venerdì 13 giugno 2008

Finisce in parità nella fiera degli errori

Nel recupero, l’Austria trova il rigore che vale l’1-1 contro la Polonia e mantiene viva una flebile speranza di qualificazione



Il match tra Austria e Polonia è dominato dai tanti errori che alla fin fine hanno condizionato sul risultato, in particolare quelli degli austriaci che hanno sprecato tre enormi occasioni per sbloccare il match e quelli della terna arbitrale che ha valutato molto male su entrambi i gol. Ne nasce quindi un 1-1 che smuove la classifica di entrambe ma che rende molto difficili le speranze di qualificazione, considerando che l’Austria dovrebbe battere la Germania per andare ai quarti, mentre la Polonia dovrebbe vincere la propria partita e sperare che la stessa Germania perda nell’ultima giornata, per poi provare a superare l’Austria nella differenza reti. Sono eventualità abbastanza difficili e probabilmente la sfida dell’Ernst Happel di Vienna sancisce l’eliminazione di entrambe le squadre, che possono comunque rammaricarsi per l’andamento della partita: l’Austria di Josef Hickersberger, infatti, ha dominato il primo tempo sprecando l’impossibile, andando all’intervallo addirittura in svantaggio, mentre la Polonia ha contenuto bene nella ripresa e ha sfiorato un paio di volte il raddoppio, non concedendo niente fino al 93’ minuto, quando l’arbitro Howard Webb s’è voluto ergere a protagonista (come suo solito, con un atteggiamento irritante che spesso ricorda un altro arbitro dalla capigliatura non certo folta, come Pierluigi Collina) e s’è inventato un rigore per l’Austria. Con una vittoria, la squadra di Leo Beenhakker sarebbe entrata in piena lotta per la qualificazione, ma di certo è mancata qualcosa nel momento di chiudere la partita e quel qualcosa probabilmente è posizionata in attacco, dove Ebi Smolarek si conferma ancora troppo leggero per fare l’unica punta a questi livelli. Serve a poco quindi la rete e la bella prestazione del brasiliano naturalizzato polacco Roger Guerreiro, bravo ad allietare la platea con saggi di buona tecnica ma che sembra avere il limite di piacersi troppo, finendo per non essere poi così concreto. L’Austria paga la cattiva freddezza di tutte le sue punte (tranne di Roland Linz che non sbaglia nulla sottoporta proprio perché non ci prova mai) e un secondo tempo giocato con poca lucidità e senza riuscire a creare reali occasioni prima del calcio di rigore. Nei padroni di casa non sono tanti gli elementi positivi che si segnalano, come la conferma di Martin Stranzl, l’unico uomo sicuro nella difesa austriaca, mentre è buona a metà la partita di Umit Korkmaz, esaltante nel primo tempo ma stanchissimo e testardo in tutta la ripresa.

Dopo aver giocato il match d’esordio col 3-5-2, l’Austria cambia modulo e punta sul 4-4-2 che vede Garics fare il terzino destro, l’inserimento di Umit Korkmaz sulla fascia sinistra e il decentramento di Ivanschitz sulla corsia destra, per lasciare spazio a Christoph Leitgeb in mediana. La Polonia conferma invece il 4-2-3-1 ma cambia diversi uomini, inserendo Roger Guerreiro nel ruolo di trequartista, con Saganowski a sacrificarsi sulla corsia destra.

Il primo tempo si gioca a ritmi mediamente alti. E’ molto curioso l’atteggiamento tattico dell’Austria, che gioca con un 4-4-2 spurio, visto che Ivanschitz tende sempre ad accentrarsi a cercare il proprio mancino, mentre a muoversi costantemente sulla destra è la seconda punta Harnik, con un tipo di movimento che risiede nel suo dna e che aveva fatto molto spesso già nel match d’esordio agli Europei.

In questo avvio è l’Austria a fare meglio e a cominciare a creare e sbagliare delle clamorose occasioni, iniziando dall’11’ minuto: terribile retropassaggio di Wasilewski fa centrocampo che prende in controtempo Jop e accende Harnik, che può andare via a campo aperto e poi cerca il piatto destro verso l’angolo lontano, ma Boruc in uscita riesce a salvarsi con il piede. Ottimo intervento del portiere del Celtic ma anche evidente errore dell’attaccante.

La punta del Werder Brema riesce a fare peggio tre minuti dopo: straordinaria accelerazione di Umit Korkmaz sulla sinistra, il quale salta netto Saganowski e poi fa lo stesso con Wasilewski grazie ad un cambio di direzione per mettere dentro un ottimo cross basso, Harnik va incontro al pallone liberandosi benissimo della marcatura di Zewlakow e, da posizione ravvicinata, cerca la conclusione per prendere in controtempo Boruc ma il suo non è un colpo “definitivo” (come si direbbe nel tennis) e il portiere riesce nuovamente a salvarsi con i piedi. Ancora una volta è molto bravo Boruc, ma anche in questo caso l’attaccante spreca in modo clamoroso: è davvero incredibile come in tre minuti Harnik non sia riuscito a segnare almeno una di queste colossali occasioni.

Si arriva al 16’ e la difesa polacca sbanda nuovamente, facendosi trovare altissima e facendosi infilare da un pallone profondo che trova Leitgeb scattare in posizione regolarissima per puntare il portiere in due contro uno, ma anche qui l’Austria riesce a sbagliare con il centrocampista che tenta la conclusione ad incrociare quasi a far passare il pallone tra le gambe di Boruc, ma ancora una volta il portiere si difende bene e respinge con il corpo, ma anche in questa azione di errori se ne vedono un’infinità: l’Austria spreca la terza clamorosa occasione, mentre la Polonia difende in modo terribile, tenendo la linea altissima e con un solo uomo nella metà campo difensiva per solo mezzo metro, quel tanto che basta per tenere in gioco tutti e permettere il pericoloso contropiede all’Austria.

I padroni di casa dominano in lungo e in largo, aprendo sempre la difesa avversaria ma non riuscendo a segnare sia per colpa di un grande Boruc, sia (soprattutto) per gli incredibili errori sottoporta. Col passare dei minuti però la Polonia riesce a riprendere fiato a centrocampo e tiene palla soltanto per abbassare il ritmo del match, rinunciando quasi a giocare, a differenza dell’Austria che si lancia subito all’attacco ogni volta che recupera palla.

Gli austriaci però pagano caro gli errori in attacco e al 30’ subiscono anche la beffa del gol, al primo vero attacco della Polonia: cross da sinistra di Smolarek che va lunghissimo verso il secondo palo, dove Saganowski controlla defilato nei pressi della linea di fondo e sceglie di accentrarsi saltando Pogatetz per poi calciare di sinistro ad incrociare, trovando la deviazione in scivolata dello stesso Pogatetz che supera il portiere e fa finire il pallone sui piedi di Guerreiro, il quale da un metro deve soltanto appoggiare nella porta vuota per realizzare la rete dello 0-1. E’ incredibile il ribaltamento subito dal match, con il ct austriaco Hickersberger che appare disperato anche perché Guerreiro segna in posizione di nettissimo fuorigioco, visto che al momento del tiro di Saganowski è oltre a tutti i difensori e addirittura in linea con il portiere Macho, con la terna arbitrale che commette un errore abbastanza evidente.

Il gol è un colpo durissimo per l’Austria, che così non riesce più a riprendere ritmo e appare decisamente sotto shock, uscendo di fatto dal campo anticipatamente rispetto all’intervallo e non trovando più quella vitalità che aveva caratterizzato in positivo la prima mezz’ora. La Polonia continua a tenere basso il ritmo e addormenta la partita, quando invece avrebbe dovuto aggredire un avversario decisamente scosso per approfittarne e cercare di realizzare un’altra rete: in questo modo, la squadra di Beenhakker non approfitta colpevolmente dello sbandamento psicologico austriaco.

Dopo l’intervallo, la Polonia fa uscire dal campo Jop per inserire Golanski, che va a fare il terzino sinistro con Zewlakow inserito al centro della difesa.

Nella ripresa le occasioni sono pochissime e tutte per la Polonia, che al 50’ riparte in contropiede dopo un corner per l’Austria e Guerreiro apre benissimo per Smolarek, il quale controlla da posizione leggermente defilata sulla destra, si accentra e calcia col sinistro ma lo fa troppo centralmente e Macho può respingere.

La Polonia prova a difendersi con maggiore attenzione per poi contrattaccare l’incerta difesa austriaca, provando a sfruttare le belle giocate di Guerreiro: i polacchi fanno molto sacrificio in fase di pressing, in particolare Saganowski che corre moltissimo, andando anche al di là delle proprie caratteristiche. L’Austria tiene palla per più tempo ma la rapidità e la profondità del primo tempo è ormai un vago ricordo, soprattutto perché Roland Linz ripete il pessimo rendimento dell’esordio e si conferma un fantasma al centro dell’attacco, visto che si vede raramente in fase d’appoggio e fa ancora meno in fase di conclusione, come confermato dai zero tiri tentati, un numero che era già apparso nelle sue statistiche al termine del match contro la Croazia: davvero incredibile come un attaccante centrale non vada mai al tiro in due partite e pensare che questo giocatore nel 2006 è stato capocannoniere della Bundesliga austriaca, così come quest’anno è andato in doppia cifra anche nel campionato portoghese, segnando pure 5 reti in Coppa Uefa con la maglia dello Sporting Braga. Sarebbe curioso capire come questo giocatore riesca a segnare, se in Nazionale non ci prova nemmeno a tirare.

Al 63’ la Polonia si rende pericolosa dopo un corner, con Guerreiro che crossa di sinistro, sul secondo palo Bak prova il destro al volo verso l’angolo più vicino ma Macho si salva con i piedi.

Un minuto dopo Hickersberger effettua un doppio cambio, togliendo il pessimo Linz e Ivanschitz per l’ingresso di Kienast e Vastic, con quest’ultimo che fa il trequartista alle spalle di Kienast in un 4-2-3-1 che vede Harnik stabilmente sulla destra.

Ma il gioco dell’Austria non cambia di tono e la Polonia riesce a tenere costantemente il pallone in avanti e ogni tanto si presenta al tiro, anche se non riesce a farlo con la convinzione necessaria per cercare veramente il raddoppio. In tutto questo, l’Austria continua a faticare tantissimo a centrocampo e non riesce a guadagnare metri, con Umit Korkmaz in particolare che non ha più lo spunto del primo tempo e finisce per intestardirsi in azioni personali, mentre anche Kienast fatica molto a farsi vedere, facendo perlomeno più movimento di Linz. Non avendo chiuso la partita quando avrebbe potuto, la Polonia finisce a farsi schiacciare nell’ultimo quarto d’ora e l’Austria ci prova con tutte le energie rimaste, ma sono proprio le energie fisiche e mentali a mancare alla squadra di Hickersberger che non riesce a costruire una vera occasione.

L’unico sussulto sembra quello dell’84’ con un corner da destra, Prodl sul primo palo prova l’avvitamento di testa ma di fatto colpisce di spalla e manda lentamente largo.

In uno degli ultimi attacchi disperati, però, succede l’imprevisto: è il 93’ minuto e l’Austria batte una punizione dalla mediana, Lewandowski trattiene leggermente Prodl e l’arbitro Howard Webb conferma il suo carattere da protagonista e da uno che ama le luci dei riflettori inventandosi un rigore inesistente. Dal dischetto va Ivica Vastic e spiazza perfettamente Boruc, realizzando la rete dell’1-1: festeggiano i giocatori e i tifosi dell’Austria, ma soprattutto festeggia la Croazia che grazie a questa rete ottiene il matematico passaggio del turno da vincente del Girone B.

Proprio la Croazia sarà il prossimo avversario della delusa Polonia, che adesso ha pochissime chance di qualificazione, visto che dovrebbe vincere il proprio match e sperare in una sconfitta contemporanea della Germania.

La squadra polacca, però, dovrebbe anche superare nella differenza reti l’Austria, che proverà a chiudere con onore gli Europei proprio contro la Germania, cercando di rendere più complicato del previsto l’accesso ai quarti di finale della Mannschaft.


Austria-Polonia 1-1

Austria (4-4-2): Macho 5 – Garics 6 Prodl 5 Stranzl 6,5 Pogatetz 5,5 – Ivanschitz 5 (64’ Vastic 6) Aufhauser 5,5 (74’ Saumel sv) Leitgeb 5 Umit Korkmaz 6 – Linz 3 (64’ Kienast 5) Harnik 4

In panchina: Manninger, Ozcan, Standfest, Fuchs, Gercaliu, Katzer, Patocka, Hiden, Hoffer
Commissario tecnico: Josef Hickersberger 5,5

Polonia (4-2-3-1): Boruc 7,5 – Wasilewski 5 Jop 5 (46’ Golanski 6) Bak 5,5 Zewlakow 6 – Dudka 5 Lewandowski 5,5 – Saganowski 6,5 (83’ Lobodzinski sv) Guerreiro 7 (85’ Murawski sv) Krzynowek 6 – Smolarek 5

In panchina: Kowalewski, Fabianski, Wawrzyniak, Gargula, Pazdan, Zahorski, Kokoszka
Commissario tecnico: Leo Beenhakker 5

Arbitro: Howard Webb (Inghilterra) 2

Gol: 30’ Guerreiro (P), 93’ rigore Vastic (A)
Ammoniti: Prodl, Umit Korkmaz (A), Wasilewski, Bak, Krzynowek (P)


Classifica Girone B:

Croazia 6 (+2)
Germania 3 (+1)
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Austria 1 (-1)
Polonia 1 (-2)

Croazia già qualificata ai quarti di finale come vincente del girone

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