martedì 17 giugno 2008

La Croazia chiude a punteggio pieno e Klasnic si prende la soddisfazione di andare a segno

La Polonia delude tantissimo sul piano del gioco e non riesce a creare grandi occasioni fino agli ultimi 10 minuti, quando ormai è troppo tardi per recuperare lo 0-1



Ha avuto una storia personale molto travagliata, con una vicenda che ha rischiato di portargli via anche la via, ma Ivan Klasnic ha saputo reagire, tornando al calcio già nel corso di questa stagione con il Werder Brema e adesso mettendo la sua firma anche su Euro 2008: il 28enne, infatti, è stato circa un anno lontano dai campi da gioco per un grave problema renale che lo ha costretto a sottoporsi a due trapianti, un’operazione sempre abbastanza delicata da cui Klasnic ha saputo riprendersi anche in tempo per tornare a giocare e a segnare sia in Bundesliga che in Nazionale. Il suo gol arriva con la Croazia già qualificata ai quarti di finale, ma umanamente è forse il più importante dell’intero Europeo e regala sicuramente una storia difficile ma a lieto fine. La Croazia ha quindi la soddisfazione di chiudere il proprio girone a punteggio pieno, infliggendo una sconfitta anche alla Polonia che avrebbe dovuto sperare ad un mezzo miracolo per passare il turno ma che invece ha giocato molto male, mostrando evidenti difficoltà di gioco a centrocampo e una eccessiva mancanza di qualità, che ha reso la manovra dell’undici di Leo Beenhakker poco fluida e pericolosa per questa Croazia. Dall’altra parte, Slaven Bilic ha avuto l’occasione di far riposare quasi tutti i suoi titolari ma ha avuto notizie importanti anche dalle riserve, che sono riuscite ad imporre il proprio gioco e hanno gestito il match con grande razionalità, spingendo sempre sulla corsia di sinistra a sfruttare i disastri della difesa polacca e poi difendendosi molto bene a sua volta, a parte gli ultimi 10 minuti in cui i croati sono apparsi deconcentrati e più volte hanno rischiato di subire il pareggio.

La Polonia rivoluziona un po’ la sua formazione, presentando un 4-4-1-1 che vede Marek Saganowski come unica punta, con Guerreiro confermato in posizione di trequartista. Al centro della difesa viene invece spostato il mediano Dudka, il cui posto a centrocampo viene preso da Murawski. La Croazia conferma soltanto due uomini rispetto alla formazione che ha avuto la meglio sulla Germania nel match precedente, ovvero Pranjic e Rakitic, con entrambi che occupano la corsia di sinistra. In attacco, Bilic opta per la coppia Klasnic-Petric, con quest’ultimo che ha l’occasione per riprendersi la maglia da titolare, persa dopo il match anonimo giocato contro l’Austria.

La Polonia inizia il match tenendo un gran possesso di palla, ma l’azione è troppo macchinosa e non prende mai il ritmo dovuto.

Di fatto, l’unica occasione del brutto primo tempo polacco arriva all’11’ minuto: corner da destra di Lewandowski, Dudka stacca molto bene al centro dell’area ma incorna male, mandando larghissimo quando a quel punto avrebbe almeno dovuto trovare la porta.

Come già successo contro Austria e Germania, la difesa della Polonia si piazza in posizione altissima in mezzo al campo e rischia sempre molto sulle incursioni avversarie in contropiede, anche perché molto spesso sbaglia a fare il fuorigioco con degli errori individuali. La Croazia via via prende campo e prende in mano il gioco a centrocampo e fa vedere le migliori cose sulla fascia sinistra sull’asse Pranjic-Rakitic, con i due giocatori che mostrano una grande intesa e con Klasnic che svaria spesso anche su questa corsia: i croati finiscono quindi per dominare, perché Wasilewski è sempre assente in copertura, mentre Lobodzinski non riesce a incidere né in attacco né in fase di difesa.

Così, la prima occasione croata arriva proprio sul fronte mancino al 14’, con Klasnic che trova Pranjic con un passaggio filtrante in diagonale, il giocatore dell’Heerenveen approfitta della dormita di Wasilewski e si trova solo davanti al portiere ma da posizione defilata tenta un pallone mal consigliato che manda il pallone molto largo.

La Croazia non mostra un gioco scintillante, ma per tutto il primo tempo riesce a creare buone occasioni. Al 20’ Rakitic batte una punizione da destra, Vejic riesce a colpire di testa nonostante sia in caduta e manda il pallone verso l’angolo più lontano, Boruc è completamente battuto ma la palla esce sfiorando il palo e la Polonia si salva. Abbastanza incredibile come il difensore centrale del Tom Tomsk sia riuscito a trovare la coordinazione in una situazione così complicata.

Il ritmo di gioco è molto blando, con la Croazia che sfrutta sempre la continua spinta di Pranjic per creare situazioni interessanti, mentre le cose non vanno altrettanto bene sulla destra dove Leko va ad alti e bassi. Ha solo bassi invece la Polonia, che fa una fatica immane a creare delle azioni manovrate, con Roger Guerreiro che prova a muoversi sul fronte offensivo ma appare spento e non ha mai un’illuminazione imprevedibile a sorprendere gli avversari, mentre la prima punta Saganowski tocca pochissimi palloni.

Al 26’ la Croazia è costretta a sostituire Knezevic, che in precedenza si era scontrato involontariamente con il proprio portiere Runje: al suo posto entra un altro titolare dei croati, ovvero Corluka che va a fare il centrale sinistro nella difesa a 4.

La Croazia ha una manovra discreta ma ogni tanto riesce a trovare delle belle fiammate come al 33’ quando un bello scambio tra Klasnic e Petric apre la difesa polacca, con l’attaccante del Borussia Dortmund che è molto bravo a dare di prima a Klasnic il pallone di ritorno, permettendogli l’incursione in area a tu per tu con Boruc: Klasnic tenta la conclusione ma il portiere polacco si oppone bene con i piedi e salva ancora la propria porta.

Ancora Boruc ha tanto lavoro da svolgere in questa fase di gara, visto che due minuti dopo la difesa polacca si conferma pessima e Pranjic non ha difficoltà a toccare filtrante per Rakitic, il quale è molto defilato sulla sinistra ma tenta comunque la conclusione a rete, ma Boruc gli chiude lo specchio della porta uscendo a braccia larghe e deviando in calcio d’angolo proprio con il braccio sinistro.

La partita ha uno svolgimento quasi monotono perché la Croazia continua a passeggiare come vuole sulla corsia sinistra, quasi come non ci fossero avversari da superare: al 37’ Klasnic è ancora molto bravo nel gioco d’appoggio con un tocco di prima per l’inserimento in area di Pranjic, il quale tenta il tiro ad incrociare ma trova ancora un buon intervento di Boruc, che respinge il tiro a mezz’altezza dell’avversario.

A centrocampo è brutto il primo tempo di Lewandowski (che invece aveva ben impressionato nel match d’esordio contro la Germania) che al 45’ perde malamente il pallone a centrocampo con un passaggio in orizzontale che va ad accendere Leko, il quale avanza e poi tenta il destro radente da lontano, con la palla che esce sulla sinistra della porta di Boruc ma non di molto.

Al secondo minuto di recupero Dudka interviene molto male sulla sponda di Petric e permette a Klasnic di andare al contrasto e di vincere il rimpallo per liberarsi, ma per una volta l’attaccante del Werder Brema non è convincente nella conclusione effettuata e permette a Boruc di salvarsi ancora. La Polonia avrebbe bisogno della vittoria, ma in questo primo tempo è un miracolo che non abbia subito almeno un paio di gol.

All’intervallo Beenhakker prova a rivedere difesa e centrocampo della sua squadra, togliendo Lewandowski e inserendo Kokoszka, il quale va nel suo ruolo di difensore centrale, permettendo a Dudka di tornare in mediana: il 21enne del Wisla Cracovia è il quinto giocatore che il ct della Polonia prova nella posizione di centrale di difesa, ma ad essere sbagliato è proprio l’atteggiamento della terza linea polacca che mantiene sempre troppo alta la propria posizione e si fa infilare facilmente anche da giocatori non rapidissimi.

Il cambio in difesa naturalmente non cambia le cose e al 52’ Pranjic ha per l’ennesima volta nel match uno spazio siderale sulla sinistra per avanzare e crossare corto e basso per Klasnic, il quale calcia subito radente ad incrociare e trova una precisione perfetta, visto che manda il pallone proprio nell’angolo più lontano e rende impossibile il tentativo d’intervento di Boruc: è la rete dello 0-1 e Klasnic meritava pienamente questa gioia, non solo per la vicenda personale che lo ha attanagliato, ma anche considerando soltanto il piano sportivo, visto che l’attaccante stava giocando un ottimo match.

La Polonia prova ancora a cambiare le cose al 55’, togliendo un Lobodzinski assolutamente inesistente (davvero la brutta copia del giocatore che mise in difficoltà Jansen per tutto il primo tempo di Germania-Polonia) e inserendo Smolarek, il quale va a fare il centravanti, con Saganowski spostato sulla destra.

La Croazia lascia che sia la Polonia a manovrare, ma anche in fase difensiva appare evidente la superiorità di Vukojevic e Pokrivac sui due mediani avversari, nonostante i due centrocampisti croati non facciano nulla di eccezionale e si limitino al compitino: dalla loro, Vukojevic e Pokrivac hanno sicuramente il vantaggio di avere una buona intesa, considerando anche che per diverso tempo hanno composto anche la mediana titolare della Dinamo Zagabria, prima che il 22enne Pokrivac decidesse di approdare in Francia e giocare al Monaco. La Polonia è decisamente impalpabile e esteticamente inguardabile per come porta avanti la manovra.

Perlomeno la squadra di Beenhakker riesce a creare qualche occasione per tenere alto l’orgoglio: al 63’ Krzynowek (uno dei pochi polacchi a raggiungere la sufficienza) crossa basso dalla corsia mancina, Simic va a vuoto in tackle e Guerreiro ne approfitta, riuscendo a girarsi e calciare subito di sinistro ad incrociare, mandando il pallone a sfiorare il pallone. E’ l’unica bella giocata del match per il brasiliano naturalizzato polacco.

Smolarek ha sicuramente voglia di fare e si muove di più e meglio rispetto ai due match precedenti e al 69’ conclude una buona manovra sulla sinistra con una palla filtrante che permette a Krzynowek di crossare morbido, sul secondo palo Saganowski va al colpo di testa da distanza ravvicinata ma non trova potenza e permette a Runje la presa.

Negli ultimi 10 minuti la difesa croata sembra perdere concentrazione (in particolare Vedran Corluka, elemento interessante ma che deve migliorare proprio su questo aspetto) e permette alla Polonia di presentarsi tre volte pericolosamente al tiro: all’81’ tutto nasce da una bella azione in solitaria di Smolarek, che spalle alla porta si gira con una veronica, riesce a saltare il possibile raddoppio di Pokrivac e scarica una botta potente di sinistro dal limite, con palla che esce davvero di pochissimo.

All’85’ è Guerreiro ad accendere Smolarek, con l’attaccante del Racing Santander che parte in azione personale e poi cerca un tiro molto difficile dal vertice destro dell’area di rigore, ma manda il pallone alto con Runje che controllava.

Infine, l’ultima occasione arriva all’88’ grazie ad una verticalizzazione filtrante di Smolarek che manda a vuoto il tentativo di intercetto di Corluka in scivolata e lascia Zahorski (subentrato al posto di Saganowski) solo davanti al portiere, ma l’attaccante del Gornik Zabrze si imbriglia da solo una volta entrato in area di rigore e spreca davvero malamente, permettendo a Runje di togliergli addirittura il pallone tra i piedi con una facilità disarmante.

Finisce allora con una vittoria anche questo match per la Croazia, che può affrontare la fase ad eliminazione diretta con grandissima fiducia, considerando che anche le riserve possono garantire un discreto apporto qualora ve ne sia il bisogno. E’ un po’ da rivedere la prestazione di un possibile titolare come Petric, ancora una volta non convincente fino in fondo: per questo motivo, Bilic potrebbe lasciarlo fuori per il quarto di finale contro la Turchia e riproporre il 4-4-1-1 con Kranjcar alle spalle dell’unica punta Olic.

La Polonia invece abbandona l’Europeo con l’unico rammarico di non esser riuscito ad ottenere la vittoria contro l’Austria per un’invenzione dell’arbitro Webb, ma che nelle altre due partite ha mostrato troppi difetti strutturali.


Polonia-Croazia 0-1

Polonia (4-4-1-1): Boruc 7 – Wasilewski 2 Zewlakow 4 Dudka 4,5 Wawrzyniak 6 – Lobodzinski 3,5 (55’ Smolarek 6,5) Murawski 5 Lewandowski 4 (46’ Kokoszka 5,5) Krzynowek 6 – Guerreiro 5 – Saganowski 5 (69’ Zahorski 5)

In panchina: Kowalewski, Fabianski, Jop, Golanski, Bak, Gargula, Pazdan
Commissario tecnico: Leo Beenhakker 5

Croazia (4-4-2): Runje 6 – Simic 5,5 Vejic 6,5 Knezevic 6 (26’ Corluka 6) Pranjic 7,5 – Leko 6 Vukojevic 6,5 Pokrivac 6,5 Rakitic 7 – Petric 6 (74’ Kranjcar sv) Klasnic 8 (74’ Kalinic sv)

In panchina: Pletikosa, Galinovic, Simunic, Robert Kovac, Niko Kovac, Srna, Modric, Olic, Budan
Commissario tecnico: Slaven Bilic 6,5

Arbitro: Kyros Vassaras (Grecia) 6

Gol: 52’ Klasnic
Ammoniti: Lewandowski, Zahorski (P), Vejic, Vukojevic (C)


Classifica Gruppo B:

Croazia 9 (+3)
Germania 6 (+2)
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Austria 1 (-2)
Polonia 1 (-3)

Croazia vince il Girone B
Germania qualificata ai quarti di finale

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