azzoppato in maniera evidente da Zdenek Grygera e che s’è procurato uno strappo ai legamenti del ginocchio che gli impedirà di scendere in campo per il resto degli Europei. E’ una Svizzera che può considerarsi sfortunata per questo infortunio, per la traversa colpita da Vonlanthen e per esser incappata in un arbitraggio decisamente ostile da parte di Rosetti, ma è anche una Svizzera che deve ragionare molto sul proprio centrocampo, che sugli esterni ha anche dei buoni giocatori ma che pecca decisamente in mediana dove non c’è un uomo in grado di fare gioco e imporsi in regia, finendo per rendere il gioco prevedibile e lento. Dall’altra parte la Repubblica Ceca vince quasi col minimo sforzo, chiudendo sempre gli spazi più per l’ammucchiamento di uomini che non per la qualità delle chiusure difensiva (a parte il “pallavolista” Ujfalusi, infatti, gli altri difensori e mediani hanno mostrato qualche pecca): l’impressione, infatti, è che sia stata la Svizzera incapace a fare gioco e non la squadra di Karel Bruckner ad imbrigliarla. Di loro i cechi ci hanno messo il minimo indispensabile, tirando soltanto due volte in tutta la partita (questo per le statistiche di mezzo mondo e per gli occhi di chi ha visto la partita, mentre le statistiche della Uefa segnalano in maniera a dir poco ottimista addirittura 8 tiri, considerando forse anche i tiri effettuati nel riscaldamento o all’intervallo) e trovando il Vaclav Sverkos l’elemento decisivo, con un gol che potrebbe anche lanciare la Repubblica Ceca ai quarti di finale, anche se ancora mancano due giornate e ogni discorso è prematuro.

La Svizzera di Kobi Kuhn si presenta con il classico 4-4-2 che punta su Frei e Streller in attacco, mentre come prevedibile per il ruolo di terzino destro Lichtsteiner è preferito a Philipp Degen. La Repubblica Ceca risponde con in 4-1-4-1 in cui Galasek di fatto fa lo stopper davanti alla difesa, mentre Bruckner punta su Libor Sionko sulla corsia di destra chiedendo a lui una spinta offensiva che non può contare sulla qualità dell’infortunato Tomas Rosicky.

La prima occasione degli Europei 2008 arriva al 3’ minuto per una brutta palla persa da Galasek a centrocampo, i giocatori svizzeri provano ad approfittarne gettandosi subito nello spazio aperto e Frei prova il destro preciso da fuori area, con la palla che termina fuori di poco.

La Svizzera prova a tenere palla ma da subito si nota un’assenza di qualità nella manovra, con Gelson Fernandes che non ha grande visione di gioco e spesso si limita a passaggi corti, tipico di un giocatore più di quantità che di creatività quale il mediano del Manchester City è, mentre al suo fianco Gokhan Inler sembra totalmente carente di personalità e non si prende mai le responsabilità che uno pseudo-regista dovrebbe prendersi: se l’attitudine di Gelson è comprensibile per le caratteristiche stesse del calciatore, quella di Inler è davvero inaccettabile a questi livelli. Le uniche fiammate per i Rossocrociati arrivano sulla destra dove Behrami salta con continuità Jankulovski nell’uno contro uno, ma il buon esterno della Lazio non sempre è servito in maniera dovuta e nel finale di primo tempo finisce per spegnersi un po’, perdendo ritmo ma non certo per colpa sua. La Repubblica Ceca ha un gioco abbastanza semplice ma che non incanta di certo, con i mediani che alternano tocchi corti a lanci lunghi per cercare la fisicità di Koller o la velocità di Sionko sulla destra, ma entrambi non mostrano grandi cose. La partita così è molto lenta e decisamente noiosa.

Al 16’ Behrami tenta il jolly da fuori area ma non trova un angolo e Cech blocca: sarebbe un’azione di normale amministrazione ma da questo sprazzo si nota subito il tipo di traiettoria assurda che prende il pallone, che sembra più un Super Tele che non un pallone professionistico. Chi ama questo sport non può che odiare questi palloni che le varie case vanno creando con l’ambizione di regalare spettacolo, anche se francamente lo spettacolo lo devono dare i giocatori e non i palloni che viaggiano per conto loro e senza un criterio logico.

Frei gioca un buon primo tempo anche se è sempre troppo lontano dalla porta e al 19’ tocca bene di tacco di prima per l’inserimento di Inler, il quale al limite dell’area sembra quasi perdersi da solo per poi calciare con un sinistro debolissimo e centrale che diventa facile per la presa di Cech.

La Repubblica Ceca si difende molto ma non ha una difesa che spicca per solidità e l’azione del 21’ minuto lo dimostra in pieno in quanto un lancio lungo di Benaglio finisce per diventare un pallone filtrante per Frei, che approfitta nel solito stacco a vuoto di Rozehnal (i tifosi del Newcastle hanno ancora gli incubi al solo pensare al suo nome), Ujfalusi dorme un po’ ed è in ritardo sulla punta del Borussia Dortmund ma Cech è splendido nell’accorgersi dell’errore difensivo e nell’uscire con il tempo giusto su Frei, respingendo con i piedi la conclusione dell’avversario.

Dopo un inizio sofferto la Repubblica Ceca prova a prendere campo con la manovra lenta ma non arriva mai negli ultimi metri, con Jan Koller che sembra notevolmente appesantito nei movimento e che non ha più la mobilità sufficiente per fare l’unica punta a questi livelli. Unica punta che poi rimane troppo solitaria, perché gli interni di centrocampo rimangono molto chiusi e non si inseriscono mai (nonostante questo aspetto di giochi rientri anche nelle caratteristiche di Jarolim), mentre neppure gli esterni fanno molto perché Sionko va ad intermittenza mentre Plasil non riesce ad esprimere il suo dinamismo, che sarebbe anche la componente essenziale del suo gioco.

Dopo tanta noia, al 36’ arriva un break svizzero a distoglierci dalla catalessi, con Barnetta che porta avanti palla e tocca a Frei, il quale si ferma e prova da 25 metri e trova un Cech non sicurissimo nella respinta a mani aperte, Streller riprende palla ma viene fermato in offside e l’azione sfuma.

Il momento che spezza probabilmente l’Europeo della Svizzera arriva al 42’: Frei riceve palla ma finisce per trovarsi troppo avanti rispetto alla sfera e prova a farla scorrere con una serie di movimenti davvero strani che gli fanno prendere un equilibrio precario e lo espongono troppo all’entrata brutta di Grygera che finisce per fargli partire il ginocchio sinistro. Il ceco non viene ammonito da Rosetti e qui finisce l’Europeo di Frei, che dopo l’intervallo verrà sostituito da Hakan Yakin, il quale fa il trequartista nel 4-4-1-1.

Al 50’ proprio Yakin prova con una punizione dal limite ben calibrata che termina alta di poco, ma Cech sembrava sulla traiettoria.

Il match rimane molto tattico, con la Svizzera che ha qualche folata, sempre in particolare con Behrami sulla destra, ma che in attacco fatica molto, anche perché è rimasto soltanto Marco Streller, o meglio il fantasma dell’ex attaccante dello Stoccarda che adesso gioca al Basilea: la sua è una prova terribile e soltanto Inler gli strappa la palma di peggiore in campo.

Al 56’ Bruckner decide di aumentare la mobilità del proprio attacco e toglie Koller per inserire Sverkos.

Al 65’ arriva il primo tiro della Repubblica Ceca, con punizione battuta a giro da Jankulovski che per un attimo fa pensare tutti di assistere ad una moviola ma che in realtà è lenta di suo e comunque termina alta senza creare pericoli a Benaglio.

Le cose più belle (o meno brutte visto l’andamento del match) si vedono sulla corsia di destra dell’attacco della Svizzera dove al 66’ Behrami vede bene la solita puntuale sovrapposizione di Lichtsteiner, il quale crossa preciso in area di rigore per lo stacco di Hakan Yakin che però non trova la porta e manda largo da buonissima posizione, sprecando una grande chance.

E’ la Svizzera a fare qualcosina in più ma al 70’ arriva la beffa: dopo un corner per la Repubblica Ceca, la difesa svizzera (e in particolare il solito Senderos) sale malissimo a fare il fuorigioco e un colpo di testa in alleggerimento a centrocampo di Galasek finisce per diventare un assist in profondità per Sverkos, il quale sorprende la linea difensiva e in qualche modo trova con l’esterno un tiro imparabile per Benaglio, realizzando la rete dello 0-1. Brutta la lettura difensiva della Svizzera e tiro vincente ancorché fortunoso di Sverkos, punta del Banik Ostrava che in passato ha giocato (e fallito) con Borussia Monchengladbach, Herta Berlino e Austria Vienna.

La Repubblica Ceca adesso fa soltanto densità difensiva ma la manovra della Svizzera è inguardabile: è indecente la prestazione di Inler che gioca in una posizione assurda in mezzo al campo, finendo nella terra di nessuno e non prendendosi mai la responsabilità di impostare (o perlomeno provarci) il gioco, quasi come stesse giocando uno sport tutto suo (o magari è stato lui l’unico a capire per quale sport inesistente è stato creato quell’inguardabile pallone). In questo modo, la palla finisce sempre sui piedi dei difensori centrali svizzeri e il gioco finisce per essere impostato da Philippe Senderos, che non è certo famoso per essere un calciatore dai piedi morbidi, anche se in questi ultimi due anni ha fatto fatica pure ad essere considerato un calciatore.

Al 75’ Kobi Kuhn ci prova togliendo Lichtsteiner (comunque uno dei migliori visti in campo) per inserire Vonlanthen, il quale va a fare l’esterno offensivo del 4-4-2 con Behrami retrocesso nel ruolo di terzino destro.

All’80 la difesa ceca sbanda ancora, rimanendo immobile su un lancio lungo e rischiando tantissimo: Streller fa la sponda, Ujfalusi tocca il pallone con la mano molto larga ma l’arbitro non fischia nulla e la Svizzera continua a giocare con Barnetta che s’inserisce e fa la cosa più bella della sua partita (lui che è un ottimo giocatore ma che è sembrato sottotono in questo match) calciando basso e potente, Cech ha il riflesso giusto per respingere e mandare anche lateralmente la propria respinta ma Vonlanthen si getta sul pallone in velocità arrivando prima di Jankulovski e colpisce una clamorosa traversa. Azione sfortunatissima per la Svizzera, ma qui l’arbitro Rossetti commette un errore madornale ed imperdonabile nel non concedere un rigore nettissimo per il fallo di mano di Ujfalusi: è davvero incredibile come un arbitro internazionale non veda un episodio del genere.

La Svizzera ci prova nel finale con grande confusione e al 94’ reclama un altro fallo di mano di Ujfalusi sul tentativo di dribbling di Derdiyok, ma questo intervento del difensore è meno clamoroso di quello precedente, anche se allarga un po’ il proprio gomito in modo volontario, ma le polemiche sull’arbitro sono incentrate tutte sul primo fallo di mano e non su questo.

Finisce allora male per la Svizzera, che adesso sarà costretta a giocarsi il tutto per tutto nel prossimo match contro la Turchia, anche perché si affrontano due squadre sconfitte in questa prima giornata e che non possono più sbagliare.

La Repubblica Ceca ottiene il massimo con il minimo sforzo, portando a casa un risultato di buon auspicio per il cammino nel girone: un risultato positivo nel prossimo match contro il Portogallo potrebbe mettere in discesa la strada verso la qualificazione per gli uomini di Bruckner.


Svizzera-Repubblica Ceca 0-1

Svizzera (4-4-2): Benaglio sv – Lichtsteiner 6,5 (75’ Vonlanthen 6) Muller 6 Senderos 5 Magnin 5,5 – Behrami 6,5 (83’ Derdiyok sv) Gelson 6 Inler 2 Barnetta 5,5 – Frei 6 (46’ Yakin 6) Streller 3

In panchina: Zuberbuhler, Jakupovic, Djourou, Huggel, Cabanas, Grichting, Gygax, Spycher, Degen
Commissario tecnico: Jakob Kuhn 5,5

Repubblica Ceca (4-1-4-1): Cech 6,5 – Grygera 5,5 Ujfalusi 6 Rozehnal 5 Jankulovski 5 – Galasek 6 – Sionko 5,5 (83’ Vlcek sv) Jarolim 6 (87’ Kovac sv) Polak 6 Plasil 5 – Koller 5 (56’ Sverkos 7)

In panchina: Blazek, Zitka, Fenin, Pospech, Kadlec, Baros, Matejovsky, Sivok, Skacel
Commissario tecnico: Karel Bruckner 6

Arbitro: Roberto Rosetti (Italia) 4

Gol: 70’ Sverkos
Ammoniti: Magnin, Barnetta, Vonlanthen (S)


Classifica Gruppo A (tra parentesi la differenza reti):

Portogallo 3 (+2)
Repubblica Ceca 3 (+1)
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Svizzera 0 (-1)
Turchia 0 (-2)

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