mercoledì 18 giugno 2008

La Romania non ha carattere e si scioglie sul più bello

I rumeni hanno un atteggiamento inguardabile per tutta la partita, l’Olanda gioca la sua partita senza forzare più di tanto e vince 2-0



La forza di una squadra si vede nei momenti decisivi, come quando si potrebbe passare il turno e arrivare ai quarti di finale battendo una squadra che non ha più nulla da chiedere al girone: la Romania di forza sembra non averne, per come ha giocato la partita decisiva con l’Olanda, senza spunti e pensando soltanto a difendere, come se il gol della vittoria dovesse arrivare da solo. Gli Orange schierano molte riserve e fanno la loro partita tranquilla, tenendo il possesso palla per tantissimo tempo e non forzando nemmeno più di tanto il proprio gioco e il proprio ritmo, visto che era pur sempre una partita ininfluente per loro. Lo stato d’animo e la vitalità della Romania in questo match è simbolizzato dall’espressione del volto a tratti cadaverica del ct Victor Piturca, che dovrebbe aver capito di aver lasciato sfuggire una grandissima occasione per fare un gioco difensivo anche in una partita da vincere assolutamente contro un avversario senza stimoli, davvero un atteggiamento sportivamente suicida: i rumeni si sono affidati fin troppo sulle qualità in contropiede di Adrian Mutu, che ha sulla coscienza l’errore che è costato la qualificazione, avendo sbagliato il calcio di rigore che avrebbe fatto volare nel girone la Romania e soprattutto avrebbe eliminato una bruttissima Italia. Inserire stopper in mediana, affidare compiti superdifensivi ai centrocampisti e isolare le punte ha portato un pareggio giusto con squadre in grande difficoltà come Francia e Italia, mentre contro un Olanda in piena fiducia ha portato ad una sconfitta strameritata, ma soprattutto quello che dovrebbe sconcertare Piturca è che la sua squadra non ci abbia nemmeno provato a vincere la partita. L’Olanda lascia a riposo i titolari, in un match che permette a Marco Van Basten di dare ritmo alle riserve, soprattutto per inserirle pienamente nei dettami di gioco, una cosa che potrebbe sempre risultare utile qualora qualcuno di questi giocatori debba essere chiamato in causa: la partita è stata interessante anche per verificare le condizioni di quegli elementi che potrebbero essere ripescati nella formazione titolare, uno su tutti Robin Van Persie, autore di una prova di grande dinamismo e di buona pericolosità, mostrando di aver trovato una condizione fisica davvero importante dopo un’annata in cui è stato quasi sempre fermo per infortuni, lui che è un giocatore dalla grandissima fragilità, come minimo direttamente proporzionale al suo tasso di talento. Un po’ meno bene è andato Huntelaar, autore del gol del vantaggio ma troppo macchinoso nei movimenti e nettamente inferiore a Ruud Van Nisterlooy, così come qualcosina in più si ci aspettava da Arjen Robben, il quale però ha come scusante quello di aver giocato in una partita impostata proprio per nona affaticarsi più di tanto dal ct olandese, che ha tenuto il ritmo dei suoi decisamente basso, anche se questo ha finito per rendere minime le accelerazioni e le fiammate dell’esterno del Real Madrid. Molto interessante invece la prova e i movimenti di Afellay, uno che potrebbe essere benissimo utilizzato a partita in corso anche per aprire un match chiuso. L’Olanda allora continua ad andare a mille, esce con classe dalle polemiche arrivate nei loro confronti dai vergognosi media italiani (come se fosse una colpa arrivare già qualificati alla terza partita dopo aver abbattuto Italia e Francia) e chiude il girone a punteggio pieno, mantenendo alta la propria fiducia.

L’Olanda mette giustamente a riposo quasi tutti i titolari per non rischiarli inutilmente, soprattutto sul piano fisico: gli unici due confermati della formazione sono Boulahrouz e Engelaar, mentre il modulo tattico rimane il 4-2-3-1 con Van Persie utilizzato in una interessante posizione di trequartista. La Romania invece mostra il solito 4-5-1 tutto difensivo, con Marius Niculae che a sorpresa prende il posto del suo omonimo Daniel Niculae in attacco, mentre sulla destra Piturca preferisce Nicolita a quel Florentin Petre che bene aveva fatto nell’ultimo match.

Dopo un continuo possesso palla in cui gli olandesi avevano di fatto nascosto il pallone ai rumeni, la prima occasione del match arriva al 4’ ma per la Romania, con la girata di Marius Niculae che manda la palla larga senza eccessivi brividi per Stekelenburg.

A fare la partita è decisamente l’Olanda, con un continuo e lunghissimo possesso di palla che però viaggia molto in orizzontale. La Romania invece sta tutta coperta in difesa (come successo contro la Francia, in una partita in cui i rumeni non fecero neppure un tiro in porta: bizzarro che questo atteggiamento venga preso in un match da vincere assolutamente) e cerca qualche accelerazione in contropiede, non trovando mai eccessiva pericolosità e commettendo tantissimo errori, in particolare con Nicolita sulla destra, il quale ha giocato un pessimo Europeo e in questo match fa sicuramente rimpiangere Petre, che tanto bene lo aveva sostituito nel match contro l’Italia. Il ritmo è blando e gli unici brividi per la squadra di Piturca li prova a creare Mutu, quando l’attaccante della Fiorentina riesce a sganciarsi in avanti, visto che anche lui ha da svolgere troppi compiti difensivi: si può capire l’attenzione tattica, ma quando hai solo un giocatore di vero talento in squadra e gli fai fare il terzino in una partita che devi vincere vuol dire anche regalare tranquillità alla squadra avversaria. Nell’Olanda non iniziano benissimo Robben e Afellay, con il primo che non riesce a trovare i suoi ritmi, mentre Afellay ha un po’ di difficoltà nel trovare i giusti movimenti nel meccanismo di gioco olandese, cosa che dopo una ventina di minuti riuscirà a fare e con grande efficacia. A centrocampo, i due mediani Engelaar e De Zeeuw giocano una grande quantità di palloni, mentre Van Persie fa grande movimento, svariando molto sulla destra in questo avvio e proponendosi in tutte le fasi di gioco, sia in appoggio per i centrocampisti che nel tentativo di creazione offensiva a favorire i compagni.

Al 30’ la Romania riesce un po’ a sorpresa a crearsi un’altra occasione, con il break centrale di Cocis che riesce a servire Mutu, il quale tenta una buona botta lontano che va a sfiorare il palo per poi terminare sul fondo: una delle poche grandi occasioni create dalla squadra di Piturca.

Dopo aver fatto una mezz’ora di accademia, l’Olanda decide di rendersi pericolosa al 33’ con una grande apertura di Afellay sulla trequarti verso la fascia destra, liberando un grande spazio in area di rigore per Boulahrouz che da posizione defilata decide di non calciate e appoggia all’indietro per Huntelaar, il quale di prima calcia molto male e manda il pallone sopra la traversa, rovinando una bellissima azione olandese.

La squadra di Van Basten continua ad avere un possesso palla decisamente maggiore, ma adesso aumenta l’intensità delle proprie verticalizzazioni. In questo modo aumenta la continuità di azione di Robben, così come inizia ad essere efficacissimo Afellay, il quale taglia sempre molto bene verso il centro e ha ormai trovato i movimenti migliori nei meccanismi olandesi.

Al 37’ una verticalizzazione di De Zeeuw verso il centro dell’area trova Huntelaar che difende la posizione con il corpo all’altezza del dischetto dall’attacco di Tamas e prolunga d’esterno sulla sua sinistra di Robben, che ha grandissimo spazio per accentrarsi in velocità e poi da posizione ravvicinatissima tenta di battere Lobont con la conclusione di esterno sinistro, mandando il pallone fuori di un soffio: grandissima occasione per gli Orange per passare in vantaggio e per una volta buon lavoro di Huntelaar.

Al 44’ però è la Romania ad avere la più grande occasione della sua partita: Mutu attacca un avversario in uno contro uno sulla sinistra dell’area di rigore e va a premiare la puntuale sovrapposizione di Rat, che sul fondo crossa subito dentro, Cocis si addormenta al centro dell’area e da posizione comoda non va sul pallone, a rimorchio arriva però Nicolita che col sinistro spara altissimo, sprecando una grandissima chance per andare in vantaggio.

In avvio di ripresa la Romania sembra voler alzare il proprio baricentro, ma al 49’ l’Olanda potrebbe punire in contropiede: un lancio lungo vede Tamas in ritardo su Van Persie, il quale controlla benissimo con il sinistro, si ritrova il pallone un po’ arretrato e allora è bravissimo a girarsi con il destro e tentare subito la conclusione, con un tiro che però non è all’altezza della sublime preparazione e che permette a Lobont di deviare in corner con un riflesso.

Al 54’ l’Olanda rompe l’equilibrio nel match trovando il vantaggio meritato: Afellay va a controllare un pallone vagante sulla destra e lo crossa basso al centro, Engelaar sul primo palo non riesce a deviarlo in porta ma alle sue spalle c’è Huntelaar che colpisce quasi di riflesso e batte in questo modo l’immobile Lobont, realizzando la rete dell’1-0. Appare un po’ fortunosa la deviazione dell’attaccante dell’Ajax.

La reazione della Romania è molto timida e confusa e l’Olanda continua a fare tranquillamente il proprio gioco, soprattutto perché Van Persie continua ad essere sempre più efficace con il passare dei minuti, segno di una grande condizione fisica: l’attaccante dell’Arsenal potrebbe essere la carta a sorpresa nel 4-2-3-1 dell’Olanda in vista dei quarti di finale, con Van Basten che potrebbe riproporlo sulla fascia destra al posto di Kuyt, giocatore che dà sicuramente più equilibrio tattico ma meno fantasia. La Romania è troppo dipendente da Mutu e basta chiudere lui per costringere la squadra ad andare a dei lanci lunghi che sono poco utili sia con Marius Niculae che con Daniel Niculae, subentrato al proprio omonimo al 59’ ma senza lasciare una traccia maggiore. Vedere giocare l’Olanda in questo momento è davvero bello sul piano estetico, ma gli Orange in questa partita non hanno un terminale d’attacco all’altezza di Van Nisterlooy: Huntelaar, infatti, sembra un giocatore abbastanza sopravvalutato e le cifre altissime riguardanti i suoi gol realizzati nella Eredivisie sembrano un po’ deviare l’opinione sulle sue reali caratteristiche. Per il resto, i movimenti di squadra dell’Olanda sembrano discretamente collaudati anche con le riserve in formazione, nonostante in questa partita il ritmo sia volutamente più basso visto che il risultato non conta molto per l’Olanda.

Nel finale l’Olanda torna a creare qualche occasione con Van Persie che vuole trovare il gol: all’82’ l’attaccante dell’Arsenal riceve palla al limite dell’area su un servizio di Mario Melchiot e stoppa il pallone alzandoselo per poi girarsi e sparare di potenza con il sinistro, mandando il pallone alto.

La Romania ci pensa solo adesso a provare un disperato assalto ma si vedono soltanto una serie imbarazzante di lisci, segno di bassa qualità collettiva.

Il finale più logico è quello che vede l’Olanda raddoppiare, proprio con Robin Van Persie: all’87’ un lancio di De Zeeuw trova l’ex Feyenoord sulla sinistra dell’area di rigore, con Van Persie che controlla di petto e resiste al tentativo di recupero totalmente scoordinato di Contra e poi scarica un potentissimo sinistro verso il primo palo che brucia Lobont e vale il 2-0. Gran gol per il quasi 25enne, che così corona un’ottima prestazione.

La partita non ha più nulla da dire e l’Olanda accede con pieno merito ai quarti di finale, dopo aver proposto due grandissime partite nei primi due turni del girone. Adesso la squadra di Van Basten attende una tra Russia e Svezia, che si sfideranno nella serata di mercoledì per ottenere il secondo posto nel Girone D: leggermente favorita è la Svezia, non fosse altro che la squadra di Lagerback può passare il turno anche con un pareggio.

La Romania esce malamente dagli Europei, disputando una partita decisamente incolore: Piturca aveva conquistato la qualificazione agli Europei anche nel 2000 ma quella volta senatori come Hagi e Popescu chiesero la sua testa, raggiungendo comunque i quarti di finale, risultato che il 52enne non è riuscito a raggiungere in questa edizione. Forse a questo punto era meglio avere degli altri senatori che chiedessero la sua cacciata, visto anche l’iperdifensivismo di questo ct.


Olanda-Romania 2-0

Olanda (4-2-3-1): Stekelenburg sv – Boulahrouz 6 (58’ Melchiot 6) Heitinga 6,5 Bouma 6,5 De Cler 6,5 – De Zeeuw 6,5 Engelaar 6,5 – Afellay 6,5 Van Persie 7,5 Robben 6 (62’ Kuyt 6) – Huntelaar 6 (82’ Vennegoor Of Hesselink sv)

In panchina: Van der Sar, Timmer, Ooijer, Mathijsen, Van Bronckhorst, Van Nisterlooy, Sneijder, De Jong, Van der Vaart
Commissario tecnico: Marco Van Basten 6,5

Romania (4-5-1): Lobont 6,5 – Contra 5 Tamas 5,5 Ghionea 6 Rat 5,5 – Nicolita 3 (82’ Petre sv) Codrea 4 (72’ Dica sv) Chivu 4,5 Cocis 3,5 Mutu 5 – Marius Niculae 4 (59’ Daniel Niculae 4)

In panchina: Popa, Stancioiu, Marica, Sapunaru, Moti, Cristea, Radu
Commissario tecnico: Victor Piturca 3

Arbitro: Massimo Busacca (Svizzera) 3

Gol: 54’ Huntelaar, 87’ Van Persie
Ammonito: Chivu (R)

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