mercoledì 11 giugno 2008

I sogni della Spagna stanno in Villa

L’attaccante del Valencia realizza una tripletta che abbatte per 4-1 una Russia difensivamente pessima



Le scelte bizzarre di Luis Aragones portano al superamento del primo ostacolo, quello probabilmente meno arduo in tutto il cammino che la Spagna si ritroverà davanti: la Russia, infatti, conferma tutti i propri difetti di struttura e sembra sempre più la squadra meno forte tra le 14 qualificate (davanti soltanto all’Austria organizzatrice in una gerarchia fatta tutta sulla carta) e viene schiantata dalle Furie Rosse più sul piano del risultato (il 4-1 comunque è un punteggio che non lascia adito a dubbi di qualsiasi sorta) che su quello del gioco in sé, soprattutto per quanto visto nel primo tempo. La Spagna ha approfittato della terribile difesa della squadra di Guus Hiddink, che saltava in aria in qualsiasi verticalizzazione, e probabilmente questo match potrebbe non rappresentare un test molto attendibile sulle possibilità di vittoria finale degli spagnoli, che comunque anche ai Mondiali di due anni fa iniziarono il girone realizzando quattro gol all’Ucraina per poi sciogliersi agli ottavi davanti alla Francia di Zidane e quindi, con lo stesso Aragones in panchina, hanno già abituato a fuochi d’artificio iniziali seguiti dall’incapacità di saper realizzare quanto promesso. E’ un problema annoso questo della Spagna e allora probabilmente non è il caso di esaltare le Furie Rosse per aver vinto un match alla portata, soprattutto perché nel primo tempo la squadra di Aragones non aveva neppure convinto tanto nel gioco, mostrando anzi qualche difficoltà di Xavi a dettare realmente i ritmi, nonostante il regista del Barcellona venga preferito addirittura a Cesc Fabregas in una delle tante bizzarre e incomprensibili scelte di Aragones. A fare la differenza è stata soprattutto l’inquietante difesa russa, che riusciva ad aprirsi su ogni palla verticale e che ha permesso la doppietta a David Villa, che poi nella ripresa ha anche completato l’hat-trick a coronare 45 minuti più tranquilli, anche perché la stessa Russia ha giocato davvero malissimo nella ripresa. Quello del 2008 sta diventando l’Europeo delle difese ballerine, visto che la stessa Spagna ha mostrato alcune lacune nella terza linea che rallentano ulteriormente la convinzione totale sulla forza di questa squadra. Di certo, va verificato se il gioco voluto da Aragones, con la trottola continua di passaggi a centrocampo, possa funzionare anche contro squadre più forti e soprattutto contro difese più solide, difese che non vengono aperte con una semplice verticalizzazione. E allora, prima di esaltarsi gli spagnoli farebbero bene ad aspettare test più attendibili, perché nessuno dei presunti problemi della Spagna è stato totalmente nascosto da questa vittoria sulla Russia: la “maraVilla” vera deve essere dimostrata nei momenti più importanti.

Come previsto, la Spagna cambia le sue abitudini e opta per il 4-4-2, con David Villa e Fernando Torres in attacco, mentre a centrocampo rimangono fuori Fabregas e Xabi Alonso per lasciare spazio a Xavi e Marcos Senna. La Russia scende in campo con il 4-5-1 che vede Pavlyuchenko come unica punta, supportato sulle due fasce da Sychev e Bilyaletdinov. Qualche novità la sia ha in difesa, dove di fatto dei titolari di qualche mese fa non gioca nessuno, soprattutto al centro dove c’è spazio per Shirokov e Kolodin.

Inizialmente il ritmo di gioco è molto basso e la manovra degli spagnoli non appare molto efficace, soprattutto perché non riesce a far muovere molto la Russia, che rimane con 10 uomini dietro la linea della palla e poi prova a ripartire in contropiede una volta conquistata, facendo una partita di attesa.

La prima occasione arriva al 15’ con un break personale di David Silva, che si crea spazio per il tiro da fuori ma poi colpisce male e il pallone debolmente finisce tra le braccia di Akinfeev.

Di tanto in tanto, la Russia riesce a sfruttare qualche incertezza della difesa della Spagna per creare qualche chance, ma spesso mostra di non avere delle punte di livello in grado di finalizzarle.

Al 17’ la squadra di Hiddink trova una bella azione con Semak che fa scorrere bene per la sovrapposizione sulla destra di Anyukov, il terzino della Russia va al cross basso dal fondo trovando l’inserimento in area di Semshov, il quale non trova l’impatto giusto col pallone e lo manda largo. La Russia, però, mostra di poter essere pericolosa.

Quanto di buono viene fatto dal centrocampo russo in questo primo tempo viene totalmente disfatto dalla pessima difesa, che al 20’ minuto si fa trovare completamente aperta su un rinvio lungo e molto casuale di Capdevila, lasciando un’autostrada ad una punta che pure fa della rapidità il suo pezzo forte, ovvero Fernando Torres: il Niño si lancia sul pallone e si ritrova incredibilmente in uno contro uno con Kolodin perché Shirokov, l’altro centrale, è a spasso e fuori posizione. Kolodin sembra avere la meglio ma va sciaguratamente a perdere il rimpallo, lasciando campo aperto a Fernando Torres che punta il portiere e poi altruisticamente tocca dentro per David Villa, il quale a porta vuota trova il tocco vincente per la rete dell’1-0. Ottima l’intesa tra Fernando Torres e David Villa, ma lasciare campo aperto in contropiede a due velocisti come queste due punte facendosi trovare pure fuori posizione è un vero e proprio delitto.

La Russia ha già al 23’ l’occasione per rimettere in parità i conti, grazie anche ad un’azione difensiva terribile da parte della Spagna: Sychev arriva sul fondo e mette dentro un cross arretrato e molto lento, Marcos Senna e Xavi fanno le belle statuine e non intervengono abbastanza clamorosamente sul pallone e lo lasciano scorrere per Zyrianov che può calciare da posizione centrale ma è sfortunato perché trova il palo sulla sinistra della porta di Casillas, che s’era disteso in tutto ma che non ci era arrivato. Davvero incredibile però come in netta superiorità numerica in area di rigore la Spagna abbia concesso un tiro così semplice agli avversari.

Dall’altra parte però Fernando Torres mette sempre in difficoltà i difensori e un minuto dopo trova la conclusione bassa dal limite dell’area che Akinfeev deve respingere con qualche brivido.

La difesa della Russia soffre terribilmente le verticalizzazioni per gli scatti in profondità degli ottimi Fernando Torres e David Villa, come al 27’ quando Iniesta verticalizza proprio per il movimento a tagliare di David Villa, il quale prende alle spalle il pessimo Shirokov e si libera sul versante destro dell’area di rigore ma il suo tiro sul primo palo viene deviato in corner da Akinfeev. Kolodin e Shirokov sono però inguardabili.

Nella Russia, Zyrianov è il centrocampista che si muove e si inserisce maggiormente in fase offensiva, in un momento del match molto equilibrato in cui i russi provano ad uscire, anche grazie alla regia bassa di Semak, che fa fatica ad accelerare il gioco dei suoi ma che gioca una grande quantità di palloni. Nel finale di primo tempo è quindi la Russia a manovrare maggiormente e a provare a ragionare, con la Spagna che cerca le ripartenze veloci sfruttando anche le difficoltà della difesa centrale degli avversari. Ogni tanto le Furie Rosse fanno partire la solita trottola di passaggi brevi, ma la regia di Xavi non è illuminata e non ha grande qualità, mentre si fanno apprezzare decisamente di più i movimenti di Iniesta, che non dà alcun punto di riferimento agli avversari. Nel finale di tempo, Hiddink prova a far avvicinare maggiormente Sychev verso il centro, anche per dare una mano all’isolato Pavlyuchenko, ma l’ex enfant prodige del calcio russo si muove pochissimo senza palla e non aiuta i propri centrocampisti, che spesso non sanno a chi appoggiarsi per il passaggio.

La Spagna non esalta, ma con questa difesa della Russia basta verticalizzare per trovarsi soli davanti al portiere, come succede al 44’ quando è Iniesta a trovare l’idea giusta, David Villa è lasciato solissimo dai difensori avversari e parte perfettamente in linea con Zhirkov per poi deviare il pallone quel tanto che basta per bruciare Akinfeev e realizzare la rete del 2-0. Segnale per i naviganti: la punta del Valencia è decisamente più in forma rispetto a quanto lo era stato nell’ultima Liga e allora chiunque deve temerlo, anche difese più solide di questo scolapasta russo.

Dopo l’intervallo Hiddink decide di togliere il pessimo Sychev ed inserire Bystrov, che va a destra e mantiene stabile il modulo 4-5-1 che lascia sempre troppo solo Pavlyuchenko, giocatore non abilissimo nel fare reparto da solo.

La Russia mantiene il possesso di palla e manovra senza creare grossi pericoli, ma dopo le scelte dubbie di Hiddink arrivano quelle ancora più dubbie di Aragones, che al 54’ decide sì di far entrare il talento di Cesc Fabregas (incredibile come un giocatore del genere stia in panchina) ma per togliere una punta importante in contropiede come Fernando Torres, passando così ad un 4-5-1 che in partite più temibili di questa rischierebbe di diventare un’arma a doppio taglio contro la Spagna, perché con tanti minuti dalla fine del match permetterebbe agli avversari di sbilanciarsi più.

Non è però il caso di questa Russia che manovra sempre troppo lentamente e al 58’ Xavi riesce a strappare palla ad un avversario e a far partire il contropiede spagnolo, David Villa fa tutto da solo e ignora gli inserimenti di Xavi e Fabregas per tentare il destro da fuori che Akinfeev blocca bene.

La Russia gioca un secondo tempo davvero pessimo, con una manovra a ritmi blandissimi e senza qualità, davvero poco per creare pericoli ad una Spagna chiusissima all’indietro e l’unica possibilità è data da qualche giocata personale, come al 60’ quando un break solitario di Bilyaletdinov permette all’esterno russo di tentare il destro radente dal limite dell’area, Casillas si tuffa ma non ci arriva e la palla esce di un soffio.

Con il cambio del modulo voluto da Aragones è aumentato nettamente l’apporto qualitativo di David Silva che, se era stato un po’ anonimo nel primo tempo, riesce a riscattarsi ampiamente nella ripresa, mostrando anche azioni personali di indubbia qualità. La Russia adesso si sbilancia e lascia ancora più spazi al contropiede spagnolo.

Al 70’ arriva anche l’incredibile scelta di un Hiddink stranamente inconcepibile: il ct olandese infatti decide di togliere un Bystrov inserito soltanto all’intervallo, con un cambio puramente punitivo che permette l’ingresso di Adamov, che fa la seconda punta con Torbinskiy (a sua volta entrato per Semshov) passato a destra.

Il finale di gara sembra una partitella di allenamento per i ritmi bassissimi, ma nonostante tutto arrivano ben tre gol: il primo è al 75’ e arriva grazie ad una elegante verticalizzazione di prima di Fabregas che fa scattare David Villa, il quale vince il contrasto fisico con il “solito” Shirokov, rientra bene sul destro e poi non ha alcuna difficoltà nel freddare Akinfeev con un rasoterra preciso, che vale un 3-0 arrivato grazie al suo hat-trick.

All’81’ è Pavlyuchenko a provarci pericolosamente con un bel tiro dal limite, con la palla bassa che esce sfiorando il palo.

Il gol della bandiera per la Russia arriva all’86’ con un corner battuto da destra per Shirokov, che sul primo palo fa la prima cosa buona della sua partita prolungando il pallone di testa, da pochi passi sempre di testa arriva Pavlyuchenko che batte Casillas e trova la rete del 3-1.

La Russia ha anche l’occasione al 90’ per creare un finale di fuoco, ma ancora una volta la spreca con un errore davvero grave: corner lunghissimo da destra che finisce addirittura sulla trequarti opposta con Anyukov che riprende palla e crossa lungo, la difesa della Spagna dorme ancora una volta e Semak è solissimo in area di rigore ma è macchinosissimo nel controllo, fa rientrare così la difesa e poi calcia debolissimo, mandando alle ortiche un’altra buona occasione per la Russia.

Passa appena un minuto e la Spagna ha ancora grandi spazi in contropiede: un lob dal limite dell’area del solito David Villa trova Xavi, il quale fa scendere il pallone e al momento giusto calcia benissimo al volo, è molto bello anche il riflesso di Akinfeev in risposta con il portiere che respinge pure abbastanza lateralmente ma si trova davanti Cesc Fabregas, che approfitta di una posizione di fuorigioco non segnalata dal guardalinee per realizzare di testa da pochi passi la rete del 4-1, a coronamento di una bella prestazione dal momento del suo ingresso in campo.

Finisce allora con un risultato molto largo che evidenzia la differente qualità offensiva tra le due squadre, con la Spagna che però non deve esaltarsi più di tanto e deve provare a chiudere il discorso qualificazione nel prossimo match contro la Svezia.

Dalla Russia non si ci aspettava nulla di che e la squadra di Hiddink inizia male il proprio Europeo, commettendo davvero troppo errori. Adesso, il ct olandese deve provare a caricare bene la propria squadra, perché l’ultima occasione per un nuovo “miracolo” personale arriva nel prossimo incontro contro la Grecia, altra squadra sconfitta nel match d’esordio.


Spagna-Russia 4-1

Spagna (4-4-2): Casillas 6 – Sergio Ramos 6 Puyol 5,5 Marchena 6 Capdevila 6 – Iniesta 7 (63’ Santi Cazorla 5,5) Marcos Senna 5,5 Xavi 6 David Silva 6,5 (77’ Xabi Alonso sv) – Fernando Torres 7 (54’ Fabregas 7) David Villa 8

In panchina: Palop, Reina, Raul Albiol, Fernando Navarro, Juanito, Arbeloa, De La Red, Guiza, Sergio Garcia
Commissario tecnico: Luis Aragones 6

Russia (4-5-1): Akinfeev 6,5 – Anyukov 6,5 Shirokov 3,5 Kolodin 3 Zhirkov 6 – Sychev 4 (46’ Bystrov 5,5; 70’ Adamov 5) Zyrianov 6 Semak 5,5 Semshov 5,5 (57’ Torbinskiy 5) Bilyaletdinov 5 – Pavlyuchenko 6

In panchina: Gabulov, Malafeev, Vasili Berezutski, Yanbaev, Ignashevich, Aleksei Berezutski, Ivanov, Saenko
Commissario tecnico: Guus Hiddink 4,5

Arbitro: Konrad Plautz (Austria) 6

Gol: 20’ David Villa (S), 45’ David Villa (S), 75’ David Villa (S), 86’ Pavlyuchenko (R), 91’ Fabregas (S)
Ammonito: nessuno


Classifica Gruppo D:

Spagna 3 (+3)
Svezia 3 (+2)
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Grecia 0 (-2)
Russia 0 (-3)

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